Inaugurata la rotta artica

La Korolev Prospekt, lunga 250 metri, il 28 agosto partiva da Murmansk a pieno carico, diretta a est e sette giorni dopo raggiungeva Capo Deznev, nello stretto di Bering. La petroliera dovrebbe arrivare in un porto cinese il 14 settembre. È la prima volta che una petroliera alimentata a GNL transita sulla rotta del Nord, informa Sovcomflot. “Le condizioni favorevoli del ghiaccio e meteorologiche lungo la rotta permettono alla nave di procedere senza la scorta di rompighiaccio», affermava il capitano della nave Oleg Shishkin. Non venivano incontrati iceberg, chiariva. La petroliera scelse la rotta a nord delle Nuove isole siberiane e di Wrangel. “Partiamo dal presupposto che questa nuova rotta sarà molto richiesta per il traffico di petroliere commerciali verso oriente”, sottolineava Shishkin.
Sovcomflot ha una flotta di sei petroliere alimentate a GNL e altre cinque in costruzione. La Korolev Prospekt aderiva alla flotta a febbraio. Si ritiene che l’uso di GNL riduca le emissioni di CO2 del 30 percento rispetto alle petroliere convenzionali. La nave è classificata 1A/1B, che significa che dovrà affidarsi all’assistenza di rompighiacci in condizioni difficili.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

Alimentata da GNL, una petroliera naviga sulla rotta artica russa per la Cina

Petrolio

Tra gennaio e maggio, l’invio di petrolio russo negli Stati Uniti è quasi raddoppiat, a 17,43 milioni di barili, un record dall’agosto 2013. Anton Polatovich, analista di BKS Broker, affermava che nel complesso le quote del mercato energetico di Washington erano ben spiegate da fattori geopolitici. Pertanto, dopo le sanzioni al Venezuela, gli Stati Uniti persero l’opportunità di acquistare petrolio pesante in grandi quantità, rivolgendosi a Mosca per un aiuto nella gestione delle raffinerie, secondo l’esperto. A gennaio, Washington emise restrizioni contro la maggiore compagnia petrolifera venezuelana, PDVSA. In totale, gli statunitensi bloccavano 7 miliardi di beni dell’azienda e alla fine dell’anno il deficit della PDVSA dovrebbe raggiungere gli 11 miliardi. Da fine maggio, gli Stati Uniti interruppero completamente l’acquisto di petrolio da Caracas. “Alcune raffinerie statunitensi dedite al petrolio alto contenuto di zolfo venezuelano rimasero senza materie prime dopo le azioni del governo nordamericano. Al fine di compensare le perdite fu deciso di acquistare petrolio degli Urali dalle caratteristiche simili, portando ad un aumento delle importazioni di petrolio russo negli Stati Uniti”, affermava Evgenij Udilov, capo del Dipartimento di petrolio e gas dell’Istituto commerciale e d’investimento Feniks. Gli analisti spiegano la necessità di importazioni russe col fatto che il petrolio di scisto estratto negli Stati Uniti è leggero e non adatto alla produzione di certi tipi di combustibili e prodotti chimici. Secondo Dmitrij Inogorodskij, esperto del Centro finanziario internazionale, il petrolio pesante consente di ottenere olio combustibile, bitume e altre sostanze necessarie per asfalto, pneumatici o riscaldamento di locali industriali. Secondo Anton Pokatovich, gli Stati Uniti non possono avviare rapidamente una propria produzione di idrocarburi pesanti. Di conseguenza, le importazioni di petrolio russo negli Stati Uniti potrebbero aumentare ulteriormente nei prossimi anni.

http://aurorasito.altervista.org/?p=8042

Vaso di coccio

Il governo Conte dichiara «eccellente» lo stato delle relazioni con la Russia quando, appena una settimana prima in sede Nato, ha accusato di nuovo la Russia di aver violato il Trattato Inf  (in base alle «prove» fornite da Washington), accodandosi  alla decisione Usa di affossare il Trattato per schierare in Europa nuovi missili nucleari a raggio intermedio puntati sulla Russia.

