Parte seconda

Ed eccoci arrivati agli anni ’90. L’Italia è diventata una grande potenza economica, ma priva di sovranità e priva di una classe dirigente che sappia o che voglia condurre la sua azione a vantaggio della nazione. Ecco il Britannia, ecco le privatizzazioni selvagge, ecco l’ingresso nell’euro: le tappe della svendita del Paese e del tradimento ai danni del suo popolo. Francia e Gran Bretagna, superate dall’Italia, sia pur di poco, sul piano economico, avendo però conservato delle classi dirigenti degne di questo nome, sono riuscite a riprendersi. Si pensi all’azione di risanamento dell’economia avviata da Margareth Thatcher, quando la Gran Bretagna pareva avviata a un inesorabile declino. Anche l’Italia avrebbe potuto riprendersi e tornare a giocare la grande partita, ma non ha avuto la minima chance, perché la sua classe dirigente aveva già deciso di tradirla e di badare solamente ai propri affari e soprattutto alla conservazione dei propri privilegi. Meglio un potere in conto terzi, che nessun potere: così essa ha ragionato, e così ragionano ancor oggi i Gentiloni, i Renzi, i Zingaretti, i Di Maio, i Grillo, e tutti gli altri che non vale neppur la pena di nominare tale è la loro inconsistenza e nullità sul piano della competenza, specialmente i ministri dell’Economia e dei dicasteri ad essa collegati di questi ultimi due decenni. La storia dell’Italia nell’euro è la storia di un suicidio assistito, di una eutanasia programmata. La prova del ruolo subalterno cui le classi dirigenti italiane si sono adattate è che ogni qualvolta un governo ha cercato di riguadagnare qualche margine di autonomia, è stato riportato all’ordine, o fatto cadere, da manovre speculative e ricatti finanziari, la salita dello spread e i giudizi impietosi delle agenzie di rating; ogni volta che al potere è salito un governo docile (preferibilmente non eletto dal popolo: vedi Monti, Letta, Renzi e Gentiloni e, ora, il Conte Bis) i poteri forti della finanza hanno allentato un po’ la presa, distribuendo elogi a quei primi ministri e assegnando all’Italia lo zuccherino per essere stata buona e obbediente.
Altro esempio. Come è possibile che un manager pubblico, dopo aver portato al disastro l’azienda che gli era stata affidata, venga liquidato con il massimo della buonuscita e degli onori? In un Paese normale, cioè dotato di sovranità, un simile signore verrebbe sottoposto a inchiesta e probabilmente processato. Evidentemente, quel premio e quelle gratifiche attestano che egli ha fatto bene il suo lavoro: che non era quello di far prosperare l’azienda a lui affidata, ma di affossarla. Altro esempio ancora. In un Paese sovrano, il governo non consente che i suoi più grossi imprenditori si trasferiscano tranquillamente all’estero, senza aver restituito un centesimo di quanto hanno ricevuto dallo Stato per anni e per decenni: eppure la FIAT ha fatto questo, e ora in Italia non paga nemmeno più le tasse, dopo aver licenziato tutti gli operai che non le servivano quando ha decisi di andarsene. Curioso, vero? Ciò accade quando la classe dirigente e l’interesse nazionale viaggiano su binari diversi e del tutto divergenti. Quel che è buono per la classe dirigente è cattivo per quella nazione. I magistrati che lottano seriamente contro la mafia vengono trasferiti o assassinati, quelli che fingono di non vedere i boss latitanti che girano per la strada a viso aperto, restano e fanno carriera. Una selezione all’incontrario, appunto: vince chi fa peggio. La cosa è tanto evidente che perfino i ciechi dovrebbero vederla.
E tuttavia, il popolo italiano stentava a rassegnarsi: possedeva ancora una spina dorsale, quella eroica classe di piccoli imprenditori, artigiani e commercianti che nonostante tutto, benché spremuti da un fisco assurdamente rapace e ostacolati da normative europee tanto capziose quanto irrazionali, ha seguitato a lavorare, a produrre, a risparmiare. Bisognava abbatterlo, perché solo spezzando la spina dorsale del popolo italiano si sarebbe potuta realizzare l’agenda assegnata dai poteri forti della finanza internazionale alla classe dirigente italiana. L’emergenza sanitaria per il Covid-19 è servita a questo: a distruggere quell’ultimo nucleo di resistenza, quell’irriducibile zoccolo duro. Alcuni mesi di blocco pressoché totale del fatturato avrebbero piegato l’ultimo ostacolo: ed è quel che il signor Conte sta facendo, scientemente e deliberatamente, per conto e nell’esclusivo interesse dei suoi padroni e burattinai. Di nuovo, si obietterà: ma gli italiani non sono obbligati a votare per della gente di tal fatta. Vero. Però, a parte il fatto che gente di tal fatta non ha bisogno del voto degli italiani per arrivare a palazzo e chiudervisi dentro tutto il tempo che vuole, se non c’è la sovranità dello Stato, non ci può essere una classe dirigente capace di rappresentarli e interessata a farlo, ma solo una classe di servi che più o meno si equivalgono, a sinistra, al centro o a destra.
Prendiamo il caso del Movimento 5 Stelle: si è presentato come antisistema, è stato votato perché diceva di voler uscire dall’euro; e cosa ha fatto, non appena giunto a palazzo? Si è incollato alle poltrone e ha fatto esattamente il contrario di ciò che aveva promesso agli elettori. Questa è la situazione. E ci siamo arrivati per gradi, lentamente, partendo dall’8 settembre del 1943. Il merito è stato abolito e la carriera è stata assicurata ai mediocri, purché obbedienti e allineati. Migliaia di italiani colti, intelligenti, preparati, onesti, sono rimasti al palo, ignorati dal sistema: hanno fatto carriera gli altri, quelli che si sono messi in vendita sul mercato delle vacche. Lo stiamo vedendo anche nell’ambito medico e scientifico, proprio in questi giorni di emergenza sanitaria. Non parliamo del giornalismo e dell’informazione: è arrivato il momento della più grave crisi mai vissuta dal Paese dopo la Seconda guerra mondiale, e quasi tutti hanno mostrato il loro volto di mediocri, di servi, di mercenari pronti a vendersi. Si son messi a ragliare, a grugnire, a latrare secondo gli ordini del padrone. Padrone che, lo ripetiamo, non si trova in Italia, perché essa non è più uno Stato sovrano. Come ne usciremo? Male, malissimo, se non correremo ai ripari: fermando e processando i traditori. Ma per farlo ci vogliono fierezza e idee chiare. Dove trovarle, se non tornando al Dio dei nostri padri?

