Alture del Golan

Cosa sono le Alture del Golan
Le Alture del Golan sono un altopiano che guarda verso la Siria e la Valle del Giordano, e che a causa della sua posizione strategica è stato fin dall’antichità al centro di dispute e scontri militari.

I territori di Israele dal 1948 al 1967

Prima della guerra del 1967, le Alture erano sotto la sovranità e il controllo della Siria ed erano abitate da circa 150mila siriani. Il conflitto iniziò dopo che Egitto, Siria e Giordania aumentarono la loro presenza militare ai confini di Israele, che decise di attaccare per anticipare le mosse dei suoi avversari arabi: nel giro di sei giorni l’esercito israeliano sottrasse la Striscia di Gaza e la penisola del Sinai all’Egitto, Gerusalemme Est e la Cisgiordania alla Giordania e le Alture del Golan alla Siria. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU approvò una risoluzione chiamata “terra in cambio di pace” (risoluzione 242), secondo la quale Israele avrebbe dovuto restituire i territori occupati in cambio del riconoscimento ufficiale dello stato israeliano, nato nel 1948, da parte dei tre paesi arabi. La risoluzione fu approvata anche dagli Stati Uniti, ma non fu mai applicata, perché gli stati coinvolti non si misero d’accordo su chi avrebbe dovuto fare il primo passo.

Nel dicembre del 1981 Israele approvò una legge che estendeva «leggi, giurisdizione e amministrazione» israeliane alle Alture del Golan. La legge, che prevedeva l’annessione di fatto dell’altopiano, fu giudicata «senza alcun effetto legale internazionale» dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che chiese al governo israeliano di ritirarla. Negli anni successivi il governo israeliano e quello siriano tennero diversi colloqui segreti per accordarsi sulla fine dell’occupazione militare di Israele. I negoziati si interruppero però nel 2011, con l’inizio della guerra in Siria.

Oggi le Alture del Golan sono abitate da circa 25mila drusi arabi e da 20mila coloni israeliani. La loro importanza per Israele è soprattutto strategica: l’altopiano è visto come una cosiddetta “buffer zone“, “zona cuscinetto”, che divide il territorio israeliano dalla Siria, dove negli ultimi anni si è rafforzata in maniera rilevante e notevole la presenza dell’Iran, storico nemico di Israele. Il governo guidato da Netanyahu ha parlato più volte della necessità di tenere lontani dai propri confini i soldati iraniani, che stanno aiutando il regime del presidente siriano Bashar al Assad a riprendere il controllo del suo paese. Israele considera la presenza dell’Iran una seria minaccia alla sua sicurezza nazionale, come dimostrano gli attacchi aerei compiuti in Siria negli ultimi mesi per colpire obiettivi iraniani o di Hezbollah, gruppo radicale libanese alleato dell’Iran.(1)

IL COMANDANTE DELLE FORZE DI TERRA IRANIANE PROMETTE DI LIBERARE LE ALTURE DEL GOLAN IN SIRIA DA ISRAELE

Il generale Kioumars Heydari, comandante delle forze di terra dell’esercito della Repubblica islamica dell’Iran, ha promesso di liberare le alture del Golan in Siria, che furono occupate da Israele nella guerra del 1967.

“Abbiamo inseguito i nemici fino alle alture del Golan, presto saliremo sul Golan e abbatteremo l’entità sionista,” Brig. Il gen. Heydari ha detto durante un discorso durante una parata del giorno dell’esercito a Teheran il 18 aprile.

Il mese scorso, gli Stati Uniti hanno riconosciuto la sovranità di Israele sulle alture del Golan occupate. Il passo è stato condannato dalla Russia, dall’Iran, dall’Unione europea, dalla Lega araba e persino dalla Turchia.

Il comandante iraniano ha continuato a criticare un’altra decisione degli Stati Uniti che riconosce il Corpo dei guardiani della rivoluzione islamica (IRGC) come un gruppo terroristico. Heydari ha detto che la decisione metterà in pericolo le truppe statunitensi in Medio Oriente.

“[La decisione] Rende le forze armate statunitensi una forza terrorista occupante che non godrà della sicurezza in nessuna parte del mondo”, ha aggiunto Heydari.

Due giorni fa, il parlamento iraniano ha approvato un disegno di legge che designava il Comando centrale dell’esercito americano (CENTCOM) che operava in Medio Oriente come gruppo terroristico. Il disegno di legge è stata una risposta alla recente decisione di Washington contro l’IRGC.

