Chi la fa, l’aspetti

Il Consiglio della Federazione della Federazione Russa ha avviato il trasferimento dei bombardieri missilistici strategici russi Tu-160 e Tu-95 ai confini degli Stati Uniti, al fine di dimostrare la disponibilità a lanciare attacchi in risposta a tutte le provocazioni da Washington vicino Confini russi. 

A giudicare dall’attuale situazione politica nell’emisfero occidentale, solo il Venezuela o Cuba possono diventare le basi per i bombardieri russi, mentre, come dicono gli esperti, in questo caso i bombardieri missilistici dovranno solo decollare in aria per colpire: missili da crociera con testate nucleari e una portata di oltre 5.000 chilometri saranno sufficienti per bombardare con successo metà degli Stati Uniti.

Bombardieri russi in Venezuela

“La Russia può costringere gli Stati Uniti a cambiare idea sui voli aerei strategici sui territori dell’Ucraina”, ha detto Franz Klintsevich, membro del Consiglio della Federazione della Federazione Russa. Tali azioni da parte del personale militare statunitense violano gli accordi internazionali e le norme di sicurezza, ha detto Klintsevich in un’intervista alla Federal News Agency. Secondo lui, la leadership russa non rimarrà inattiva e reagirà di conseguenza. Ha aggiunto che ci sono stati vicini ai confini degli Stati Uniti dove potrebbero essere schierati bombardieri missilistici strategici russi, il che avrà un forte impatto su Washington. Penso che basterà agli americani per cambiare completamente il loro approccio a questi voli. Se fossi nei loro panni, non scherzerei con la Russia “,su questo argomento riporta l’ edizione “InfoRus”.

Data la crescente tensione, gli esperti ritengono che la Russia invierà i suoi bombardieri strategici principalmente in Venezuela e a Cuba dove potrebbero apparire basi missilistiche strategiche e sistemi di difesa aerea / missilistica, una strategia che coprirebbe sia la Russia che le forze dislocate in Venezuela.

fonte: https://avia-pro.fr/news

Traduzione: Gerard Tousson

Prove di conflitto

lo scorso Venerdì, gli USA hanno schierato un battaglione delle US. Forces in Polonia ed un altro in Lituania, vicino alle frontiere russe, nell’ambito dell’operazione denominata “Atlantic Resolve” per contenere l’aggressione russa contro la NATO (sic). Lo scorso 29 Marzo è arrivata alla base di Tapa, in Estonia, una brigata corazzata ed una meccanizzata francese che faceva parte della missione della NATO, cosa che è stata considerata come il maggiore spiegamento di forze nell’Europa dell’Est dai tempo della Guerra Fredda. Nell’operazione della NATO è compresa anche la presenza di un contingente di truppe italiane dislocate in Lettonia, questa volta sotto comando canadese. L’invio di questo contingente era stato approvato dal governo Renzi (si ripete una nuova Armir italiana in Russia?) La Russia ha manifestatto pubblicamente le sue preoccupazioni per lo spiegamento di forze militari della NATO ai suoi confini occidentali, avvisando che l’espansione dell’Alleanza Atalantica costituisce una minaccia alla sicurezza tanto della regione come anche del mondo. Nel frattempo i russi hanno potenziato le loro difese sia nel territorio russo che a Kalingrad, nella enclave russa situata tra la Polonia e la Lituania dove i russi hanno ultimamente installato i missili Kalingrad, che dispongono sia di testata nucleare che convenzionale e che hanno una portata di circa 500 Km. e sarebbero quindi in grado di colpire molte località europee, fra cui Berlino. Questo tuttavia non ha impedito alla Governo della Angela Merkel di inviare propri contingenti di truppe alle frontiere della Russia nella prospettiva di essere in prima fila per tentare una nuova “operazione Barbarossa” contro la Russia, la medesima che nel 1942 fu tentata da Hitler e che ebbe risultati catastrofici con la sconfitta subita a Stalingrado.

http://www.controinformazione.info/le-forze-usanato-si-sono-predisposte-con-reparti-corazzati-a-700-km-da-mosca-provocazione-o-strategia-dattacco/