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/una-classe-dirigente-che-tradisce-va-processata

Premio Darwin

Non volevo tornare sulla  auto-strage di Castaldaccia, dove il premio Darwin  (per le specie che non riescono nella lotta  per l’esistenza) ha prelevato il suo  tributo di nove morti e due famiglie distrutte.  Anche perché  è ripetitivo constatare  – per l’ennesima volta, nell’ennesima tragedia del Sud – come   essa sia dovuta a ignoranza quasi sub-umana  e stupidità esasperante delle vittime. Qui sotto un altro mio articolo sullo stesso tema:

ISCHIA. UNA MUTAZIONE ANTROPOLOGICA.

Citrulli

Nella sua pagina Facebook  potete ascoltare il discorso di Luigi Di Maio dopo il rifiuto di Mattarella nei confronti di Paolo Savona (ne abbiamo parlato ampiamente ovunque); la cosa più rilevante è che a fianco appaiono i commenti in diretta degli ascoltatori e molti di loro danno la colpa a Salvini che si è “irrigidito”  (la stessa tesi suggerita dal Quirinale e che sarà ampiamente ripresa dai media) sul nome del ministro per l’economia.

Molto correttamente Di Maio ha precisato che qualsiasi nome analogo sarebbe stato accolto allo stesso modo, ma gli italiani preferiscono trasformare tutto in beghe da pollaio,  perché sono le uniche che sono in grado di comprendere.

Ecco perché la fortunata circostanza di una concordia di intenti non si ripresenterà: succederà sicuramente qualcosa che impedirà ogni futura elezione finché questa artificiosa costruzione europea crollerà su se stessa.

Amen!