Le osservazioni del generale Heydari mostrano che l’Iran sta per rispondere alla politica estera ostile degli Stati Uniti in Medio Oriente, che ha già messo la regione sull’orlo di una nuova guerra.

Fonte: Mehr news

Traduzione: Luciano Lago


  1. https://www.ilpost.it/2019/03/28/israele-alture-del-golan-sovranita/
  2. https://www.controinformazione.info/gli-usa-hanno-pubblicato-mappe-in-cui-le-alture-del-golan-sono-il-territorio-di-israele/

Si scaldano i motori

Stesso giorno, tutt’altro teatro: Mar Nero, precisamente lo stretto di Kerch, preteso dal regime di Kiev  come sue acque territoriali  e attraversato dal lunghissimo ponte che unisce la Crimea  alla madrepatria, costruito  d’urgenza dopo il golpe ispirato dalla Nuland – il cui scopo finale era di impadronirsi della grande base russa di Sebastopoli  per interposto governo amico di Kiev.

Ebbene: specchio ‘acqua così sensibile (e dove Kiev  ha minacciato più volte di far saltare il ponte) due navi prendono fuoco ,  una  dopo un’esplosione, e affondano.  A tutto prima non è chiaro se si tratti di disgrazie accidentali, avvenute magari per incuria.  Sono due  navi-cisterna che battono bandiera della Tanzania. Muoiono almeno 14 membri dell’equipaggio (turchi, indiani) ed altri vengono soccorsi da navi russe. Passano poche ore e

22 gennaio:  il ministero dei Territori Temporaneamente Occupati di Ucraina (insomma il regime di Kiev) dichiara ufficialmente  che le due navi che hanno preso  fuoco e sono colate a picco, Venice e Maestro,  “erano coinvolte nella fornitura illegale di gas e greggio alla Siria dal 2016, secondo l’Ufficio per  il controllo dei beni esteri presso il Ministero del Tesoro Usa  (OFAC).

Aggiunge che una delle navi, la Venice, aveva il trasponder spento,  aggiungendo:  “Simili azioni di compagnie straniere impegnate nel trasporto marittimo sono un tentativo di evitare la responsabilità ai sensi della legislazione ucraina ed evitare possibili sanzioni internazionali per tali violazioni”. “Ora è difficile stabilire l’origine del gas che è stato trasportato, ma secondo le informazioni disponibili, le navi di Venice e Maestro sono state coinvolte nella fornitura di gas sia prodotto [dalla Russia illegalmente in]   sulla piattaforma  ucraina e consegnato da altri paesi “.  Insomma l’accusa è di aver venduto  gas  liquefatto  dell’Ucraina,  perché prodotto su una piattaforma   rivendicata dal regime di Kiev. A questo punto pare evidente che i due incendi ed affondamenti non abbiano nulla di accidentale: sono due atti di sabotaggio – di guerra  –  messi  segno dal regime di Kiev su  mandato USraeliano, contro la Siria e contro Mosca.

https://www.unian.info/world/10416540-ukraine-s-ministry-two-lpg-tankers-that-sink-near-kerch-illegally-supplied-gas-to-syria-since-2016.html

Israele ed Ucraina, accordo di libero scambio

Non è certo un caso se  il 21 sera, mentre esplodevano le due cisterne  nello stretto di Kerch, Netanyahu e Poroshenko hanno annunciato al mondo intero che “Israele e Ucraina hanno firmato un  accordo  di libero scambio”, a Gerusalemme, dopo la visita del milionario ucraino alla Yad Vashem. “E’ una giornata storica. [L’accordo di libero scambio] è un messaggio importante per gli uomini d’affari dei due paesi”, ha detto Poroshenko.

http://www.lefigaro.fr/flash-eco/2019/01/21/97002-20190121FILWWW00332-israel-et-l-ukraine-signent-un-accord-de-libre-echange.php?fbclid=IwAR3n2QMAWUzEUiEUUSCyTVQNtgwm4A-9tRu5rU2cHowxp2MUnZ0hInu4zMk

Il 21 gennaio  è avvenuto qualcosa anche nel Baltico : due  cacciatorpediniere lanciamissili USA, la USS Porter e  la Gravely, sono apparse improvvisamente mentre sembravano puntare verso la base russa di Kaliningrad. Due corvette russe immediatamente  mandate dalla base  hanno “scortato”  le due lanciamissili americane.  Armate di 56  Tomahawk, le due navi USA hanno voluto fare una provocazione, costeggiando le  acque territoriali russe.