La nuova guerra (fredda)

di   James Harmon La recente morte dell’alto funzionario russo all’estero, dopo l’assassinio di Andrei Karlov in Turchia per mano di un estremista islamico e trasmessa in diretta televisiva, la successiva morte dell’ambasciatore russo all’ONU, Vitaly Churkin, avvenuta negli Stati Uniti, quella di Alexander Kadakin in India…A questi decessi segue adesso quello di Andrey Melanin ad Atene, apparentemente per “cause naturali “. Tuto questo adesso porta a n.4 il totale delle morti improvvise degli alti funzionari russi che lavorano all’estero, in un periodo di 3 mesi. Il presidente Obama aveva avvertito di rappresaglie contro la Federazione russa per presunte “interferenze” nel “processo democratico” delle elezioni statunitensi in cui ha prevalso Donald Trump nello scorso Ottobre e l’ambasciatrice di Obama all’ONU, Samantha Power, e quella di Trump Nikki Haley, hanno avvisato anche loro circa le “gravi conseguenze” per la denominata “interferenza russa”. Il presidente Obama anche lui aveva decretato una ondata di espulsioni del personale russo dalle sedi diplomatiche statunitensi, che hanno preceduto gli eventi attuali. La quarta morte di un funzionario russo all’estero- in un paese della NATO- si può avvicinare al recente defenestramento di Michael Flynn, il consigliere pro-russo di Donald Trump e si è notato un cambio di retorica attualmente notevole in cui Trump ha iniziato ad insinuare che il regime di Obama era “troppo debole” con la Russia – una rottura inquietante della sua retorica pro-russa mantenuta durante la campagna elettorale che sembrava procurare l’opportunità di una distensione molto necessaria fra le due nazioni

Leggi tutto su http://www.controinformazione.info/la-nuova-guerra-fredda-sta-aumentando-di-intensita/

Delenda Carthago

Abbiamo già fatto rilevare in altri articoli la pericolosità di una politica “Europea” anti-russa (ribadita di recente dalla nostra Federica Mogherini); ce ne sarebbe abbastanza da stare in pensiero (se ancora ci fosse il pensiero).

Nell’ottima analisi fatta dall’autore, si evince come tutta la strategia USA si basa sul presupposto di una “minaccia russa” ed un presunto  “espansionismo” della Russia di Putin che minaccerebbe l’Europa.Esattamente la tesi della propaganda di Washington che capovolge la realtà e  trascura il fatto che la crisi Ucraina (da cui sono derivate le tensioni con la Russia) è stata provocata dall’interferenza di Washington e dal Colpo di Stato (Golpe di Maidan) sobillato a Kiev dalla CIA e dagli agenti provocatori assoldati dagli USA, con il placet della UE.

La tesi dell’espansionismo della Russia  viene smentita con una semplice occhiata alla carta geografica da cui è facile rilevare che il numero delle basi NATO piazzate vicino ai confini russi negli ultimi anni (in violazione degli accordi precedenti) è quello che ha determinato  l’espansionismo della NATO ed è  la vera minaccia contro la Russia, a cui quest’ultima reagisce con  misure a difesa del proprio territorio. La psicosi della “minaccia russa” è quel pretesto utile,  creato dalla propaganda USA,  per coinvolgere i paesi europei per mantenerli in uno stato di totale subordinazione al dominio  politico, militare ed economico  degli Stati Uniti.

Traduzione e nota: Luciano Lago

Escalation

Ammettiamo che il titolo del testo del 30 marzo di JForum ( “il portale ebraico francese”, come si definisce) è del tutto giustificato e indovinato “La strana partenza di Vlad” (“Vlad”, Putin per gli amici…). Il titolo in francese riprende un testo di DEBKAfile sempre del 30 marzo 2016, annunciante, con una foto che mostrava un presunto veicolo lanciamissili nella base di Humaymim, il dispiegamento dei missili superficie-superficie a corto raggio Iskander (SS-26 per la NATO). Il modernissimo SS-26 è già ben noto, in particolare con lo schieramento a Kaliningrad, quale miglior missile terra-terra a corto raggio di oggi, con una sofisticazione elettronica notevole che ne consente precisione, seminvulnerabilità all’intercettazione e la possibilità di cambiare bersaglio o seguire un bersaglio in movimento.

estratto da https://aurorasito.wordpress.com/2016/03/31/putin-piazza-il-deterrente-nucleare-in-medio-oriente/

A me personalmente sembra più interessante il riferimento a Kaliningrad

 


http://emergingequity.org/2015/06/23/kaliningrad-moscows-military-trump-card/

Abbiamo già fatto rilevare in altri articoli la pericolosità di una politica “Europea” anti-russa (ribadita di recente dalla nostra Federica Mogherini); ce ne sarebbe abbastanza da stare in pensiero (se ancora ci fosse il pensiero).

