Sospetti fondati

In ogni caso, mi sembra che la protervia con cui le verità ufficiali vengono poste indiscutibilmente lasci un’impressione di sospetto. C’è una situazione sanitaria che ha portato dopo quasi un anno al decesso ufficialmente dello 0,001 della popolazione (ma bisognerebbe vedere quanti di questi deceduti erano già in condizioni molto gravi, e hanno patito l’aggressione del Covid come avrebbero potuto patire quella di una polmonite o simili); per certe parti di questo periodo sono stato a Milano, dove si ha modo di sentire direttamente molte persone, anche semplicemente dai discorsi in giro: non ho mai sentito di nessuno che abbia avuto problemi di salute seri per via del Covid. Chi ritiene che una situazione sanitaria di questo tipo non giustifichi due mesi di arresti domiciliari per tutti gli italiani (che si prospettavano ad oltranza e assoluti, con l’esercito che portava il cibo a casa), chiusura coatta e senza alternative delle attività economiche, limitazioni alla libertà di movimento garantita dalla Costituzione, viene definito “negazionista” e in questo modo relazionato a una vicenda di campi di sterminio. Una polemica storica di cui, per la verità, non mi sono mai sentito di interessarmi particolarmente. Ma su cui ora sono portato a cominciare qualche dubbio. Se chi riguardo la questione Covid esprime delle posizioni per me di evidente sensatezza viene definito negazionista, non sarà che magari i negazionisti riguardo la questione ebraica durante il nazismo siano quelli che cercano di far emergere la verità?

Di Enrico Caprara

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