Si tenga conto che anche nel Mar Nero, in questi stessi giorni, è ricomparso  il cacciatorpediniere americano USS Donald Cook, che viene tallonato anch’esso da vicino da navi da guerra russe. USA e navi degli alleati  NATO hanno aumentato la loro presenza nel Mar Nero dopo il misterioso “incidente” di tre piccole  e veloci navi da guerra  ucraine che sono penetrate oltre il ponte di Crimea senza avvertire, come  è obbligo  legale, l’autorità portuale (russa) di Kerch,  e senza fermarsi alla ripetute richieste di stop; alla fine  sono state mitragliate,   commandos russi se ne sono impadroniti e le navi catturate.

A proposito del Donald Cook, bisogna capire le affermazioni estemporanee  del politico israeliano Yaakov Kedmi  ad una tv russa: “Questa nave, se susciterà sospetti  [della marina russa] ha i minuti contati. Forse verrà  lanciato un missile, non ne sono sicuro. Il prossimo sarà lanciato dal fondo del mare, per quanto capisco degli eventi del Mar Nero”.

Una speranza o un progetto  di false flag?

https://it.sputniknews.com/mondo/201901227139938-Cacciatorpediniere-USA-mar-nero-morte-veloce/

kedmi

Questo Yakov  Kedmi è nato nel 1940 a Mosca,  e allora aveva cognome  Kazkov. All’età di 19 anni irruppe nel consolato israeliano a Mosca e iniziò una pubblica battaglia per aiutare gli ebrei dall’Unione Sovietica a trasferirsi in Israele. Dopo due anni riuscì a trasferirsi in Israele da solo e alla fine divenne il capo di Nativ – responsabile per l’Aliyah degli ebrei dell’Est europeo. Adesso è molto intervistato in Russia, dove continua per lo più ad abitare.

La densità temporale di queste provocazioni della superpotenza e del suo manovratore, l’aumentata letalità (si valutano fra 11 e 23 morti iraniani in Siria), la rapida escalation su vasti  teatri lontani fra loro, è  tremendamente significativa.  Spiega perfettamente la risposta dell’Iran, una minaccia (peraltro vuota) di distruggere Israele,  la promessa  di Damasco di ”bombardare Tel Aviv se il Consiglio di Sicurezza dell’ONU non mette fine alle intrusioni di Israele” nel suo territorio nazionale; e la Cina ha invitato “tutte le parti interessate  ad astenersi da qualsiasi iniziativa  che possa portare a crescenti tensioni”, dichiarando che “si deve rispettare e difendere la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale della Siria”.

https://www.maurizioblondet.it/lescalation-dei-giorni-scorsi-preparazione-a-varsavia/

La pacchia è finita

Gli aerei israeliani devono cessare fino a mercoledì i loro tipici svoli in violazione degli spazi aerei e siriani.  Ma sono stati presi di sorpresa anche gli americani, che hanno nella zona del Golfo la portaerei Truman (6 mila uomini d’equipaggio e 9 squadriglie di caccia-bombardieri) con la sua squadra d’appoggio, comprendente incrociatori lanciamissili.

Le forze navali presenti nell’area

F-16 israeliani intercettati nel cielo del Libano da aerei da caccia russi che li hanno forzati a rientrare in Israele. 

Si ritiene che i caccia israeliani abbiano voluto mettere alla prova le intenzioni russe, volando sul Libano però sopra i 19 mila piedi, dove il traffico civile è permesso (a quella quota si è comunque facile preda della contraerea siriana)

I due F-16 israeliani si sono visti affrontare da due Su-34, caccia-bombardieri di armamento decisamente superiore.  Che li hanno intercettati nei cieli del Libano –  ed è forse la prima volta in anni che i russi lo fanno – costringendoli a tornare indietro.

https://www.maurizioblondet.it/israele-la-pacchia-e-finita/

False-flag

D’altra parte  John Bolton ha  annunciato pubblicamente in anticipo,  il 23 agosto,  che gli Usa reagiranno “con molta forza” se Assad “userà di nuovo le armi chimiche”.  Minaccia a cui si sono unite Londra e Parigi.  Un annuncio che i  russi interpretano come il segnale di via libera alle forze terroriste in  campo di mettere in scena l’attacco al cloro.  La ripetizione dei pretesti di mesi ed  anni fa  (il primo “false flag  al cloro” risale al 2013 e doveva servire per l’invasione diretta degli occidentali in Siria). Ormai Mosca denuncia apertamente il prossimo false flag  americano.

Ciò non ferma le forze Usa, che hanno piazzato davanti alla Siria l’incrociatore Sullivan “con 56 missili guidati  e  un  bombardiere strategico B-1B con 24 missili guidati di stanza nella base aerea di Al Udeid in Qatar”.

