Il latino non si balla

Va detto che il papa emerito Benedetto XVI ha cercato di porre qualche rimedio, fondando nel 2012 la Pontificia Academia Latinitatis, la cui missione è favorire “la conoscenza e lo studio della lingua e della letteratura latina, sia classica sia patristica, medievale e umanistica, in particolare presso le istituzioni formative cattoliche, nelle quali sia i seminaristi che i sacerdoti sono formati e istruiti, nonché promuove nei diversi ambiti l’uso del latino, sia come lingua scritta, sia parlata”. Senza contare il motu proprio Summorum Pontificum sulla “messa in latino”, che nonostante la diffusione popolare trova un’assurda avversione da parte di vescovi e clero diocesano.
L’avversione al latino è diffusa anche nella società incivile. Ci ritroviamo tentativi, ormai in procinto di andare in porto, di sopprimere il liceo classico, mentre si inventano cosiddetti licei scientifici senza latino. Per lo meno non li chiamino licei. E si vergognino pure. La classe politica si sa, è quello che è. Non possiamo pretendere che riconoscano il valore di qualcosa che non immaginano (qualche luce nel buio c’è, vedi recente tentativo dell’onorevole Frassinetti in commissione cultura al riguardo) e dunque lo studio dei classici finirà appannaggio di ristrette Accademie elitarie. Con buona pace dell’ascensore sociale. L’ascensore può anche scendere, d’altronde.
L’istruzione, secondo lo spirito contemporaneo, deve essere solo utile. Gli studenti devono studiare in inglese, neanche in italiano, non sia mai. Il risultato non è altro che una lezione frontale impoverita, condita da ridicolaggine. Recentemente mi ritrovavo in treno vicino a studenti che studiavano in inglese. Stando attento mi sono accorto che studiavano diritto costituzionale italiano. In albionico. E i licei dove si studia letteratura italiana in inglese chi li ha partoriti? Tutto già visto, intendiamoci, attraverso i secoli. Già il Salsicciaio di Aristofane, nei Cavalieri, faceva il verso ai tecnocrati (che oggi sono pure esteromani).
La scuola deve essere solo utile per trovare lavoro. Lavoro, che peraltro non c’è, quindi potremmo quasi concludere che la scuola non serve, dunque chiudiamola come diceva Prezzolini, ma vabbé, non esageriamo. Dunque troviamo un’occupazione a questi benedetti figliuoli, mandiamoli a fare i programmatori.
Consiglio numero uno di un certo numero di esperti del settore, per diventare buoni programmatori. Fare versioni di latino. Programmare in un qualsiasi linguaggio (C, Java… decidete voi) è un’operazione logica identica alla traduzione dal latino. Oibò. Mi prendi per il naso? No mio caro, anche fare gli integrali è operazione simile. Ordunque pensare latino e pensare matematico è la stessa cosa?
Andiamo avanti. Il latino non serve, dicono lorsignori. Costa fatica diciamo, noi. Bisogna chinare la gobba. Diceva il buon Gramsci che si deve insegnare il latino, assieme al greco, per insegnare alla gente come studiare e come elevarsi. “Se si vogliono allevare anche degli studiosi, occorre incominciare da lì e occorre premere su tutti per avere quelle migliaia, o centinaia, o anche solo dozzine di studiosi di gran nerbo, di cui ogni civiltà ha bisogno”. Qui forse casca l’asino. Il popolo deve essere bue, per portare il giogo.
Nella Chiesa qualcuno prova a salvare la situazione, recuperando liturgie e testi della tradizione, con grave fatica e scorno, poiché ad oggi sembra che l’ignoranza sia motivo di vanto dalla più piccola parrocchia alla più grande diocesi (d’altronde, meglio non aprire il vaso di Pandora parlando dei pessimi e improvvisati chitarristi che mal sopportano “l’esibizione” dei professori d’organo) e dunque dimostrare di non sapere niente diventa motivo di promozione.
http://www.barbadillo.it/75963-la-riflessione-dalla-scuola-alla-chiesa-chi-ha-tradito-il-latino-ha-tradito-se-stesso/

Diritto internazionale talmudico

“Negli Stati Uniti,  la realtà non ha più importanza” . Tratto che è  proprio della mentalità talmudica: essendo il Regno d’ISraele già realizzato ed avendo il potere sul mondo e sulla realtà, “i fatti  sono cose  imbarazzanti che possono contraddire la narrativa preferita forzandovi a cambiarla”. Ma un potere talmudico-imperiale non può riconoscere di essere soggetto alla realtà, perché equivarrebbe a riconoscersi non divino.

Tipicamente,  la  ostilità bellicista verso Mosca basata sulla narrativa che “Putin ha fatto eleggere Trump”, racconto senza alcun indizio ma  ripetuto all’infinito, ha  imposto al Comitato Olimpico di vietare “agli atleti russi di partecipare alle Olimpiadi invernali. Ciò, sulla base di false prove comprate dagli americani ad un criminale latitante russo  di nome  Rodchenkov.”

Ora, questo  disprezzo del diritto internazionale,  il calpestare il  diritto di Westfalia,  la persecuzione  e distruzione bellica di Stati legittimi con false prove, l’imposizione delle proprie “leggi” al mondo, ha successo (limitato) solo finché gli Stati Uniti e il suo Suggeritore e Falso Agnello sono percepiti come ultra-potenti, e pronti a schiacciare i deboli (animali parlanti) in guerre e stragi senza fine.

Ma ecco che di colpo “tutti sanno che gli USA non hanno assolutamente nessuna opzione per  forzare la Corea del Nord al disarmo nucleare”.  Avendo visto  cosa è accaduto a Irak e Libia “che avevano volontariamente disarmato”  credendo (come Gorbachev) alla parola di Washington, i nord coreani hanno preferito elevarsi al rango di potenza atomica e l’hanno dimostrato.  “La realtà è che non resta che una strada: negoziare”. Ma negoziare con animali  parlanti?  “Gli  dei preferiscono vivere in un mondo immaginario in cui potrebbero distruggere totalmente la Corea del Nord  con uno schiocco di dita”

Se tra il 1948 e il 1991 gli Stati Uniti hanno compiuto 46 interventi militari, dal 1992  al 2017  ne hanno fatto il quadruplo, 188 interventi bellici.

Il bello è che gli Usa incendiano i conflitti anche in patria:  donne contro uomini (con la isteria delle molestie sessuali), bianchi contro neri (Black Lives Matter), liberals contro conservatori. Per Orlov, questa guerra di tutti contro tutti  “è attivamente promossa  con un obbiettivo unico e semplice:  generare una  cortina fumogena abbastanza spessa da nascondere quello che è il conflitto principale,   quello tra l’oligarchia kleptocratica e la popolazione americana. L’obiettivo è di portare la popolazione – il cui lavoro non è più necessario e il cui mantenimento è semplicemente un costo –  a scomparire il più rapidamente possibile.  I conflitti internazionali servono allo stesso  titolo della epidemia di oppiacei (59 mila morti americani nel 2016), i i suicidi aumentati del 25% dall’11 Settembre ad oggi (43 mila morti l’anno), i pazzi solitari che fanno stragi in scuole e  concerti (sicuramente in numero maggiore dei 103  americani  uccisi all’interno del paese  dal  terrorismo “islamico” o etichettato come tale negli ultimi 16 anni dall’11 Settembre 2001 ad oggi.

https://www.maurizioblondet.it/sgretolmenti-irresistibili-dellordine-mondiale-ed-eurocratico/