Il partito di Pulcinella

Elena Quidello

E’ inaccettabile che i cittadini italiani debbano assistere ad una logorante lotta tra chi deve governare e chi deve rimanere fuori. Il fatto che questa sciocca presa di posizione tra chi ha più diritto dell’altro a prendere le redini del paese venga proprio dai ragazzi pentastellati che vantano di essere il primo partito italiano. Questo è ancor più inammissibile perché è evidente che questi ‘bambocci’, figli di una diversa generazione, la guerra dei nostri padri , nonni e lontani parenti non l’hanno vissuta, né studiata, né compresa , né hanno compreso come la politica italiana dopo la Seconda Guerra mondiale si sia dipanata fino ai nostri giorni tra stragi e omicidi politici mai puniti. Se i 5S lo avessero compreso, avrebbero un atteggiamento conciliante e rispettoso verso tutti quei politici che al governo del paese hanno dovuto , dal dopoguerra in poi subire le direttive, le minacce e gli assassinii di quella Oligarchia massonica che ancora governa il mondo con la sua fabbrica di bugie, con il ricatto di stato e con la eliminazione fisica di avversari politici, ma anche di scienziati dai quali rubano le innovazioni e poi li sopprimono per evitare che il know how finisca nelle mani non solo dei governi rivali ma anche di quei governi chiamati alleati che nonostante tutto, subiscono lo stesso trattamento dei nemici. Tutto questo senza alcuna pietà e senza alcun rispetto per la libertà dei popoli. Noi italiani, siamo un popolo malato che vorrebbe salvare quello che di più grande era riuscito a conquistare con guerre fratricide: la libertà. Ma la vera libertà, quella che ti da la indipendenza e l’autonomia di decidere nel tuo paese, non c’è mai stata. Abbiamo vissuto una libertà condizionata , in una galera virtuale dove gli ordini non rispettati potevano condurti alla morte. Dopo che l’Unione Europea ha mostrato il suo volto ambiguo fatto di pressioni, di corruzioni , di falsi spread e di debito pubblico infinito, di fiscal compact …. dopo che le più grandi e fiorenti attività commerciali e industriali italiane sono state vigliaccamente distrutte perché così doveva essere secondo gli ordini dall’alto; e dopo il vile tradimento dell’euro, invece di raccogliere i cocci e di unirci in preghiera perché Dio salvi questo popolo ancora diviso, ‘arrivano i ‘bambocci ‘ dei cinque stelle che, con sfrontata presunzione, reclamano la presidenza del consiglio a Di Maio a tutti i costi. Ma chi sono questi ragazzi che sanno parlare bene e alla prima ventata d’oltre oceano sbandano, e come coniglietti impauriti, stravolgono tutti quei programmi con i quali hanno gettato l’amo alle folle italiane affamate di giustizia? Gli italiani hanno abboccato . Hanno creduto che finalmente venivano i cinque stelle che con le bacchette magiche dovevano trainarli su carrozze volanti nei cieli della giustizia, della libertà, dell’abbondanza per tutti. Da un Grillo arrabbiato abbiamo ascoltato le loro proteste, le loro accuse, abbiamo riso nel vedere le performance di Grillo che con le sue divertenti arringhe chiedeva agli italiani di mandare i politici incapaci a quel ‘posto’. E oggi , dopo aver rinnegato tutto quanto per cui giuravano di lottare per salvare l’Italia dal giogo di una sinistra asservita in tutto alle decisioni, alle intimidazioni di una Europa altrettanto divisa nelle sue disuguaglianze sociali , politiche e monetarie , tutti compatti hanno deciso di sostenere l’Europa così come essa è, hanno deciso che la Nato è una istituzione necessaria che non va messa in discussione, né eliminata, che l’euro è una ‘cosa buona e giusta’ per gli europei e ancor più per gli italiani ricchi diventati poveri e per quelli poveri senza moneta e senza futuro. Insomma, hanno ritrattato tutto. Verrebbe da chiedersi chi è che ha veramente gestito e tirato le fila di questo ‘carrozzone’ dove le poche cose buone che sono state dette per far cadere gli italiani nella rete. ora rischiano anche di essere dimenticate?