Washington ha installato inoltre diversi radar nelle basi aeree delle città di Ramilan e Kobanê-Ayn al Arab, situate rispettivamente nella provincia di Hasaka e Aleppo  – segnala dal canto suo la agenzia irachena BAsNews, per formare una zona no-fly permanente nel terreno controllato dalle forze democratiche siriane (essenzialmente, i  curdi).

La Russia ha dovuto rafforzare le  sue  difese.  Con un’escalation che avvicina ancora una volta a d un conflitto  più vasto e   incontrollato , nel silenzio dei media europei.

I motivi di questa volontario  reinfiammare della Siria straziata, mentre ormai il conflitto volge al termine e un milione e mezzo di profughi siriani stanno  tornando alle loro case, ha diversi motivi.  Ma anzitutto:

Netanyahu si vendica di Putin mobilitando il Deep State

La rabbia di Netanyahu, che   non ha ottenuto quel che sperava da Mosca nei suoi  tanti incontro con “l’amico” Putin, un appoggio o neutralità contro la presenza di forze iraniane in Siria, la tacita adesione di Mosca ad una semi-annessione di fatto del meridione siriano,   che Bibi voleva unire al Golan già occupato e dove manteneva i “suoi” terroristi  islamici prediletti.

Invece, mettendo fine ad un periodo di voluta ambiguità  (c’è un potente lobby ebraica anche in Russia, probabilmente sono stati valutati i molti contro di un appoggio all’Iran),  Mosca ha dichiarato che saranno  piazzati otto avamposti militarizzati praticamente lungo la frontiera Siria-Israele; spingendo con energia le Nazioni Unite –  che non ne avevano alcuna voglia – a  prendere la responsabilità di questi avamposti e  della sicurezza  di quella comoda terra di nessuno dove Israele armava, riforniva, curava i suoi terroristi.  In pratica, una internazionalizzazione del problema,  avrà fatto urlare di rabbia Bibi che credeva di essersi messo in tasca Putin, e poi mobilitare   il Deep State americano  –  dimostrando ai russi di arene il pieno controllo –  per una ripresa bellica; persino  la riedizione del falso pretesto  senza alcuna variazione è un  messaggio di onnipotenza: possiamo far  bere ai media e ai politici occidentali quel che vogliamo. Le otto bombole di gas cloro  segnalate da Mosca, quanti sono gli avamposti, vanno considerate la firma.

https://www.maurizioblondet.it/siria-di-nuovo-guerra-causa-la-rabbia-di-bibi/

Israele insoddisfatta

Israele continua nel suo tentativo di provocare una guerra: la difesa aerea siriana intercetta missili contro installazioni di Homs e Damasco Le autorità di Tel Aviv sono insoddisfatte dell’operazione militare effettuata dal trio della NATO costituito da USA, Francia e Gran Bretagna e continuano per proprio contro ad attuare con attacchi aerei e missilistici contro la Siria. Il pricipio a cui si attiene Israele sembra essere quello di “battere il ferro”finchè e caldo e provocare uno stato di caos e guerra permanente in Siria. In questo senso si deve inquadrare l’ultimo attacco missilistico della notte scorsa che ha visto una serie di missili (sembra 10) sparati dallo spazio aereo libanese contro la base aerea di Shayrat nella provincia di Homs e contro postazioni militari nell’area di Damasco, vicino all’aereoporto di Al Damair. Una fonte militare siriana ha indicato che tutti i missili sono stati intercettati dalle difese aeree siriane e che questi non hanno provocato nè vittime nè danni. Anche la televisione di stato siriana e l’agenzia di stampa Sana avevano riferito che le forze armate siriane hanno respinto un attacco missilistico contro la base aerea di Shayrat nella provincia di Homs. La Tv ha spiegato che questi missili avevano sorvolato lo spazio aereo del Libano ed erano diretti contro posizioni militari a sud di Damasco. Si presume che, nella base militare presa di mira dai missili israeliani, vi siano presenti soldati delle forze speciali russe. Questo potrebbe determinare una reazione russa ed avere l’effetto di smuovere le autorità di Mosca dalla fase di “pazienza” che fino ad oggi è stata ostentata riguardo ai continui attacchi si Israele in Siria. La pazienza ha ormai un limite ed anche Putin inizia a ricevere forti critiche al suo interno per non aver ancora mai reagito decisamente agli attacchi di Israele, salvo esprimere condanne verbali. Il Pentagono ha dichiarato di non avere niente a che fare con questi attacchi, come confermato anche dal Dipartimento di Difesa USA.