Il 3 luglio, il giorno prima della visita di Putin in Italia, è stata pubblicata a Mosca la legge da lui firmata che sospende la partecipazione russa al Trattato: una mossa preventiva prima che Washington ne esca definitivamete il 2 agosto.

  • Lo stesso Putin ha avvertito che, se gli Usa schiereranno nuove armi nucleari in Europa a ridosso della Russia, questa punterà i suoi missili sulle zone in cui sono dislocate.
  • È così avvertita anche l’Italia, che si prepara a ospitare dal 2020 le nuove bombe nucleari B61-12 a disposizione anche dell’aeronautica italiana sotto comando Usa.
  • Una settimana prima della conferma dell’«eccellente» stato delle relazioni con la Russia, il governo Conte ha confermato la partecipazione italiana alla forza Nato sotto comando Usa di 30 navi da guerra, 30 battaglioni e 30 squadre aeree dispiegabili entro 30 giorni in Europa contro la Russia a partire dal 2020.
  • Sempre in funzione anti-Russia navi italiane partecipano a esercitazioni Nato di guerra sottomarina; forze meccanizzate italiane fanno parte del Gruppo di battaglia Nato in Lettonia, e la Brigata corazzata Ariete si è esercitata due settimane fa in Polonia, mentre caccia italiani Eurofighter Typhoon vengono schierati in Romania e Lettonia.

Tutto ciò conferma che la politica estera e militare dell’Italia viene decisa non a Roma ma a Washington, in barba al «sovranismo» attribuito all’attuale governo.

Le relazioni economiche con la Russia, e anche quelle con la Cina, poggiano sulle sabbie mobili della dipendenza italiana dalle decisioni strategiche di WashingtonBasta ricordare come nel 2014, per ordine di Washington, venne affossato il gasdotto South Stream Russia-Italia, con perdite di miliardi di euro per le aziende italiane. Con l’assoluto silenzio e consenso del governo italiano. 

https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=62223

Sono arrivati i coperchi

L’arrivo di militari cinese in Venezuela è senza dubbio un evento importante nella politica mondiale. A differenza della Russia, che ha una storia di proiezione di potenza all’estero, questa è una mossa estremamente rara. Benché interessi vitali cinesi siano in gioco nella guerra contro i gruppi terroristici in Afghanistan e Siria, la Cina si era astenuta dal pubblicizzare tali dispiegamenti. I rapporti riportano che i 120 militari cinesi erano arrivati sull’isola Margarita, nel Mar dei Caraibi, al largo della terraferma venezuelana il 28 marzo, “per fornire aiuti umanitari e militari alle forze governative”. Dopo averli consegnati, le truppe cinesi furono trasferite apparentemente in una struttura militare venezuelana. Mentre la consegna degli aiuti è una delle tante missioni previste, secondo i funzionari governativi, l’arrivo del personale militare cinese fu sottovalutato dalla stampa internazionale. Secondo l’Istituto internazionale di ricerca per la pace di Stoccolma, il Venezuela ha importato dalla Cina armi per 349 milioni di dollari tra il 2010 e il 2014, inizialmente con equipaggiamenti meno sofisticati come radar e aerei per addestramento, veicoli blindati e pezzi di ricambio, ecc. Nel 2017 arrivavano carri armati, munizioni, uniformi ed equipaggiamenti di fanteria, oltre a parti di ricambio e servizio per pezzi di fabbricazione russa. Una settimana prima, circa 100 militari russi furono schierati in Venezuela per installare una struttura di addestramento per elicotteri militari, ma i dettagli della missione cinese non furono divulgati. Vi è uno stretto coordinamento tra Mosca e Pechino su questioni di politica estera ed è del tutto concepibile che gli schieramenti dei due Paesi siano sincronizzati. Russia e Cina hanno pesantemente investito in Venezuela, quest’ultima superando di gran lunga la prima. Secondo un rapporto del LA Times, “Nel decennio conclusosi nel 2016, la Cina prestò al Venezuela circa 62 miliardi di dollari, molti dei quali che Caracas potrebbe ripagare col petrolio. Mosca negli ultimi anni ha dato al Venezuela 17 miliardi di dollari in prestiti e investimenti, e in dicembre i due governi firmavano un nuovo accordo in cui la Russia investirà 6 miliardi di dollari nel petrolio e dell’oro venezuelani”. “Cina e Russia sono i due principali creditori del Venezuela, e sono la principale forza economica che tiene a galla il governo di Maduro, facendo la differenza tra solvibilità e bancarotta, secondo gli esperti finanziari”.

