Accordo di Monaco

“Ottanta anni fa, il 30 settembre 1938, venne firmato uno dei più famosi documenti diplomatici nella storia dell’umanità, l’accordo di Monaco.

In questo articolo scopriremo come dietro la firma di quell’accordo si celava la strategia franco-britannica, consistente nell’indirizzare l’aggressività di Hitler verso l’Unione Sovietica. Risulterà evidente il motivo per cui questa strategia è praticamente ignorata dai testi di storia delle scuole occidentali. Soffermarci a riflettere sugli eventi di 80 anni fa è utile in questo momento in cui contro la Russia si conduce una implacabile guerra psicologica e continuare ad ignorare quanto accaduto nel recente passato è più che un errore.
La domanda che dobbiamo porci è: chi ha liberato Hitler dalle “catene di Versailles”? La risposta risulterà chiara nel proseguo della lettura: la responsabilità fu della Gran Bretagna e della Francia.
Infatti alla fine della prima guerra mondiale furono firmati i trattati di Versailles e di Saint-Germain in base ai quali la Germania, in quanto potenza sconfitta, veniva privata di tutti i suoi territori e delle colonie, la maggior parte delle quali passavano sotto il dominio inglese, e inoltre gli fu impedito di disporre di un esercito regolare, di un’aviazione e di una marina militare.
A partire dal 1924, violando apertamente il trattato di Versailles, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna diedero piena attuazione al piano Dawes col quale, mediante ingenti investimenti di capitale a breve e a lungo termine da parte dei monopoli americani con a capo le famiglie Du Pont, Morgan, Rockefeller, Lamont ecc., si mirava alla ricostruzione dell’industria pesante tedesca e del suo potenziale bellico-industriale. Tutto ciò era addirittura stato messo nero su bianco nel trattato di Locarno del 1925, di cui Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti furono i promotori, e col quale praticamente si dava via libera alla Germania di riarmarsi.
Con l’ascesa di Hitler al potere nei primi anni trenta l’economia tedesca venne reimpostata sul piede di guerra. L’economista Hjalmar Schacht, banchiere e politico liberale, nonché co-fondatore nel 1918 del “Partito Democratico Tedesco”, diventò il collegamento fra l’industria tedesca e gli investitori stranieri. A quel punto, anche il mondo commerciale e bancario britannico cominciò a canalizzare importanti donazioni verso il partito nazista: il 4 gennaio 1932 Montagu Norman, governatore della Banca d’Inghilterra dal 1920 al 1944, incontrò Hitler e il cancelliere tedesco Franz von Papen, per stringere un accordo segreto volto al finanziamento di quel partito. Alla fatidica riunione erano rappresentati anche gli Stati Uniti, coi fratelli John Dulles, futuro segretario di Stato e suo fratello Allen, futuro direttore della CIA.
Le prime tracce della strategia franco-britannica risultarono già evidenti subito dopo che i nazisti salirono al potere in Germania.”

Accordo di Monaco e la strategia franco-britannica contro l’Unione Sovietica di Luca D’Agostini

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Provocazioni

Risultano prive di senso le richieste della May alla Russia di dare “una spiegazione credibile” sul caso dell’avvelenamento dell’ex spia russa, Serguéi Skripal, avvenuta in territorio britannico. Tanto più in quanto la Gran Bretagna si è rifiutata di fornire a Mosca ulteriori elementi di indagine su cui indagare, richiesti da Mosca, per chiarire come si sia verificato il tentativo di assassinio di una persona che viveva da anni libera in Gran Bretagna e non rappresentava alcuna minaccia per Mosca.