Il ministro Liberman fra i suoi ufficiali

D’altra parte nella giornata di ieri il ministro della Difesa Israeliano Liberman aveva dichiarato che Israele non avrebbe accettato di rispettare i “paletti” imposti da Putin al Governo di Tel Aviv, ovvero di astenersi dall’effettuare altri attacchi. Il ministro ha dichiarato che Israele non terrà in considerazione alcun tipo di limitazione alle sue attività in Siria attinenti alla propria sicurezza in particolare la vigilanza contro la presenza iraniana che Israele non tollera. Probabile quindi che sarà proprio la presenza iraniana in Siria ad innescare il pretesto di una nuova offensiva in cui Tel Aviv farà di tutto per trascinare l’alleato USA, contando molto sul consigliere personale di Trump, il genero ultrasionista Jared Kushner. A tutto questo si aggiunge un forte accumulo di altri “ribelli” fra cui i terroristi dell’ISIS riciclati dagli USA presso la base di AL Tanf (siparla di oltre 90.000 elementi), nel sud vicino al confine giordano, e pronti ad attaccare nuovamente le forze siriane. Tutto fa pensare che i giochi in Siria si riaprano presto e che il Pentagono stia inseguendo l’attuazione del suo “piano B” per la Siria. di Luciano Lago Fonti: AL Mayadeen   Hispan Tv

https://www.controinformazione.info/israele-continua-a-provocare-per-trascinare-gli-usa-in-una-guerra-aperta/

Gaza lager

Grande, glorioso esercito ebraico. Del resto il giorno prima, 24, caccia israeliani  F-16 hanno colpito un non  meglio precisato “bersaglio di Hamas” a Rafaa, ossia in pieno abitato, in risposta a una terribile aggressione così descritta dallo stesso esercito di Sion: “Il reticolato di sicurezza presso  il kibbutz Kissufim era stato danneggiato e quattro palestinesi che portavano bottiglie piene di materiale infiammabile hanno attraversato illegalmente il confine, cercando di appiccare il fuoco ad una pala meccanica”.  Anche di questa intrusione c’è un breve filmato: i quattro palestinesi,  sono rientrati precipitosamente  a Gaza sotto il fuoco concentrato  dei soldati israeliani.

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Con l’occasione si è saputo che Tsahal  sparge dall’alto grandi quantità di pesticidi che rovinano le colture (per lo più agrumeti)   in quella che i i giudei chiamano la “zona tampone” – ovviamente tutta in territorio di Gaza, con la scusa mantenere “aperto il campo visivo” ai guerrieri sorveglianti  di là dal Muro.

Naturalmente spargono i pesticidi con una doviziosa abbondanza – gli ebrei sono generosi –  ben oltre la striscia di 300 metri che loro han dichiarato zona-tampone,  un nastro di suolo che copre il 35%  dei terreni agricoli  rimasti agli assediati di Gaza.

Questa abbondanza di pesticidi ed altri defolianti   e tossici ha ridotto   la parte dell’agricoltura nella (misera) economia d Gaza dal 12 per cento del PIL nel 1994, al  3,3% nel 2015; riducendo anche le possibilità di lavoro nella Striscia, dove la disoccupazione supera la metà della popolazione, e l’agricoltura rappresenta l’8,7 per cento  dell’occupazione  locale.  Incredibilmente, questo problema è stato segnalato dal consolato francese a Gerusalemme.

Gaza  è un lager  reso innovativo dalla geniale creatività ebraica: se nei lager nazisti e nel GuLag sovietico era l’amministrazione carceraria che forniva a sue spese i pasti, sia pur  ovviamente da fame, nel lager ebraico di Gaza sono gli internati detenuti che devono sforzarsi di produrre il loro cibo, a loro spese, sotto gli occasionali bombardamenti e le regolari vaporizzazioni di pesticidi dei sorveglianti.

https://www.maurizioblondet.it/gaza-israele-apre-la-stagione-caccia-sugli-inermi/

Teatri di guerra

Abbiamo solo l’imbarazzo della scelta:

Siria = Sembra ormai archiviata anche la battaglia all’interno della città di Damasco, dove i “ribelli” sono imbarcati su autobus e scortati dai Russi fuori dall’area verso Idlib; da lì potranno tornare nei paesi di origine.