http://aurorasito.altervista.org/?p=6410

Che fa, spinge?

Il conflitto tra la Federazione Russa e l’Ucraina intorno al Mar d’Azov si è intensificato in primavera, quando l’Ucraina ha arrestato la nave russa “Nord”, che è stata successivamente confiscata. Il suo capitano è stato accusato di aver visitato illegalmente la Crimea. Ad agosto, la petroliera russa Mechanic Pogodin è stata detenuta nel porto di Kherson. A settembre, le autorità ucraine hanno annunciato piani per rafforzare la presenza militare nel Mare di Azov e creare una base navale nella regione.
In risposta, la Federazione russa ha rafforzato le procedure per ispezionare le navi che si recano nei porti ucraini. Il presidente dell’Ucraina Petro Poroshenko ha definito gli eventi “l’occupazione del Mar d’Azov”.

Attualmente i rapporti tra i paesi prospicenti dell’area idrica sono regolati dal trattato sulla cooperazione per l’uso del mare di Azov e lo stretto di Kerch, firmato nel 2003. In questo si afferma che il mare e lo stretto sono le acque interne della Federazione russa e dell’Ucraina, e le navi mercantili e le navi da guerra dei due paesi godono della libertà di navigazione se vengono utilizzate per scopi non commerciali. Le navi mercantili di paesi terzi possono entrare nel mare attraverso lo Stretto di Kerch se vengono inviate al porto di uno dei paesi o se ne stanno tornando.
Le navi da guerra di paesi terzi hanno il diritto di spostarsi, se il loro obiettivo è visitare uno dei paesi su suo invito, d’accordo con l’altro paese. Allo stesso tempo, il 16 ottobre, il comandante della Marina ucraina, Igor Voronchenko, ha dichiarato: “Quello che le navi della flotta del VB e del Mar Nero stanno facendo per fermare e ispezionare le navi … non è illegale”. Tuttavia aggiunto:

Commentando il conflitto intorno ad Azov al dibattito al Parlamento europeo, l’alto rappresentante dell’Unione europea Federica Mogherini l’ha definita “il mare europeo”. L’ex vice primo ministro della Federazione russa, e ora il capo di “Roskosmos” Dmitry Rogozin, ha reagito a questa affermazione in modo più efficiente rispetto agli altri.

“Fu proprio con questo pretesto a metà del XIX secolo che le potenze europee attaccarono la Crimea russa e assediarono Sebastopoli”, ha scritto su Twitter. In generale, in Russia, la risoluzione è stata considerata un’interferenza nelle relazioni bilaterali tra i paesi. “Il mare di Azov è lo sbocco naturale della foce del fiume Don. È come se iniziassimo a essere interessati alla situazione nel lago di Ginevra, perché è tra la Francia e la Svizzera, e esprimiamo grande preoccupazione in merito “, ha dichiarato il rappresentante permanente uscente della Crimea al presidente russo Georgy Muradov.

L’interlocutore di Kommersant presso il ministero degli Esteri russo, compresa la direzione ucraina, ha assicurato che tutte le azioni di Mosca sono pienamente conformi alle norme del diritto internazionale e al trattato del 2003.

