Il pensiero di Malthus è quello di una ristretta oligarchia che, sentendosi soverchiata dall’impetuoso sviluppo economico e demografico che la circonda, si pone come obbiettivo quello di soffocare il progresso umano, così da conservare intatti i suoi privilegi ed il suo potere. Il pensiero di Malthus e quello neomaltusiano sono l’anima più profonda delle élite massonico-finanziarie, il cui oscurantismo è più intellegibile che mai oggi, che si assiste al dilagare della guerra in Medio Oriente, dello stragismo di Stato in Occidente e dello scientifico impoverimento della popolazione a vantaggio di quello sparuto nucleo di finanzieri che controllano le banche centrali.
Nell’opera “Esame sommario del principio della popolazione” del 1830, Malthus descrive i metodi con cui è possibile contenere la crescita demografica. Esistono, secondo l’economia inglese, tre freni: costrizione morale, vizio e miseria. Con la prima, Malthus invoca lo smantellamento del miserrimo Stato sociale inglese allora vigente (“the Poor Law”) e la negazione del diritto al lavoro, cosicché le famiglie, senza reddito o con salari miserrimi (suona famigliare?) procrastino il più possibile il concepimento dei figli; con il “vizio” Malthus intende la diffusione della corruzione morale, dell’omosessualità e dei rapporti “sterili”; con la “miseria” si intende infine il degrado delle condizioni di vita, le epidemie, “gli eccessi di tutti i generi” e la guerra, utili a contenere la crescita della popolazione.
Leggere qualche passo di Malthus è illuminante e consente di capire i veri obbiettivi che si nascondono dietro il neoliberismo e le politiche di contorno, dalla diffusione dell’omosessualità alla depenalizzazione delle droghe17:
“Si può di conseguenza affermare che in tutti i paesi ove le entrate annuali delle classi lavoratrici non siano sufficienti per allevare in piena salute le famiglie più numerose, la popolazione è effettivamente frenata dalla difficoltà di procurarsi i mezzi di sussistenza (…) I restanti freni del tipo preventivo sono: il tipo di rapporto che rende sterili alcune donne delle grandi città, una corruzione generale della moralità relativa al sesso, che ha effetti analoghi; le passioni innaturali e le arti improprie che impediscono le conseguenze di relazioni irregolari (…) Si rivela perciò necessario ricorrere soprattutto al maggiore o minore numero di persone che non si sposano o si sposano tardi; ed il ritardo del matrimonio dovuto alla difficoltà di provvedere ad una famiglia (…) può essere utilmente definito la costrizione prudenziale agente sul matrimonio e sulla popolazione”.
estratto da http://federicodezzani.altervista.org/crisi-demografica-oltre-alleuro-dentro-il-pensiero-neomaltusiano/