Segretario NATO Stoltenberg con Junker

Di fronte a questo ‘voltabandiera’ non c’è che una sola persona che possa garantire stabilità e serietà nella applicazione dei programmi comuni: Matteo Salvini, proprio il leader più odiato dalla sinistra e dai ‘capi’europei. Lui non è andato nelle piazze a gridare ‘vafa…’ e sempre con compostezza ha avuto il coraggio di dire la verità nelle piazze come nel parlamento Europeo , cosa che quasi nessun europarlamentare italiano aveva mai osato con tanta sincerità e tanto ardire in un luogo dove il politicamente corretto è quasi un obbligo. Ovunque la bugia ha dominato questa campagna elettorale. La diffamazione della destra come partito fascista che doveva spaventare gli italiani e dirigerli verso il PD considerato unico partito degno di affidabilità, ha invece sortito l’effetto contrario. Il centro destra ha vinto e se i cinque stelle ( la cui stella a cinque punte ha già in se una ambigua connotazione massonica ) sono riusciti a fare il pieno, lo si deve proprio a quelle proteste gridate da Grillo nelle piazze, con cui l’italiano medio si era identificato. Via questa Europa, via l’Euro, via la Nato, via le sanzioni alla Russia ….. Oggi, queste parole suonano come una corda stridula perché la musica è cambiata e Di Maio reclama il suo ruolo di ‘prima donna’. A Di Maio direi di andare a ricercare tutti i martiri politici caduti per mano di quella Oligarchia che ha dettato legge segretamente e che oggi quasi sicuramente anche Grillo e lo stesso Di Maio temono. E se Di Maio insiste sulla sua assurda e incomprensibile posizione di solista del bel ‘canto’, è segno che qualcosa di molto più grande gli impedisce di arrendersi. La fermezza con cui Di Maio comanda che Berlusconi e quindi ‘ Forza Italia’ rimanga fuori , potrebbe non essere ‘farina del suo sacco’. C’è qualcuno dietro Di Maio che gli suggerisce di insistere contro Berlusconi o che voglia impedire l’alleanza Salvini di Maio? E questo qualcuno potrebbe avere a che vedere con l’articolo scritto da Paolo Becchi e Giuseppe Di Palma? (leggere estratti dell’articolo nella pagina seguente) . E’ probabile che con i cinque stelle possa essere stato creato un altro punto di forza filo massonico di cui gli italiani dovrebbero, secondo le intenzioni di chi ha gestito, gestisce ed ha finanziato questo movimento, fidarsi? L’ ambigua strategia che doveva impressionare gli italiani sulla bontà della filosofia ‘pentastellata’ era l’ordine categorico di rinunciare ad una parte di stipendio perché in tal modo gli italiani dovevano convincersi che con i cinque stelle la giustizia avrebbe trionfato sulla corruzione imperante delle altre forze politiche. Una imposizione dall’alto quella di rinunciare ad una parte consistente del salario, non una libera scelta dei candidati perché solo con gli inganni la politica del più forte può raggiungere lo scopo prefissato. Di Maio non sa e non può sapere quali e quante braccia hanno avvolto i nostri politici per indurli a presentare e a far votare questa o quella legge a cui gli stessi non si sono potuti sottrarre pena una probabile morte accidentale. E ‘del 6 aprile , infatti, l’articolo del prof. Paolo Becchi e Giuseppe Palma apparso su ‘Imola Oggi’, ma anche su ‘Libero’ e sul sito di Paolo Becchi, dal titolo: “Occorre una Commissione Parlamentare d’Inchiesta su Napolitano e Monti.”Un lungo articolo di cui la scrivente riporta una parte essenziale per comprendere il meccanismo perverso che fu adottato dal 2011 al 2014. Quando cioè l’ex presidente della repubblica G. Napolitano giocò un ruolo predominante nelle dimissioni dell’ ultimo esecutivo guidato da Berlusconi nonostante non vi fosse stata alcuna crisi di governo , né parlamentare, nè extraparlamentare. A testimoniarlo ci sarebbero l’ex segretario al tesoro della prima amministrazione Obama, Timothy Gerthner, che nel suo libro ‘Test Stress’, parla di ‘alti funzionari europei ‘ che chiesero aiuto agli americani per far cadere il Governo Berlusconi. Secondo gli autori, Napolitano dovrebbe rispondere davanti ad una commissione parlamentare anche per altri fatti.: la guerra alla Libia dove Berlusconi fu costretto ad aderire all’asse franco-americano, presieduto da Sarkozy , e il mancato scioglimento delle camere nel 2014 quando la Corte Costituzionale dichiarò l’incostituzionalità del ‘Porcellum’ . Per quanto riguarda Monti, Paolo becchi e Giuseppe Di Palma ricordano quando il ministro della Giustizia Andrea Orlando nel 2016 affermò che nel 2012 , se il parlamento non avesse votato ‘il Pareggio di Bilancio’ in Costituzione, la BCE avrebbe ‘chiuso i rubinetti.,’ e fu sempre lui che nel marzo 2012 fece firmare il Famigerato Fiscal Compact che prevede zero spesa a deficit (cioè il pareggio di bilancio), e fu ancora il presidente del Consiglio Monti che nell’Aprile 2012 fece approvare in Parlamento in seconda votazione, il pareggio di Bilancio in Costituzione . Tutto questo avvenne sotto l’impulso di Monti. E non è tutto; nel lungo articolo si legge che Monti dovrebbe rispondere di tradimento per aver giurato da presidente del consiglio che avrebbe fatto solo gli interessi della nazione. Al contrario in una intervista alla CNN ( emittente televisiva fedele alla ’Oligarchia finanziaria che manda in onda anche notizie false), Monti avrebbe detto:” Stiamo effettivamente distruggendo la domanda interna attraverso il consolidamento Fiscale” il che equivarrebbe a dire che : Stiamo impoverendo i cittadini italiani attraverso la morsa fiscale . Il tutto allo scopo di ritornare ad essere competitivi favorendo le esportazioni distruggendo però la domanda interna in un regime di cambi fissi (l’Euro). Per leggere tutto : vedi: paolobecchi/occorre-una-commissione-parlamentare-dinchiesta-su-napolitano-e-monti/ La sinistra italiana e i due importanti personaggi che hanno appoggiato in toto la politica distruttiva della Oligarchia Usa saluterebbero volentieri un Governo PD+ M5S cosa che sarebbe rassicurante per Napolitano e per Monti. Questo perché mai la sinistra di Renzi remerebbe contro Napolitano né il Movimento Cinque stelle che, nel frattempo, convertitosi ad una politica di allineamento USA, non avrebbe motivi di rinvangare gli errori volutamente commessi nel passato dai summenzionati. Quello che tutti dimenticano è che siamo alle soglie di un’altra terribile guerra. Come scrive Blondet in un suo articolo letto e pubblicato verso la metà dello scorso febbraio, in Europa si parla di nuovo di guerra contro la Russia. In un clima di ineluttabile tragicità come quello che ha sempre preceduto le grandi guerre in Europa, oggi più che mai un Governo italiano di centro destra supportato dal gruppo M5S che bene o male aveva inizialmente intrapreso la protesta contro una Europa corrotta colpevole di aver , con i suoi impropri e ambigui provvedimenti ridotto l’Italia alla povertà, potrebbe essere di buon auspicio per spazzare via le bellicose intenzioni della Oligarchia Usa a cui una debole sinistra non direbbe mai di no. Il buon Gentiloni infatti è stato così solerte nello schierarsi al fianco della britannica May che ora dovrà trovare un valido pretesto per farsi perdonare dagli italiani, visto che il Foreign office inglese ha smentito che Il gas nervino che avrebbe avvelenato Skripal provenisse dalla Russia. I politici italiani di destra, di centro, di sinistra… siano tutti uniti nell’ opporsi alla guerra alla Russia perché ciò che serve è sempre un primo NO alla guerra; E questo No potrebbe venire solo da un centro destra responsabile e audace che l’Europa la rispetta e la ama con i fatti e non con le parole. Uniti si vince sempre. ‘Uniti si Può’ sia lo slogan che tutti i partiti italiani e i paesi europei dovrebbero gridare in coro. Un’unica voce per scongiurare la guerra alla Russia , quella guerra che di certo non servirà all’Europa ma solo alla ormai consolidata Oligarchia Massonica che della Europa e dei suoi martiri, si servirà per i suoi fini imperialistici; quell’imperialismo che gli stessi ‘Oligarchi’ oggi chiamano ‘federalismo mondiale’ perché non venga associato agli effetti negativi di un Impero vecchio stampo. Quel federalismo , purtroppo, che il nostro ex presidente Napolitano ha appoggiato in pieno insieme ad altri ingannevoli provvedimenti contro il popolo italiano. Perchè? Ai lettori la risposta. N.B. L’opinione dell’autore può non coincidere con la posizione della redazione.