“Le guardie di frontiera russe e ucraine hanno il diritto di fermare qualsiasi nave per ispezione se ci sono sospetti sul contenuto delle loro stive o per quanto riguarda le attività dei tribunali”, ha spiegato il diplomatico. E ha notato che la parte russa non conosce alcuna richiesta formale da parte degli armatori ucraini. “Le affermazioni che la Russia cerca specificamente di limitare l’attività economica nel Mar d’Azov o nei porti di blocco non sono vere”, ha detto la fonte. Allo stesso tempo, ha sottolineato le azioni illegali di Kiev contro i pescatori russi, ricordando la detenzione della nave Nord, che Mosca considera come “un atto di pirateria”.

Prima di questo incidente, ha sottolineato il diplomatico, non ci sono stati problemi nel Mar d’Azov. Allo stesso tempo, ha reagito alle parole che la Russia sia impegnata nella militarizzazione del mare (su questo, in particolare, ha parlato Federica Mogherini). La fonte di Kommersant ha detto che la parte ucraina sta aumentando la sua attività militare nel Mar d’Azov: “Stanno costruendo una base a Berdyansk, stanno aumentando la loro presenza militare con l’aiuto americano, e sono chiaramente provocatori.
In tali condizioni, è naturale che i nostri servizi adottino misure per ridurre i rischi. ” Il rappresentante del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha descritto la risoluzione del Parlamento europeo come “un’altra carta di propaganda che viene giocata dai colleghi occidentali”.

In Ucraina, la decisione del Parlamento europeo è stata vista con soddisfazione. Il presidente Petro Poroshenko ha espresso gratitudine ai deputati “per aver chiesto l’introduzione di ulteriori sanzioni mirate per le azioni aggressive del Cremlino nel Mar d’Azov e nello Stretto di Kerch” ed ha espresso la speranza “per l’attuazione pratica di queste iniziative”.
“Alla Russia viene fatto capire che nel Mar d’Azov non sarà in grado di fare ciò che temporaneamente ha fatto in Crimea”, ha detto Aleksandr Chernenko, un deputato di Blok Petro Poroshenko. “L’annessione strisciante di Azov, Mariupol e altri territori dell’Ucraina, più precisamente, il tentativo di questa annessione, è vista come tale nel mondo e non rimane senza risposta, inclusa una prevenzione”, ha detto a Kommersant, aggiungendo che si tenta di costruire il “mondo russo” anche ad Azov “.

Fonte: “Kommersant”

Traduzione: Sergei Leonov

https://www.controinformazione.info/il-mare-di-azov-agitato-dal-parlamento-europeo/

Due pesi, due misure

Le autorità inglesi e i parenti della  famiglia hanno costantemente rifiutato qualsiasi contatto di Mosca con la coppia Skripal, nonostante più di 60 richieste ufficiali da Mosca in conformità con il diritto internazionale e nonostante il fatto che Yulia sia un cittadino della Federazione Russa con diritti consolari. È un oltraggio basato su un sottile strato di “prove”, con cui gli inglesi hanno costruito un edificio di censura contro Mosca, mobilitando una campagna internazionale di ulteriori sanzioni e espulsioni diplomatiche. Ora contrastiamo quella reazione faticosa, anzi l’iper-reazione eccessiva, con il modo in cui la Gran Bretagna, gli Stati Uniti, la Francia, il Canada e altri governi occidentali stanno sempre così lentamente reagendo all’Arabia Saudita per il caso Khashoggi. Dopo quasi due settimane, da quando Jamal Khashoggi è entrato nel consolato saudita a Istanbul, in Turchia, il regime saudita soltanto questa settimana ha finalmente ammesso  eche il giornalista è stato assassinato nei loro locali – anche se, loro sostengono, in un “pasticcio d’interrogatorio”. I servizi segreti turchi e americani avevano in precedenza affermato che Khashoggi è stato torturato e ucciso nei locali del consolato saudita  da una squadra di 15 membri inviata appositamente  da Riyadh. Ancora in modo più raccapricciante, si afferma che il corpo di Khashoggi sia stato fatto a pezzi con una sega per ossa  dagli assassini, i suoi resti sono stati espulsi dall’edificio del consolato in scatole e trasportati in Arabia Saudita a bordo di due jet privati ​​collegati alla famiglia reale saudita. Inoltre, i turchi e gli americani sostengono che l’intero barbaro complotto per uccidere Khashoggi era stato fatto su ordine di alti governanti sauditi, implicando il principe ereditario Mohammed bin Salman. L’ultimo colpo di scena di Riyadh, è un tentativo di presentare come capro espiatorio  alcuni  “assassini canagliae di esonerare la Casa di Saudi dalla colpevolezza. Il fatto che il 59enne Khashoggi fosse un residente legale negli Stati Uniti e un editorialista del Washington Post ha senza dubbio dato al suo caso una copertura così prominente nei media occidentali. Migliaia di altre vittime della vendetta saudita erano state  regolarmente ignorate in Occidente.