La nuova guerra fredda

Il segretario di Stato James Baker III incontrò l’ultimo leader sovietico, Mikhail Gorbaciov, e gli fece la promessa che, in cambio del permesso dei sovietici di riunire le due Germanie, Washington non avrebbe mai esteso la NATO verso est. In risposta al solenne impegno degli Stati Uniti, l’ex-Unione Sovietica, ora notevolmente ridotta alla Federazione Russa, promise a Washington e NATO che avrebbe smantellato sistematicamente l’arsenale nucleare. A questo scopo, la Duma russa ratificò il trattato START II per la riduzione delle armi nucleari operative. Fu contingente la ratifica di Stati Uniti e Russia, aderenti dal 1972 al trattato antimissili balistici, che vietava lo schieramento dell’attiva difesa antimissile ad entrambe le parti.

‘Usare la mano destra per raggiungere l’orecchio sinistro’
revision03 Il 13 dicembre 2001 il presidente degli Stati Uniti George W. Bush annunciò, per la costernazione di Mosca, che Washington si ritirava dal trattato antimissili balistici del 1972. Silenziosamente portava avanti un piano coltivato dal segretario della Difesa Don Rumsfeld, la costruzione di un sistema di difesa antimissile balistico statunitense. La maggior parte degli statunitensi fu tenuta all’oscuro dal pericolo creato da Washington con l’abrogazione unilaterale del Trattato. Nel luglio 1998, un periodo in cui le minacce dei missili balistici nucleari verso gli Stati Uniti erano lontane o addirittura inesistenti, Rumsfeld consegnò un rapporto della Commissione per la valutazione delle minacce dei missili balistici per gli Stati Uniti al presidente Bill Clinton. La relazione della Commissione di Rumsfeld delineò ciò che vedeva come pericolo strategico per gli Stati Uniti: “Gli sforzi concertati da numerose nazioni apertamente o potenzialmente ostili per acquisire missili balistici…sono una minaccia crescente per gli Stati Uniti… di recente, le minacce da Corea democratica, Iran e Iraq si aggiungevano a quelle poste dagli arsenali dei missili balistici di Russia e Cina...” Nel 2004 Don Rumsfeld attuò il CONPLAN 8022 mettendo i bombardieri a lungo raggio B-52 ed altri dell’US Air Force, in stato di ‘allarme’, come al culmine della guerra fredda. Il comandante dell’8.th Air Force dichiarò che i suoi bombardieri nucleari erano “essenzialmente in allerta per pianificare ed eseguire attacchi globali“, per conto del Comando Strategico degli Stati Uniti o STRATCOM, con sede a Omaha, Nebraska. CONPLAN 8022 incluse non solo armi nucleari e convenzionali a lungo raggio lanciate dagli Stati Uniti, ma anche bombe nucleari e altre schierate in Europa, anche nella base aerea di Buchel in Renania Palatinato, Germania, in Giappone e in altri luoghi. CONPLAN8022 diede agli Stati Uniti ciò che il Pentagono chiamò “Global Strike”, capacità di colpire qualsiasi punto della Terra con una devastante forza nucleare e convenzionale. CONPLAN8022 non fu praticamente dichiarato ai media statunitensi, ma Mosca certamente ne prese atto. Poi, nei primi mesi del 2007, il terzo passo per lo sviluppo del sistema di difesa antimissile balistico statunitense nei Paesi UE fu svelato. Chiarì alla leadership politica e militare della Russia che Washington sviluppava una strategia a lungo termine per circondare militarmente e cancellare la Federazione Russa con una mortale mossa potenzialmente termonucleare. Ora il campanello d’allarme su una prova di forza potenzialmente nucleare, come nel leggendario film di Kubrick, Il Dottor Stranamore, suonava al Cremlino. Il 29 gennaio 2007, il Generale di Brigata dell’US Army Patrick J. O’Reilly, vicedirettore della Missile Defense Agency del Pentagono, annunciava i piani degli USA per dispiegare un sistema di difesa antimissile balistico in Europa entro il 2011. Il Pentagono sostenne che lo schieramento era volto a proteggere le installazioni USA e NATO contro le minacce dal Medio Oriente, in particolare l’Iran, e non dalla Russia. Nel febbraio 2007, in occasione della Conferenza annuale internazionale sulla sicurezza di Monaco di Baviera, il presidente russo Putin pronunciò un discorso che svelò i veri motivi di Washington per la nuova difesa antimissile in Europa. Distruggendo le argomentazioni menzognere di Washington di mirare a “Stati canaglia” o Paesi problematici, Iran e Corea democratica, Putin dichiarò: “Armi con gittata di 8000 chilometri che minaccerebbero l’Europa non esistono in alcuno dei cosiddetti Paesi problematici. E nel prossimo futuro… questo… non è nemmeno prevedibile. E qualsiasi ipotetico lancio di, per esempio, un missile nordcoreano sul territorio statunitense attraverso l’Europa occidentale contraddice le leggi della balistica. Come diciamo in Russia, sarebbe come usare la mano destra per raggiungere l’orecchio sinistro”. Nonostante l’insistenza di Washington che la sua nuova Difesa antimissile fosse solo difensiva mirando a “Stati canaglia” come Iran o Corea democratica, in realtà militarmente non lo era per nulla, anzi era un importante vantaggio offensivo di Washington in un futuro scontro militare con Mosca. Il colpo di Stato degli Stati Uniti a Kiev nel febbraio 2014, e la successiva azione ostile di Washington contro la Russia, furono una prova di forza militare molto più di quanto molti comprendono. Nel 2007 Washington iniziò a schierare missili antimissile nucleare in Polonia, Paese della NATO, e avanzati sistemi radar nella Repubblica Ceca, altro membro della NATO. Erano puntanti contro l’unica sofisticata potenza nucleare capace di lanciare un efficace contrattacco nucleare, la Federazione russa. L’arsenale nucleare della Cina non rappresentava allora una minaccia paragonabile.

