Il complesso militare-industriale è l’ultima rete di industrie americane al 100 per cento, che producono cioè all’interno (mentre le imprese produttrici di beni di consumo delocalizzano) impiegando centinaia di migliaia di dipendenti qualificati con stipendi sicuri (mentre negli altri settori è di regola la precarietà e il calo salariale): la sola Lockheed-Martin occupa 126 mila lavoratori, la Boeing 160 mila, Raytheon 66 mila, Nortrop Grumman 65 mila, General Dynamics 100 mila…se poi si conta l’indotto, le immani aziende di appaltatori militari a contratto del Pentagono, nonché i “contractors”, i mercenari ex militari, si constaterà che l’apparato bellicista è la più solida istituzione anche sociale di un paese economicamente tutt’altro che prospero, per milioni di lavoratori ed elettori – per i quali il patriottismo si identifica col lavoro in una delle prestigiose imprese.

Sono imprese private, sì, ma che hanno un grande unico Cliente e consumatore: lo Stato, più precisamente il Pentagono, più il corteggio degli Stati europei NATO, mercati captive, che possono essere considerati una pura estensione – filiali – del Pentagono. E’ il Pentagono che sceglie modelli di nuove armi, che ne finanzia la ricerca e lo sviluppo, e li impone ai satelliti che piaccia loro o no (pensate solo allo F-35).
Dunque abbiamo il caso di industrie private che non sono veramente “sul mercato” , ma poppano alla mammella del denaro pubblico dalla spesa incontrollata. Un conflitto d’interessi possibile. Che viene scongiurato felicemente: i più alti dirigenti, generali e ammiragli, appena vanno in pensione, vengono assunti con stipendi enormemente maggiorati da Lockheed, Northrop, Boeing – e si mettono subito a telefonare ai colleghi ancora in servizio, di cui sono stati superiori, per proporre nuovi progetti, contratti, servizi : per esempio, appalti per la formazione di truppe straniere, come quelle dell’Afghanistan e Irak, di cui il generale Durrani ha spiegato: “Queste compagnie private forniscono spesso alle reclute una cattiva formazione allo scopo di prolungare i loro contratti”.
In pratica, agli attori di questo sistema è impossibile distinguere l’interesse aziendale da quello pubblico e politico, “il mercato” dalla ”patria” e dalla sua difesa.
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