Libano= Il Comando europeo dell’esercito statunitense (Eucom) da parte sua fa sapere che, in caso di bisogno, i soldati americani potranno arrivare in Israele in due o tre giorni. Per le esercitazioni congiunte gli Usa schierano anche la portaelicotteri d’assalto USS Iwo Jima e la nave da guerra USS Mount Whitney, il sistema di difesa anti-missile balistico Aegis, 25 aerei. Alle manovre in corso si aggiungono le dichiarazioni fatte a inizio settimana da Benyamin Netanyahu in visita a Washington dove ha incontrato Donald Trump. Il premier israeliano ha insistito sull’appoggio pieno della Casa Bianca a Israele, in particolare su una politica del pugno di ferro contro Iran e Hezbollah.

Donbass = Per ora la situazione è ancora quella di novembre:

https://terzapaginaweb.wordpress.com/2017/11/11/donbass/

Sceneggiata napoletana

Non è mancata la reazione pacata e ferma di Mohammad Zarif, il ministro degli Esteri iraniano il quale ha accusato Natanyahu di aver organizzato un “circo caricaturale” per aver presentato un pezzo di drone presunto iraniano caduto sul territorio israeliano. Lo stesso Zarif ha dichiarato che “le accuse farmeticanti di Netanyahu non meritano la dignità di una risposta”ed ha lamentato che alcuni stati approfittano di questi consessi internazionali per lanciare accuse infondate contro i loro vicini con l’obiettivo di creare il caos”.

Un altro diplomatico iraniano presente al foro di Monaco ha indicato che la prossima volta avrebbe potuto portare alla riunione, a scelta, o un pezzo parte di missile di fabbricazione israeliana caduto sul territorio siriano colpendo obiettivi militari o civili della Siria, oppure un pezzo di bomba a frammentazione saudita caduta su obiettivi civili nello Yemen, dove queste bombe illegali hanno causato migliaia di vittime fra la popolazione civile. Questo per ripagare con la stessa moneta la “sceneggiata fatta dal premier israeliano.

Come ha dichiarato il ministro degli esteri iraniano Zarif, questo discorso di Netanyahu è niente altro che una caricatura considerando che Israle ha realizzato attacchi aerei continui sul territorio della Siria, ha minacciato ed invaso il Libano più volte e, in questo contesto accusa l’Iran di inviare un drone sul sui territori occupati (il Golan siriano) che è come quando un ladro accusa gli altri che lo stanno rubando e questo quando è noto che è Israele che cerca di dividere gli stati vicini per avere l’egemonia sulla regione, incluso appoggiando i gruppi terroristi. Risulta evidente che Netanyahu cerca di distogliere l’opinione pubblica dalle aggressioni di Israele e, in particolare in questo momento, quando lo stesso Netanyahu è accusato di corruzione e viene richiesto di dare le dimissioni per lo scandalo in cui è coinvolto. Pertanto queste accuse contro l’Iran che provengono da Netanyahu mancano del tutto di credibilità. Il primo atto della scena teatrale si è poi chiuso e sul consesso di Monaco è calato il sipario.

https://www.controinformazione.info/netanyahu-recita-a-monaco-la-sua-sceneggiata-teatrale/

Il terrore Talmudico

Mi risparmi il lettore la lezioncina sull’UNESCO come creazione massonico-britannica, evitino di ricordarmi che il suo primo direttore fu il darwinista Julian Huxley, della nota famiglia globalista, poi direttore anche del WWF; mi creda il lettore, lo so. Magari glielo ho anche insegnato io in scritti lontani: ONU e suoi organismi, UNICEF, UNESCO, eccetera, non possono essere ritenuti ”la civiltà”, che furono fondati come organi del governo mondiale futuro eliminatore di ogni sovranità e identità promosso dalla finanza anglo-ebraica. Lo so. Ma proprio questo conferma ciò che dico: i due paesi hanno preso apertamente congedo dalla “civiltà come la intendono loro”; quella “civiltà” che hanno costruito con le loro opere di leone e di volpe, quell”ordine” falso in cui ci hanno rinchiuso tutti noialtri. Ora, Israele col suo Golem butta via quell’ordine ché non le serve più, mostrando il suo vero volto finale: “la barbarie”, dice Philippe Grasset; ma è più preciso dire: il Terrore talmudico, perché con quegli atti Israele (col il suo Golem) mostrano in modo patente, arrogante, che loro non si sentono obbligati più a nessun trattato sottoscritto, a nessun dovere di lealtà verso gli altri esseri umani (ovvio, siamo “animali parlanti”), a tener fede ad alcun impegno preso sul piano internazionale
http://www.maurizioblondet.it/trump-shabbos-goy-del-impero-talmudico/