principe saudita con Theresa May a Londra

Nota: Il capo del Governo britannico, Theresa May si lancia in accuse gratuite alla Russia prima ancora di esibire prove sulla vicenda e sale in cattedra a dare lezioni di diritto internazionale. Proprio la May che ha appena incontrato il principe saudita a cui la Gran Bretagna fornisce tonnellate di armi ed assistenza militare per massacrare la popolazione dello Yemen. La stessa Gran Bretagna che è stata protagonista e complice di un lungo elenco di assassini all’estero di cittadini di varie nazioni, palestinesi, iraniani, egiziani, ecc.. considerati scomodi per la politica estera del Regno Unito. Esemplare il caso degli scienziati iraniani assasinati nel loro paese o all’estero ad opera di agenti britannici ed israeliani. Queste accuse sono state lanciate contro la Russia dalla premier in carica della Gran Bretagna, ovvero di quella potenza che, durante il governo di Tony Blair, ha invaso, assieme agli Stati Uniti (di cui sono il “cane fedele”), il territorio della Repubblica dell’Iraq, nel 2003, in base a falsi pretesti (le “armi di distruzione di massa”) ed ha procurato le più grandi devastazioni in quel paese e centinaia di migliaia di vittime civili. La stessa potenza che pochi anni dopo ha condotto una vergognosa campagna di tipo neocoloniale contro un paese indipendente e membro dell’ONU, la Repubblica della Libia, anche qui in base a falsi pretesti (una presunta rivoluzione) per appropriarsi delle risorse di tale paese, seminando il caos e suscitando il sorgere di bande terroriste incontrollabili. Senza considerare gli ufficiali delle special forces britanniche infiltrati fra i terroristi in Siria che conducono le loro operazioni criminose contro la popolazione siriana. Questi, dico proprio questi , gli eredi dell’Impero Britannico, vogliono venire ad impartire lezioni agli altri? Non è la prima volta che questa signora britannica si arroga il diritto, per contro della Gran Bretagna, di impartire lezioni improbabili di diritto ad altri paesi senza prima guardarsi in casa propria e verificare i tanti scheletri custoditi negli armadi della sua cancelleria. Direbbe il grande Totò, “ma ci faccia il piacere” . Fonti: Hispan Tv      Sputnik Mundo Traduzione e nota: Luciano Lago

https://www.controinformazione.info/maria-zajarova-alla-theresa-may-gli-ultimatum-di-24-ore-puoi-farli-a-tua-sorella-non-certo-alla-russia/

Sarà Brexit?

Gli argomenti sono gli stessi già impiegati da William Hague: Londra è il garante della natura atlantica dell’Unione Europea, è la cancelleria che tiene Bruxelles nell’orbita di Washington, è la potenza che ha imposto al resto dei 28 membri le sanzioni all’Iran ed alla Russia (spalleggiata da Angela Dorothea Kasner, alias “Merkel”), è il baluardo degli interessi angloamericani nella UE, intesa in termini geopolitici come la “testa di ponte” di Washington sul continente euroasiatico. Non c’è quindi da meravigliarsi che Barack Obama si spenda pubblicamente contro il Brexit9 (intervenendo a gamba tesa negli affari di un Paese terzo), a differenza di Vladimir Putin che, in privato, tiferà quasi sicuramente per il Brexit e la sua conseguente implosione della UE.

Già, perché sono basse le probabilità che la City e Wall Street risparmino l’Unione Europea nel caso di un addio inglese: sarebbe troppo grande il rischio la UE si evolva in nuovo “blocco continentale” napoleonico, egemonizzato dalla Germania, oppure, ancor peggio, in quell’Europa “dall’Atlantico agli Urali” preconizzata da Charles De Gaulle, il vero incubo strategico delle potenze marittime anglosassoni. Sarebbe più concreto invece lo scenario di un Brexit seguito a ruota dall’assalto speculativo che infligga il colpo di grazia alla già debilitata eurozona, sancendo così l’implosione dell’Unione Europea: il pericolo di un blocco continentale a guida tedesca sarebbe così scongiurato e si tornerebbe alla tradizionale politica dell’equilibrio tra potenze con cui Londra ha gestito per secoli gli affari europei, magari nella cornice del TTIP per ostacolare lo scivolamento dell’Europa verso est.

Concludendo, il 23 giugno sarà probabilmente la prima tappa dello smantellamento formale della UE (quello sostanziale risale alle restrizioni sui movimenti dei capitali adottate a Cipro nel 2013): sommando altre emergenze, come l’atteso picco migratorio, il rigurgito della Grexit, la riedizione delle elezioni spagnole ed i probabili sconquassi borsistici di accompagnamento, l’estate 2016 si preannuncia la più bollente degli ultimi decenni.

estratto da http://federicodezzani.altervista.org/brexit-tutto-finira-la-dove-tutto-e-cominciato/