https://www.controinformazione.info/il-doppio-standard-delloccidente-nel-raffronto-fra-due-sparizioni-simili/

Accordo di Monaco

“Ottanta anni fa, il 30 settembre 1938, venne firmato uno dei più famosi documenti diplomatici nella storia dell’umanità, l’accordo di Monaco.

In questo articolo scopriremo come dietro la firma di quell’accordo si celava la strategia franco-britannica, consistente nell’indirizzare l’aggressività di Hitler verso l’Unione Sovietica. Risulterà evidente il motivo per cui questa strategia è praticamente ignorata dai testi di storia delle scuole occidentali. Soffermarci a riflettere sugli eventi di 80 anni fa è utile in questo momento in cui contro la Russia si conduce una implacabile guerra psicologica e continuare ad ignorare quanto accaduto nel recente passato è più che un errore.
La domanda che dobbiamo porci è: chi ha liberato Hitler dalle “catene di Versailles”? La risposta risulterà chiara nel proseguo della lettura: la responsabilità fu della Gran Bretagna e della Francia.
Infatti alla fine della prima guerra mondiale furono firmati i trattati di Versailles e di Saint-Germain in base ai quali la Germania, in quanto potenza sconfitta, veniva privata di tutti i suoi territori e delle colonie, la maggior parte delle quali passavano sotto il dominio inglese, e inoltre gli fu impedito di disporre di un esercito regolare, di un’aviazione e di una marina militare.
A partire dal 1924, violando apertamente il trattato di Versailles, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna diedero piena attuazione al piano Dawes col quale, mediante ingenti investimenti di capitale a breve e a lungo termine da parte dei monopoli americani con a capo le famiglie Du Pont, Morgan, Rockefeller, Lamont ecc., si mirava alla ricostruzione dell’industria pesante tedesca e del suo potenziale bellico-industriale. Tutto ciò era addirittura stato messo nero su bianco nel trattato di Locarno del 1925, di cui Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti furono i promotori, e col quale praticamente si dava via libera alla Germania di riarmarsi.
Con l’ascesa di Hitler al potere nei primi anni trenta l’economia tedesca venne reimpostata sul piede di guerra. L’economista Hjalmar Schacht, banchiere e politico liberale, nonché co-fondatore nel 1918 del “Partito Democratico Tedesco”, diventò il collegamento fra l’industria tedesca e gli investitori stranieri. A quel punto, anche il mondo commerciale e bancario britannico cominciò a canalizzare importanti donazioni verso il partito nazista: il 4 gennaio 1932 Montagu Norman, governatore della Banca d’Inghilterra dal 1920 al 1944, incontrò Hitler e il cancelliere tedesco Franz von Papen, per stringere un accordo segreto volto al finanziamento di quel partito. Alla fatidica riunione erano rappresentati anche gli Stati Uniti, coi fratelli John Dulles, futuro segretario di Stato e suo fratello Allen, futuro direttore della CIA.
Le prime tracce della strategia franco-britannica risultarono già evidenti subito dopo che i nazisti salirono al potere in Germania.”

Accordo di Monaco e la strategia franco-britannica contro l’Unione Sovietica di Luca D’Agostini

Leggi tutto: http://www.madrerussia.com/accordo-di-monaco-e-la-strategia-franco-britannica-contro-lunione-sovietica/

Chi è Mister Browder?