La BMD è offensiva non difensiva
In un’intervista al Financial Times del 1° gennaio 2006, l’allora ambasciatrice degli USA presso la NATO, ed ex-consigliera di Cheney, Victoria Nuland, la stessa che diresse il colpo di Stato degli Stati Uniti a Kiev nel 2014, riguardo la nuova dottrina del Pentagono del “Global Strike”, dichiarò che gli Stati Uniti volevano un “forza militare dispiegabile globalmente” attiva “in tutto il nostro pianeta”, dall’Africa al Medio Oriente e oltre. Combinando Global Strike con Ballistic Missile Defense (BMD) gli Stati Uniti creavano uno squilibrio allarmante nel rapporto strategico tra Russia e Stati Uniti. Lungi dall’essere “difensiva”, la BMD è estremamente offensiva. Washington faceva sul serio. I piani sulla “difesa missilistica” emersero negli anni ’80 quando Ronald Reagan propose di schierare sistemi satellitari, stazioni radar e missili intercettori in tutto il mondo, volti a monitorare e abbattere i missili nucleari sovietici prima che colpissero il loro bersagli. Furono soprannominati ‘Star Wars‘ dai critici, ma il Pentagono ufficialmente vi spese più di 130 miliardi di dollari fino al 2002. George W. Bush, a partire dal 2002, aumentò in modo significativo tali spese. Tra il 2002 e il 2014 l’Organizzazione governativa di controllo della contabilità generale stimò che il governo degli Stati Uniti avesse speso altri 98 miliardi per lo sviluppo del sistema di difesa antimissile balistico, escludendo i miliardi dirottati verso la difesa missilistica dai fondi segreti della ‘scatola nera’ del Pentagono. L’importante è sapere che la difesa missilistica degli Stati Uniti non è affatto difensiva, ma è estremamente offensiva. Se gli Stati Uniti potessero proteggersi in modo efficace da una possibile rappresaglia russa a un primo colpo nucleare dagli USA, la logica della guerra nucleare imporrebbe i dettami degli Stati Uniti a tutto il mondo, non solo alla Russia. Sarebbe la supremazia nucleare. Era il vero senso dell’insolito discorso di Monaco nel 2007 di Putin. Non era paranoico, era crudamente realistico. Il Tenente-Colonnello Robert Bowman, direttore del Programma di Difesa Missilistica dell’US Air Force durante l’era Reagan, in un’intervista telefonica con l’autore, poco prima di morire, definì a difesa missilistica, “l’anello mancante del primo attacco“. Il Pentagono la chiama supremazia nucleare. Qualunque sia il nome, è un male per il mondo e il futuro della civiltà.