https://www.controinformazione.info/i-cinque-stelle-ed-il-loro-cambio-di-passo-con-europa-euro-e-nato-deciso-dai-controllori/

Sicilia, ma non solo

Sicilia, regione da abolire.

Ora, domando umilmente: cosa occorre alla polticia per capire che la Sicilia non ha  pochi,  bensì troppi soldi? Che la patologia  principale del Sud è l’autonomia della Sicilia, autonomia  che la classe dirigente usa per ammanicarsi con la malavita onde rubare insieme il denaro pubblico? Cosa ci vuole a porre all’ordine di giorno la necessità  –  assoluta  moralmente, ed economicamente urgente  –  di togliere alla Sicilia quella autonomia? Di mettere anche sotto commissariamento (magari estero: ci vedrei bene degli amministratori tedeschi, se la UE servisse a qualcosa di utile) la Regione Sicilia, come  anche  la Regione Calabria e la Regione Campania  divorate dalla stessa  patologia delinquenziale?

E magari pensare a  sopprimere semplicemente queste regioni,  evidentemente incapaci, per cultura, di darsi una classe dirigente? Cosa ci vuole a capire se i poveri sono  poverissimi al Sud, e per giunta ignoranti, senza istruzione, servili verso il potere, arretrati,  è colpa delle sue classi dirigenti egoiste, odiosamente disumane e accaparratrici, che si arricchiscono sulla miseria dei loro concittadini?

A chi dovremmo dirlo? Voi lettori meridionali vi aspettate che invochi il Nord morale ed efficiente. Invece finisco con il magistrato della Corte Costituzionale, nato a Torino e nominato da Napolitano  nel 2014: Nicolò Zanon.   Il quale dava l’auto blu con l’autista alla moglie, che la usava per shopping, e anche per andare in vacanza al Forte.   Il lato comico della cosa è che il giudice dice “sono sereno”, e spiega: siccome mi era stato concesso l’”uso esclusivo” del mezzo, non sapevo che non si potesse usare anche per la moglie.

Zanon, giudice costituzionale. Non sapeva del peculato.

Risposta di un maestro del diritto. Quanto alla moglie profittatrice del peculato d’uso, è Marilisa D’Amico: anche lei un luminare del giure italiota. E’ infatti  docente di Diritto Costituzionale all’Università di Milano. Nonché membro della commissione di esperti per l’esame delle candidature per la nomina o designazione dei rappresentanti della Città metropolitana in organismi partecipati da parte del Consiglio metropolitano di Milano, Componente del comitato di indirizzo scientifico del Centro di Ricerca Coordinato “Garanzie difensive e processo penale in  Europa”, istituito presso l’Università degli Studi di Milano (di cui ha promosso l’istituzione).

La  grande giurista piddina

Una dozzina di altre cariche, fra cui, spassosa, quella di ” Reggente presso la sede di Milano della Banca d’Italia”. Si sappia infine che la Docente abita in via Serbelloni, ossia a San Babila dove hanno le magioni  i miliardari – che di solito non hanno  bisogno di un’auto di Stato per andare al Forte, avendone parecchie di private e con autista. Ma quella è la zona che cha votato PD  e schifato la “rozza” ed “egoista, xenofoba” Lega. E infatti, come stupirsi che l’a-vvocata e docente e giurista D’Amico sia stata consigliera comunale a Milano i  quota PD? E inoltre  membro del Comitato scientifico di Gender?   Paladina giuridica della lotta  “contro le discriminazioni” di cui soffrono “le donne” e gli LGBT?  Nonché altamente europeista?

