La mossa di Washington è un replay della Siria. Durante gli otto anni di guerra in quel paese, gli Stati Uniti offrivano continuamente la richiesta di una “transizione politica” che alla fine avrebbe visto il presidente Bashar al Assad in carica. Al contrario, la posizione irremovibile della Russia sulla Siria è sempre stata quella che non spetta a nessun potere esterno decidere la politica siriana. È una questione sovrana che il popolo siriano deve determinare autonomamente.
Quasi tre anni dopo che la Russia è intervenuta militarmente in Siria per salvare il paese arabo da una guerra segreta sostenuta dagli Stati Uniti per il cambio di regime, la parte americana ha rinunciato manifestamente alle sue precedenti e imperiose richieste di “transizione politica”. Il principio della sovranità siriana ha prevalso, in gran parte a causa della incrollabile difesa della Russia del suo alleato arabo.
Allo stesso modo, Washington, nella sua arroganza incorreggibile, riceve un’altra lezione dalla Russia – questa volta nel suo presunto “cortile” dell’America Latina.
Non è una questione che la Russia sia indotta dagli schemi del cambio di regime di Washington su chi debba essere il presidente del Venezuela e su “come possiamo gestire una transizione”. Mosca ha ripetuto innumerevoli volte che il legittimo presidente del Venezuela è Nicolas Maduro, che il popolo ha votato l’anno scorso a stragrande maggioranza in un’elezione libera ed equa – sebbene boicottata dall’opposizione orchestrata dagli Stati Uniti.
Il quadro che Washington sta tentando di istituire tra il loro desiderato “presidente ad interim” e l’incumbent Maduro è del tutto spurio. Non è nemmeno degno di essere discusso perché è una grave violazione della sovranità del Venezuela. Per chi e per come Washington oserebbe persino provare a imporre la sua falsa scelta?
Sul Venezuela, la Russia deve ricordare ai criminali governanti americani – ancora una volta – il diritto internazionale e il rispetto per la sovranità nazionale, come ha fatto in precedenza Mosca per quanto riguarda la Siria.
E nel caso in cui Washington si faccia beffe e cerchi l’opzione militare, Mosca questa settimana ha detto al tirapiedi del cambio di regime Abrams che quella è una linea rossa. Se Washington ha ancora un senso di logica, saprà dal suo fiasco siriano che la Russia sta proteggendo il Venezuela.
La forza politica è fuori. La forza militare è fuori. Rispetta la legge internazionale e la sovranità del Venezuela. Questo è l’ultimatum eminentemente ragionevole della Russia per Washington.
Ora, i disperati americani potevano ancora provare più sabotaggi, cyber o finanziari. Ma le loro opzioni sono limitate, contrariamente a quanto pensa Trump.
Come sono numerati i giorni della spavalderia imperialista americana. Ci fu un tempo in cui questa avrebbe potuto scatenarsi in tutta l’America Latina. Non più, evidentemente. Grazie in parte alla posizione e alla potenza militare della Russia.
Fonte: Strategic Culture
Traduzione: Lisandro Alvarado
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