Occorre segnalare che la Russia e l’Iraq hanno firmato nel 2012 un insieme di accordi sulla cooperazione tecnico-militare per un valore di 4.300 milioni di dollari. Dopo l’invasione dell’Iraq da parte dell’ISIS nel 2014, la Russia e l’Iraq hanno rapidamente implementato un contratto per rifornire Baghdad con armi russe mentre gli USA rifiutarono di consegnare all’Iraq aerei da combattimento F-16 già pagati. Successivamente, ci sono state molte denunce di una aiuto coperto fornito da parte USA all’ISIS sotto forma di aviolancio di casse con armi e munizioni da “misteriosi” aerei ed elicotteri, secondo quanto hanno segnalato incluso membri del Parlamento iracheno. Nel Giugno del 2017, la Russia e l’Iraq hanno firmato un contratto per rifornire il paese arabo con sofisticati carri armati T-90. In questo modo la cronologia di acquisti di armi russe da parte di Baghdad dimostra che l’Iraq preferisce queste ultime a quelle statunitensi. Nello stesso momento in cui Maliki si trovava a Mosca, il ministro della difesa iracheno, Irfan Hayali, visitava Teherán il 22 di Luglio del 2017, quando ha firmato con il suo omologo iraniano, Hussein Dahkan, un memorandoum di intesa sulla cooperazione nel camo della difesa fra i due paesi.

Questo evento ha rappresentato uno schiaffo di Baghdad dato a Washington perchè ha avuto luogo in un momento in cui la Casa Bianca accusava cinicamente l’Iran di esere un “patrocinatore del terrorismo” e stava richiamando gli alleati degli USA a “isolare il regime iraniano”. Questo dimostra il fallimento della diplomazia USA in Iraq, paese che ha sofferto precisamente il terrorismo dell’ISIS e altri gruppi takfiri wahabiti, tutti patrocinati dall’Arabia Saudita ed altri alleati degli USA nel Golfo. Per la precisione l’Iran e lIraq si sono ripromessi di rafforzare la loro cooperazione militare per fare fronte ai terroristi ed estremisti ed alla loro ideologia. In questo senso, la rivista nordamericana Newsweek riconosce che entrambi i paesi sono stati obiettivo di attacchi terroristici e combattono contro questa piaga. A differenza di quello degli USA, l’aiuto iraniano è stato determinante perchè l’Iran potesse frenare prima l’ISIS e poi passare al contrattacco e ottenere una serie di vittorie contro il gruppo terrorista, l’ultima delle quali è stata la liberazione di Mosul. Newsweek segnala che gli USA temono una alleanza strategica tra Iran e Iraq.La rivista enfatizza che i responsabili nordamericani non hanno reagito alla firma dell’accordo Iran-Iraq. Loro sanno che tale minaccia impedirà agli USA di giocare e fare danno, come ha fatto fino ad ora, alla sicureza dell’Iraq e di altri paesi della regione. Esiste inoltre un fattore religioso in questa alleanza che gli statunitensi non arrivano a comprendere. Due terzi degli iracheni sono sciiti e condividono le credenze della grande maggioranza della popolazione iraniana. Milioni di iraniani visitano i luoghi santi sciiti di Kerbala e Nayaf ogni anno e i vincoli di tipo familiare tra entrambe le popolazioni si stanno sempre più estendendo. I centri di apprendimento religioso doi Qom e Nayf mantengono solidi legami e non occorre dimenticare l’influenza della Mayaiyah (la Scuola Teológica di Nayaf) nella politica irachena. I saggi religiosi iracheni non desiderano vedere una presenza statunitense nel loro paese.
estratto da http://www.controinformazione.info/baghdad-si-unisce-allasse-mosca-teheran-damasco/