Cosa ci vuole ancora a capire che il problema politico moralmente urgente e è questo: togliere il potere a quella categorie dei parassiti pubblici inadempienti, che anche al Nord  usano le cose e i denari dello Stato come cosa loro, e “on sanno” nemmeno che è eticamente  ripugnante,   moralmente sorda e callosa, tanto sono   incistati nelle loro abitudini oligarchiche?  Quelli che i soldi pubblici li prendono, e  li rubano a quelli che i soldi allo Stato li danno,  per essere governati poi da questi oligarchi col callo morale sull’anima. Il primo problema italiano è questo.

E piddina.

(Dalla radio  mi giunge la notizia che a Giugliano, un uomo di 45 anni  ha abusato regolarmente delle due figlie, una sedicenne l’altra di pochi  anni. Allora basta, rinuncio).

 

 

L’articolo MA QUESTA OLIGARCHIA DI PARASSITI CALLOSI CE LA TENIAMO… è tratto da Blondet & Friends, che mette a disposizione gratuitamente gli articoli di Maurizio Blondet assieme ai suoi consigli di lettura.

Italiani

Dopo quasi 14 anni che mi occupo di loro su bondeno.com, preferisco “svagarmi”  qui con la politica internazionale nella certezza che nessuna soluzione verrà da chi ha sopportato ( e continua a sopportare) :

* la distruzione del tessuto economico e della domanda interna;
* La strage delle PMI;
* La svendita delle migliori imprese, inclusi gli asset strategici, a interessi economici stranieri;
* La cessione gratuita e incomprensibile perfino di tratti di mare alla Francia;
* La tassazione vessatoria e dissennata nei confronti di chi in Italia produce;
* Il clima da leggi razziali che non fa mistero di voler privilegiare in futuro, su base razziale, appunto, i cosiddetti “nuovi italiani”, inclusi soprattutto i clandestini senza alcun diritto di rimanere sul territorio;
* La scientifica opera di agevolazione dell’invasione del territorio da parte di individui sconosciuti, inclusi quelli potenzialmente pericolosi, che comporta inevitabilmente:
* la messa in pericolo dell’incolumità fisica e psicologica dei propri cittadini;
* la volontà di imporre l’assoggettamento degli italiani alle richieste degli stranieri, come nel caso dei “corsi di arabo per i bambini italiani”;
* l’indifferenza nei confronti del disagio dei cittadini ed anzi, la loro stigmatizzazione come fascisti, xenofobi e razzisti;
* l’introduzione di leggi (come quella dei dieci vaccini obbligatori) che violano quelle parti della Costituzione che sanciscono il divieto del trattamento sanitario obbligatorio in assenza di situazioni particolari di emergenza;
* come contraltare, l’importazione senza controllo di individui provenienti da regioni del mondo dove sono endemiche malattie come malaria, AIDS, meningite, ecc;
* l’abbandono sociale sistematico di anziani, disabili e famiglie italiane in difficoltà;
* la distrazione di fondi provenienti dal lavoro italiano a favore del mantenimento di clandestini;
* la progressiva distruzione del welfare costruito sui contributi da lavoro dei cittadini italiani;
* la vendita, in dobloni sonanti, dei dati sensibili sanitari di milioni di italiani a multinazionali quali IBM e Glaxo per scopi non dichiarati;
* la volontà di introdurre prossimamente l’obbligo delle vaccinazioni anche per gli adulti, ulteriore atto incostituzionale di violazione della libertà di scelta e di integrità del proprio corpo;
* leggi che limitano la libertà di espressione, che violano la privacy individuale e introducono un regime di controllo poliziesco da polizia politica;
* l’insofferenza crescente nei confronti dell’inviolabilità della proprietà privata;
* la gestione della cosa pubblica affidata a persone non solo platealmente incompetenti ma ostentatamente prevenute nei confronti dei propri connazionali, tali da poter essere considerati veri e propri nemici interni;
* il collaborazionismo assurto a valore morale;
* lo stigma del razzismo e la valorizzazione morale dell’autorazzismo;
* la discriminazione nei confronti dei cittadini italiani quando vengono messi in competizione con gli “altri” (come nell’assegnazione di alloggi);
* l’introduzione dell’ideologia gender nella scuola;
* l’indottrinamento dei bambini atrtraverso i libri scolastici;
* la persecuzione del dissenso;
* la manipolazione continua dell’informazione;
* la volontà di creare, con leggi falsamente umanitarie come lo ius soli, truppe cammellate di elettori per sostituire quelli italiani in fuga;
il presente elenco è tratto da http://ilblogdilameduck.blogspot.it/2017/10/benvenuti-in-cambogia.html