Ubi maior, minor cessat

Nonostante l’opposizione manifestata da Israele, la Russia ha proceduto a schierare un proprio contingente di truppe sul terreno nel sud della Siria nelle vicinanze delle Alture del Golan siriano (occupate da Israele ) per monitorare il regime di tregua stabilito. I media locali hanno informato circa i movimenti delle forze russe che hanno preso posizione già da Lunedì e si sono attestate nei pressi della città di Izra, nella provincia meridinale di Darra, dove realizzeranno la missione di vigilare l’adempimento della tregua stabilita nel sud del territorio siriano, tregua che era stata concordata negli accordi intervenuti rispettivamente fra il presidente Vlady Putin ed il presidente Donald Trump, lo scorso 7 di Luglio. Questa è la prima volta che la Russia schiera le proprie unità militari di questa consistenza in tale zona, per quanto il suo personale militare si trovava già nella città di Daraa per asssitenza militare ed addestramento delle truppe dell’esercito arabo siriano. Da fonti israeliane risulta che le forze russe, inclusi reparti speciali Spetsnaz, si stanno preparando a prendere posizione nei prossimi giorni anche nella zona di Al-Quneitra, nelle vicinanze delle alture del Golan siriano occupate da Israele. Tel Aviv ha comunicato a Washington ed a Mosca di opporsi totalmente alla presenza miltare russa sulla frontiera che divide con la Siria e sui territori occupati della Palestina, tuttavia la parte russa ha provveduto a vigilare con propri mezzi le nuove zone di distensione concordate.

Reparti speciali russi in Siria

Le autorità militari israeliane sostengono che l’accordo di tregua nelle regioni di Darra, Al Queneitra e Al Sweida potrebbe consentire l’incremento della presenza militare delle forze iraniane e del Movimento di Hezbollah (libanesi), fatto questo che costituirebbe una nuova sfida per le forze militari israeliane (IDIF) sulla zona, abituate a sconfinare ed a appoggiare i gruppi terroristi anti siriani che venivano riforniti ed assistiti dalle truppe israeliane. L’accordo citato si è realizzato dopo che la Russia, l’Iran e la Turchia avevano adottato nello scorso mese di Maggio il principio di creare quattro zone di sicurezza per instaurare una tregua duratura nelle varie regioni della Siria. Fonti: Al Masdar News – RT Actualidad Traduzione e sintesi: L.Lago

http://www.controinformazione.info/la-russia-mette-sotto-scacco-israele-inviando-proprie-truppe-nel-sud-della-siria/

