“Fare le riforme”

“Fare le riforme”

“Fare le riforme con Renzi” oggi è la parola d’ordine, a destra e a sinistra nella sceneggiata parlamentare. Tutto ciò è drammatico, perché le “riforme di cui il paese ha bisogno” altro non sono se non l’esito dell’occupazione dell’Italia, finanziaria, monetaria ed economica (in alternativa a quella militare con la nato), voluta e orchestrata con successo dai poteri esterni finanziari. Perché? Per conseguire i seguenti obiettivi di rilevanza storica:

1) ridimensionamento della struttura produttiva nazionale e smantellamento dello stato sociale (ruolo minore o marginale assegnato all’economia italiana nel mondo globalizzato);

2) flessibilizzazione estrema del fattore-lavoro e mantenimento, nel lungo periodo, di un elevato tasso di disoccupazione/ inattività (drastica modificazione delle condizioni e delle opportunità di lavoro in linea con il punto 1);

3) privatizzazioni per la definitiva “apertura al mercato” e distruzione completa del vecchio modello capitalistico italiano di economia mista, con una forte presenza del “socialismo dei comuni” (prevalenza assoluta del neocapitalismo finanziario in un area ancora importante come l’Europa);

4) modifiche istituzionali ed elettoralistiche (senato, titolo V della costituzione, legge elettorale) in funzione dell’asservimento di un’Italia senza sovranità alla ue e, più in generale, alla triade del male usa-nato-ue che determina e controlla i governi di questo paese.

Eugenio Orso

L’ignoranza è forza

Ogni tanto mi piace sottolineare il fatto che i media tradizionali si limitano a fare da portavoce ai leader del momento invece di informare correttamente i cittadini del pericolo a cui stanno andando incontro.

In concreto scrivevamo il 15 agosto 2011 (chi vuoi che legga a ferragosto?):

Quindi Berlusconi per gli alfieri del “libero mercato” è un inguaribile indisciplinato, una scheggia impazzita e incontrollabile, un “riformatore” solo a parole che non apre i cordoni del mercato alla finanza internazionale, come afferma l’Economist nel giugno 2011: “Berlusconi è arrivato al potere con l’idea di essere un imprenditore di successo in grado di fare le riforme economiche, ma poi non le ha fatte e il Paese ha sprecato tempo prezioso”.[12] Ma quali sono queste tanto decantate riforme? Eccole: maggiore produttività(più ore di lavoro), diminuzione delle retribuzioni, taglio ai dipendenti pubblici, liberalizzazioni dei servizi in ambito europeo, contratti di lavoro più flessibili, innalzamento dell’età pensionabile tenendo conto dell’aspettativa di vita, taglio alla spesa pubblica e chi più ne ha più ne metta. A questo punto arriviamo alla domanda fatidica: con quale coraggio, i nostri paladini, propugnatori di queste “riforme”, si presentano nelle piazze dei lavoratori a far la RETORICA del lavoro, della precarietà e della giustizia sociale? Perché non ci hanno mai spiegato cosa sono queste tanto inneggiate “RIFORME”? La risposta è semplice: questi falsi eroi hanno creato il castello di sabbia dell’indignazione e della denuncia contro falsi nemici, assolvendo, invece, gli speculatori, i vili affaristi, i grandi capitalisti e i politici asserviti alla causa ultraliberista che hanno portato il nostro Paese e il Mondo intero al macero. Inconsapevolmente o in malafede poco importa, perché l’opinione pubblica, grazie alla sistematica disinformazione di taluni “paladini”, indirizza in modo sbagliato l’azione civica e politica.

estratto da http://lavocedelcorsaro.myblog.it/