Adelante Pedro, sed cum judicio

Bottai senza ulteriori esitazioni si pone alla testa della colonna e inizia l’attraversamento del quartiere, seguito da migliaia di squadristi armati. Sfilano inquadrati dietro labari e gagliardetti, mentre dai tetti, dagli angoli delle strade che incrociano la Tiburtina e da dietro le finestre gli Arditi del Popolo e gli altri antifascisti li scrutano con le armi in pugno. Tutti i crocevia più a rischio, a cominciare dall’angolo tra via dei Sardi e la Tiburtina, sono presidiati dall’Esercito in assetto di guerra. Gli squadristi abruzzesi e marchigiani rispondono con disciplina a quell’inatteso fuori programma, anche perché non sono coinvolti emotivamente nella guerra privata tra il Fascio romano e San Lorenzo. I minuti scorrono lenti, intervallati dal passo di marcia e dalle canzoni fasciste urlate a squarciagola, mentre una folla muta si assiepa dietro i cordoni di militari e Polizia. Il silenzioso popolo di San Lorenzo questa volta non si mostra né ostile né entusiasta, si limita a osservare gli avvenimenti con curiosità e paura. Incredibilmente non succede nulla.

Bottai supera l’incrocio con via dei Sardi e lentamente risale fino a via Marsala. Giunto quasi all’angolo di piazza dei Cinquecento è ormai convinto che anche la coda della colonna stia uscendo dal quartiere e tira un sospiro di sollievo. Ma a questo punto accade l’imprevedibile: «La testa della colonna era già arrivata all’altezza a via Marsala quando si udì lo scoppio di una bomba. La seconda metà della mia colonna impegnava il combattimento. I sovversivi, annidati nelle case fronteggianti la via e la piazza, sparavano di dietro le comode feritoie delle persiane. Ordinai l’alt e il dietro front. Le squadre in ordine perfetto ritornarono verso la piazza e la via Tiburtina e, addossate ai muri della stazione tramviaria, iniziarono un vivace fuoco di fucileria contro le finestre e gli sbocchi delle strade». Ancora una volta la ricostruzione che ci propone Bottai in queste righe non è del tutto veritiera. Secondo la sua versione saremmo infatti indotti a credere che la coda della sua colonna sia stata attaccata da un lancio di granate e, conoscendo i retroscena della trattativa della mattinata, dovremmo concludere che le milizie antifasciste abbiano deliberatamente violato i patti. Non è così. Il fragile castello dell’accordo raggiunto crolla per un caso, un dettaglio imprevisto. Fin dalla mattina la voce di un’imminente battaglia a San Lorenzo era circolata anche nella colonna di Igliori e da lì si era estesa e ingigantita attraverso le staffette di collegamento tra le varie colonne in marcia a tutte le squadre che stavano convergendo su Roma. Così due squadra toscane, entrata a Roma da ponte Milvio, decidono autonomamente di portare soccorso alla colonna Bottai, come racconta il generale Pugliese: «Essa [la colonna Bottai] attraversa quasi completamente e senza incidenti il quartiere popolare, quando, giunta la coda della medesima all’altezza del cimitero del Campo Verano, si inizia a Porta San Lorenzo un’intensa sparatoria tra fascisti e comunisti, provocata dall’irruzione di squadre fasciste toscane, entrate in Roma da Ponte Molle, che avendo appreso, erroneamente, di una violenta reazione comunista contro la colonna Bottai, senz’altro si precipitano nel quartiere e con numerosi colpi di moschetto sparati contro le finestre del piazzale, provocano l’immediata reazione da parte popolare e altra controreazione di parte fascista».

http://www.barbadillo.it/70447-anni-di-piombo-ante-litteram-la-mia-strada-passa-per-san-lorenzo/

Bakunin e gli italiani

Nel 1869 l’anarchico Bakunin già  rileva  questo magro bilancio :« In nessun luogo  come in Italia si può meglio studiare il nulla del vecchio principio della rivoluzione esclusivamente politica, e della decadenza della borghesia, questa rappresentante esclusiva delle idee dell’89 e del ’93 e di ciò che si chiama ancor oggi patriottismo rivoluzionario.

« Uscita da una rivoluzione nazionale vittoriosa, ringiovanita, trionfante, avendo la fortuna tanto  rara di possedere  un eroe e un grand’uomo, Garibaldi e Mazzini, l’Italia, questa patria dell’intelligenza e della bontà, pareva dovesse superare in pochi anni tutte le altre nazioni in prosperità e grandezza. Le ha superate in miseria. »

E constata tristemente Bakunin :

« Meno di cinque anni di indipendenza sono bastati a rovinare le sue finanze, affondare il paese in una situazione  economica senza uscita, per  uccidere la sua industria, il suo commercio, e quel che è peggio, per distruggere nella gioventù borghese quello spirito di eroica devozione che aveva servito per oltre trent’anni come leva potente a Mazzini ».

Paese nato morto, come la nostra Europa della Fine dei Tempi (regna un’atmosfera da Kali Yuga, evoliana, nel  testo del gran Bakunin) o come la nostra Francia repubblicana,  la borghesia mondializzata segò il ramo del Risorgimento :

« Il trionfo della causa nazionale, invece di ravvivare, aveva schiacciato tutto. Non solo la prosperità materiale, lo spirito stesso era morto ;  e  si restava stupefatti a vedere questa gioventù di un paese politicamente  rinascente, vecchia di non so quanti secoli e che, non avendo dimenticato nulla, non aveva alcuna cura di imparare qualcosa ».