Ora, è il caso di capire che cosa ha fatto Magnitsky, la povera vittima  dei crudeli russi, per il suo cliente Browder.  Ha aperto società fittizie in Kalmukia, una provincia buddhista e autonoma, a cui Mosca ha dato importanti esenzioni fiscali nella speranza che investimenti stranieri potessero innescare lo sviluppo economico.  Quelle che  vi ha aperto Magnitsky non hanno certo innescato alcun miracolo economico; non erano che caselle postali in cui transitavano milioni e miliardi  per poi venir dichiarate fallite e chiuse. Il punto è che queste società, formalmente di cittadini russi, acquistavano azioni di società russe che Mosca, memore del gran saccheggio degli oligarchi, vieta di vendere a stranieri.

S. Magnitsky, il complice di Browder.

E non basta:  Magnitsky ha intestato queste società a handicappati fisici e psichici kalmukki, approfittando del fatto che le leggi russe hanno esentato queste povere persone  da ogni imposta. Proprio   nel docu-film che gli europarlamentari non hanno potuto vedere, alcune di queste  persone, limitate e talora analfabete, si fanno intervistare: e raccontano la di come  siano state fatte firmare loro delle carte che non hanno potuto leggere, e di come avessero ricevuto per questo un po’ di denaro: modestissimi  compensi,  in confronto ai miliardi che passavano nei “loro” conti per finire chissà dove.  Più precisamente, in una  rete finanziaria oscura, gestita da grandi nomi dell’ebraismo: l’editore Robert Maxwell, britannico nato in Cecoslovacchia, il banchiere “libanese” Edmon Safra (alla cui banca il FMI affidò 4 miliardi destinati ad aiuti  speciali alla Russia in rovina: ovviamente spariti) e Boris Berezovski: tutti e tre morti in circostanze  misteriose ed atroci, tutti e tre indicati poi come agenti del Mossad  che forse avevano avuto un ripensamento.

Proprio per sapere dove sono finiti i soldi, la procura russa ha avanzato formale richiesta di poter interrogare Browder in Usa: cosa a cui Browder si rifiuta con scatti  ridicoli, e vere e proprie fughe davanti ai mandati di comparizione, accusando Putin di essere il nuovo Hitler, al punto da suscitare qualche dubbio anche negli americani informati:  capisco che non si  fidi  dei procuratori di Mosca, ma perché fugge la giustizia americana?

La posizione di  Browder si fa sempre meno sicura. Boris Berezovsky, lì oligarca ebreo che abitava a  Londra, si disse, è stato ucciso perché aveva avanzato personale richiesta a Putin, per lettera, chiedendo di poter tornare in Russia. Ora il capo delle sue guardie del corpo, Sergei Sokolov, è arrivato  a Mosca portando i documenti che Berezovsky aveva raccolto e che intendeva portare come “agevolazione” del suo ritorno: da essi   risulta che Browder era un agente ella Cia negli anni in cui operava in Russia, per poi passare ai servizi britannici M16, e che  le sue attività finanziarie erano solo parte del progetto generale di  condurre una guerra economica contro la Russia.

Nello stesso docu-film che gli europarlamentari non hanno potuto vedere,    appare anche una intervista a Magnitky in prigione, dove costui dice che teme che il suo cliente Browder la farà ammazzare  per impedirgli di chiamarlo in correità.