leggi la risposta russa in: https://aurorasito.wordpress.com/2016/03/24/washington-abbandona-lo-scudo-antimissile/

La quarta guerra mondiale

In Italia non si ha neppure la vaga percezione, a livello di massa e di classi dominate, della gravità della situazione internazionale, con il mondo che è sempre più vicino all’orlo del baratro. La qual cosa è persino scontata, se ci riflettiamo un po’ sopra. In un paese occupato, retto da collaborazionisti, non solo si falsa senza pudore la realtà sociopolitica interna, ma attraverso la disinformazione si altera anche la corretta percezione degli eventi internazionali. Pur esistendo la rete e al suo interno l’informazione alternativa, solo in pochi riescono a comprendere, con sufficiente chiarezza, che il mondo sta per giungere all’apice della guerra.

Di quale guerra si tratta?

Costanzo Preve, nell’opera La quarta guerra mondiale, ipotizzava appunto un conflitto insanabile e totale, di matrice culturale e perciò inestinguibile fino allo sterminio dell’avversario, iniziato dopo la fine della cosiddetta guerra fredda (che per Costanzo fu la vera terza guerra mondiale). Ho l’impressione che questo conflitto, del quale molti in occidente non se ne sono accorti, stia per raggiungere la sua fase più cruenta e distruttiva, nel crescendo e nel moltiplicarsi di eventi bellici localizzati che oggi possiamo chiaramente osservare, e che non costituiscono per niente “eventi indipendenti”. Un conflitto diverso per presupposti e sviluppi dalle due guerre mondiali e dalla “guerra fredda” usa-Urss combattute nel novecento.

Il filosofo russo Aleksandr Dugin, “accusato” in occidente di essere un ispiratore di Putin, si è interrogato sul senso di questa guerra in un saggio di alto profilo, dal titolo La prossima guerra come concetto. Dugin ha cercato di cogliere il senso del conflitto, il suo significato ideologico astraendo dagli aspetti concreti. L’analisi che fa è tutta centrata sull’ideologia dominante in occidente, ossia il liberalismo, che avrebbe bisogno del nemico non-liberale per sopravvivere e che l’avrebbe trovato nella Russia e in Putin.

Cosa si intende esattamente in questa sede quando si usa l’espressione guerra?

La risposta ce la suggerisce Costanzo Preve nell’opera La quarta guerra mondiale: “In senso largo, la guerra è un confronto strategico che avviene fra Stati, alleanze di Stati e sistemi sociali opposti e/o conflittuali, e questo confronto globale, che è sempre di tipo strategico, ha poi momenti tattici secondari di scontro armato (diretto o per interposte forze combattenti) o di distensione provvisoria con soluzioni diplomatiche di breve o medio periodo.

Secondo Preve, è proprio il confronto globale, in chiave strategica, a connotare la quarta guerra mondiale, ancora non avvertita in tutta la sua distruttività dalle popolazioni occidentali. A differenza di quelle afghane e irakene che da anni la avvertono sulla propria pelle.

Infine, cosa si intende per liberalismo, motore ideologico-propagandistico della guerra (almeno in occidente) contro tutto ciò che è non-liberale?

Dugin sintetizza la riposta come segue: ”Il liberalismo è profondamente nichilista nel suo nucleo. L’insieme di valori difesi dal liberalismo è essenzialmente legato alla tesi principale: libertà-liberazione. Ma la libertà nella visione liberale è essenzialmente una categoria negativa: pretende di essere liberi da (J.S. Mill), non essere liberi diQuesto non è secondario, è l’essenza del problema.”

Secondo il filosofo e teorico russo, nell’essenza del liberalismo vi sono individualismo e nichilismo, assieme al progressismo e all’economia come destino.

Consiglio a tutti di leggere il lungo saggio del filosofo hegeliano e marxiano Costanzo Preve, La quarta guerra mondiale, (provocatoriamente, nelle intenzioni di Costanzo) edito da Edizioni all’insegna del Veltro, nel maggio del 2008. Parimenti, consiglio a tutti la lettura del breve ma illuminante saggio di Aleksandr Dugin, La prossima guerra come concetto, disponibile in rete e in traduzione italiana al seguente link: http://www.millennivm.org/millennivm/?p=755.

Eugenio Orso

Leggi il seguito in http://pauperclass.myblog.it/2014/07/27/verso-lapice-della-guerra-eugenio-orso/