Nicolas Bonnal – Chroniques sur la Fin de l’Histoire (Kindle) in http://www.maurizioblondet.it/gia-bakunin-ci-inquadrato-bene-italiani/

Il governo, gli italiani e la rana bollita

di Monica Montella e Franco Mostacci

L’esperimento della rana bollita dimostra che se si getta una Boiling_Frogs_Picrana viva in una pentola d’acqua bollente salterà fuori, ma se si mette una rana in una pentola d’acqua fredda e poi si aumenta gradualmente la temperatura fino ad ebollizione il povero animale finirà lesso.

Un test crudele, è vero, ma è esattamente quello che il Governo italiano fa con i suoi cittadini.

L’esperimento è già riuscito nel 2012, quando il governo Monti dichiarò nel Documento di Economia e Finanza (Def) di aprile che il Pil sarebbe diminuito solo dell’1,2%, il rapporto indebitamento/Pil sarebbe stato dell’1,7% e il rapporto debito/Pil del 123,4%.

Passano pochi mesi e nella nota di aggiornamento al Def di settembre del 2012 si scopre che la discesa del Pil è raddoppiata al 2,4%, il rapporto indebitamento/Pil è peggiorato al 2,6% come il rapporto debito/Pil è cresciuto al 126,4%.

A conclusione dell’anno 2012 con la pubblicazione dei dati di consuntivo si scopre che il boccone è ancora più amaro. Confermata la caduta del Pil al 2,4%, il rapporto indebitamento/Pil ha toccato il 3% (a dir la verità lo ha superato di 653 milioni di euro) e il rapporto debito/Pil è arrivato al 127%.

Di essere stato lessato il cittadino italiano non se ne ancora reso conto. Con una pressione fiscale al 44% e un pagamento di 86,7 miliardi di euro di interessi pagati nel 2012 per un crescente debito pubblico che come ha abbiamo già dichiarato trasferisce risorse finanziarie dalle tasche delle famiglie a quelle dei mercati farebbe agitare chiunque ne avesse coscienza.

Ma il cittadino italiano sta morendo lentamente e non lo sa, infatti nella tornata elettorale di febbraio del 2013 ha sostanzialmente confermato le stesse forze politiche.

Dopo aver illuso gli italiani il professor Monti affermava che la crisi economica stava volgendo al termine vedendo una luce alla fine del tunnel e che il vincolo europeo del 3% di indebitamento netto rispetto al Pil sarebbe stato rispettato. FALSO!

Mettendo Enrico Letta al posto del professor Monti l’esperimento prosegue anche nel 2013 e sta dando i suoi frutti, con la pubblicazione della Nota di aggiornamento al Def si è tornati alla brusca realtà.

Ma i cittadini italiani continuano a non esserne coscienti.

Eppure era evidente fin da aprile di quest’anno, con il Def 2013, che la finanza pubblica italiana non era nella situazione che il Governo descriveva nei suoi documenti ufficiali. Quei numeri erano stati costruiti ad arte per dare una visione meno pessimistica possibile della realtà, ben sapendo che per dire esattamente come stava l’economia del nostro paese ci sarebbe sempre stato tempo. Ma quale tempo?

Un esempio significativo di un dato allegro presente nei documenti ufficiali era il previsto aumento delle entrate contributive di 3,7 miliardi (+1,7% sul 2012) che era evidentemente una chimera in presenza di un mercato del lavoro asfittico.

Con il monitoraggio congiunturale del primo e del secondo trimestre 2013 anche coloro che continuavano a credere alle favole del Governo hanno iniziato a ricredersi.

Gli unici che continuavano a ripetere come un mantra ossessiva che non ci sarebbe stata alcuna manovra correttiva erano gli esponenti della compagine governativa, che a fine agosto, più per calcoli politici che economici, hanno cancellato l’acconto dell’Imu sulla prima casa.

L’amara realtà è che anche la Nota di aggiornamento al Def diffusa in questi giorni contiene stime troppo ottimistiche e obiettivi irraggiungibili da qui alla fine dell’anno. Cerchiamo di scoprirlo insieme.

http://www.scenarieconomici.it/il-governo-gli-italiani-e-la-rana-bollita/

Cosa c’è dietro l’angolo?

Cosa c’è dietro l’angolo?

Nell’Italia di oggi la situazione sociale e economica è grave, in caduta libera. La popolazione allo stremo, dopo alcuni decenni di menzogne politiche, di condizionamento mediatico, d’idiotizzazione di massa, di distruzione della coscienza sociale e critica, di continue sconfitte per quanto riguarda il lavoro, il reddito, il tenore di vita, si sta comportando come gli ebrei tedeschi negli anni trenta, che speravano di farcela, di passare indenni la nottata, fidando sul fatto che il nemico avrebbe dovuto rispettare, alla fine, certi limiti creduti invalicabili.

Eugenio Orso