Conflitti asimmetrici

PressTV 13 luglio 2017Dalla sfortunata nascita d’Israele in Medio Oriente, gli Stati Uniti hanno fatto di tutto per evitare a Tel Aviv il diretto coinvolgimento nei conflitti che scatena nella regione. Il piano di pace Israele/Palestina non è mai stato volto ad offrire pace ai palestinesi, ma a privarli della loro forza, della capacità di combattere militarmente Israele. Ma tale stratagemma non ha funzionato in Libano, dove Hezbollah sconfisse militarmente Israele nel 2006. Ma i cambiamenti che si verificano in Medio Oriente garantiranno la sicurezza d’Israele? Il “caos costruttivo” auspicato ai tempi dall’ex-segretaria di Stato Hillary Clinton in Medio Oriente e che doveva mettere i Paesi della regione l’uno contro l’altro, ha davvero rafforzato la sicurezza del regime israeliano? Se sei anni di guerra totale contro Damasco lasciano, come desiderano gli Stati Uniti, una Siria in rovina, è una vera vittoria per Israele?
1. La guerra in Siria ha aiutato la nascita di “forze paramilitari” che in alcuni casi saranno il nucleo dell’”esercito regolare” nei rispettivi Paesi. Questa prospettiva è ciò che più terrorizza il regime d’Israele che alimenta il militarismo ma nega ad ogni Stato il diritto di difendersi.
2. Ma non è tutto: le guerre sponsorizzate da Washington in Medio Oriente infine trasferiscono ai “corpi paramilitari” altra tecnologia missilistica di qualsiasi gittata: media, non balistica e persino balistica. Queste decine di migliaia di combattenti, specializzati nelle battaglie asimmetriche, ora potranno impiegare questi sistemi.
3. Peggio ancora, si assiste alla nascita di una nuova generazione di comandanti, finanche specializzati in battaglie asimmetriche e in grado di comandare truppe in qualsiasi scontro militare futuro.
4. Facilitando il traffico dei terroristi, facendo di tutto per armarli ed equipaggiarli per combattere in Siria l’esercito e la popolazione, gli Stati Uniti hanno creato un vero e proprio meccanismo per alimentare lo SIIL con migliaia di terroristi provenienti da Asia centrale e orientale, Turchia, Arabia Saudita ed Europa. Altri Paesi potrebbero seguire l’esempio, questa volta contro Israele.
5. Tale meccanismo viene ricordato in uno dei recenti discorsi del Segretario generale di Hezbollah Hasan Nasrallah, secondo cui permetterà “qualsiasi confronto militare con Israele in futuro” da parte di un esercito di decine di migliaia di “resistenti” palestinesi, iracheni, siriani e yemeniti.
6. Il “caos controllato” degli statunitensi ha certamente scosso le fondamenta di diversi Stati della regione, ma resta il fatto che questi Stati ora sono tutt’altro che facile preda del Pentagono. Le forze paramilitari sono nate sulle rovine di Iraq, Siria, Afghanistan e Yemen e sono pronte a dare battaglia a Washington, dove domina la riluttanza ormai palpabile ad “occupare” intere regioni dei Paesi aggrediti. Non sembra più il 2003, quando le truppe statunitensi sbarcarono in Iraq per “liberarlo” e restarci!
7. Nei 14 anni passati dall’invasione dell’Iraq, 6 dall’inizio della guerra in Siria, 3 dall’assalto allo Yemen, e la battaglia di Mosul è durata quasi un anno, il Medio Oriente assiste alla nascita di “forze” dalla grande efficienza in combattimento. Sono le forze che hanno sconfitto lo SIIL e che non esiteranno quando arriverà il momento di affrontarne i “mentori statunitensi ed israeliani”. Questi veterani affrontato gli statunitensi ai confini siriano-iracheni da non più di due mesi, quando avanzavano nel deserto della Siria da al-Tanf ai confini con l’Iraq. I caccia statunitensi li bombardarono, ma continuarono l’avanzata, come se nulla fosse accaduto. Fanno parte delle Forze di mobilitazione popolare dell’Iraq, delle Forze popolari siriane, del movimento yemenita Ansarullah o libanese Hezbollah, guerrieri che condividono una cosa: la ferma convinzione che la sopravvivenza delle popolazioni del Medio Oriente passi dalla resistenza all’aggressione delle grandi potenze.
In questo contesto, la prossima guerra che Israele vorrà lanciare contro Hezbollah sarà diversa, Israele è ben consapevole della superiorità dell’Asse della Resistenza nei combattimenti a terra, una superiorità che prevarrà nei prossimi scontri e non saranno le relazioni privilegiate di Tel Aviv con Mosca che impediranno alla resistenza di reagire a qualsiasi offensiva israeliana. Il Medio Oriente nel 2017 non è più quello degli anni ’70 o del 2006. Qualsiasi desiderio di colpire gli Stati della regione produrrà una risposta.

https://aurorasito.wordpress.com/2017/07/14/israele-paghera-caro-la-strategia-del-caos-degli-stati-uniti/

Cannoni elettromagnetici

L’abbattimento di un drone israeliano lo scorso  martedì a Quneitra, poco dopo il suo ingresso nel cielo siriano e un missile sparato in direzione degli obiettivi militari israeliani, costituiscono un chiaro avvertimento della Siria ad Israele nel senso di indicare che le regole del gioco sono cambiate in modo sempre più imprevedibile per l’entità sionista. Secondo il giornale Rai al Youm, questo abbattimento deve essere tenuto in conto visto che riflette un cambiamento strategico dell’equilibrio di forze sul fronte sud della guerra, quella che oppone la Siria ad Israele. Secondo il canale in lingua araba Al Alam, che cita il giornale russo Rossiyskaya Gazeta, i russi hanno dotato i loro alleati siriani di cannoni elettromagnetici che paralizzano i sistemi di controllo ed i radar dei droni e degli aerei israeliani mediante emissione di onde elettromagnetiche e provocano la loro caduta. La stampa russa afferma che questo tipo di cannoni possono essere collocati in ogni tipo di veicoli blindati ed intercettare aerei da caccia moderni, inclusi quelli la cui carlinga sia ricoperta da rivestimenti plastici. Il cannone conta con molteplici antenne per emettere onde elettromagnetiche di ampia gamma. Risulta anche possibile che i russi decidano di andare più in là ed attivare gli S-300 contro i caccia israeliani.

leggi tutto http://www.controinformazione.info/cannoni-elettromagnetici-in-siria-contro-i-droni-e-contro-gli-aerei-israeliani/