A questo punto, avete il diritto di chiedervi come mai questo documentario doveva proprio essere presentato all’euro-parlamento. Semplice: perché è stato  il Parlamento Europeo a pagarlo, finanziando il suo realizzatore, il giornalista russo Andrei Nekrassov.  E perché Nekrassov? Perché è ostilissimo a Putin e  noto per aver attaccato in modo documentato il suo sistema di potere, autore di inchieste scottanti contro Putin che gli hanno valso persino la richiesta di arresti a Cipro.
Il fatto è che Nekrassov, partito con le migliori intenzioni di  esaltare  Magnitsky come martire innocente  dell’ex Kgb, e Browder come il nobile milionario  che opera per la libertà della Russia dal nuovo Hitler, cammin facendo, in tre anni d ‘inchiesta e ascoltando decine di testimoni,  si è trovato davanti a prove incontrovertibili del contrario: è la versione delle procure russe questa giusta, mentre la versione di Browder è solo narrativa e fake news.

http://russiepolitics.blogspot.com/2016/05/arte-censure-un-film-russe-dopposition.html

Nekrassov ha persino avuto una crisi di coscienza e superato una depressione, dopo la scoperta, come ha scritto nel suo blog

https://echo.msk.ru/blog/andnekrasov/1757476-echo/

Andrei Nekrasov, il giornalista autore dell’inchiesta.

 

Ma ecco:

Gli avvocati di Browder hanno minacciato l vie legali se i parlamentari europei avessero visto il video che hanno pagato, e l’europarlamento è stato ben felice di rinunciare.  Anche  la tv eurocratica ARTE ha dunque cancellato la programmazione. Il documento è stato visto solo da russi sulle tv russe.

https://www.maurizioblondet.it/ecco-mister-browder-il-gran-regista-del-russiagate/

Fratellanza slava

Dal 18 al 29 giugno, la città portuale russa sul Mar Nero di Novorossijsk ospiterà le memorabili manovre “Fratellanza Slava-2018”, a cui parteciperanno paracadutisti provenienti da Russia, Bielorussia e Serbia. In queste manovre, la Russia sarà rappresentata da un battaglione di truppe aviotrasportate con più di 700 soldati, oltre a aerei di prima linea e dell’esercito, difese aeree ed aerei da trasporto militare. Queste unità provengono dal Distretto Militare Meridionale della Russia, che di recente ha svolte proprie manovre al confine con l’Ucraina. Da allora fu annunciato che le esercitazioni saranno le prime che testeranno nuovi mezzi e sistemi d’arma in servizio nelle unità aviotrasportate. Parteciperanno 250 paracadutisti bielorussi. La manovre si svolgono per il quarto anno. Furono per prima tenute in Serbia, poi in Russia, e poi nel 2017 nel poligono bielorusso di Brestskij, ed ora di nuovo in Russia. La particolarità di esse è che i soldati russi, bielorussi e serbi formano unità miste, formando così plotoni o compagnie coi militari di tutti e tre gli Stati.
Le operazioni bielorusse-russo-serbe, in particolare nelle esercitazioni antiterrorismo, verranno elaborate nel corso di queste esercitazioni. Inoltre, queste esercitazioni si svolgono nel campo di addestramento di Raevskij, nella regione di Krasnodar, la cui fase più attiva si terrà dal 26 al 28 giugno. Il territorio di Krasnodar fa parte del Distretto Militare Meridionale che, proprio di recente, dal 5 all’8 giugno, ospitava le esercitazioni tattiche interessanti tutte le forze terrestri, aeree e marine in ciò che era definibile “avvertimento all’Ucraina”. Superficialmente era una mera coincidenza, dato che la Fratellanza Slava fu pianificata molto tempo prima. Le manovre ad alta intensità in tutti i distretti militari della Russia sono familiari. Dopo il lungo declino dell’esercito russo, la prontezza al combattimento fu ripristinata, ed ora viene testata frequentemente. La componente più importante di questo processo sono le manovre ai vari livelli e le prove operative al combattimento.
Fratellanza Slava consente di risolvere diversi compiti interconnessi nella cooperazione militare e nella politica dei Paesi slavi ortodossi. Bielorussia e Serbia sono i più stretti alleati della Russia, e loro popoli sono fraterni. Pertanto, la Russia vuole condividere con essi la ricca esperienza nelle operazioni dei paracadutisti, sviluppatesi nei combattimenti reali. La Russia ebbe successo nella creazione di nuovo materiale militare per le truppe aviotrasportate, le cui capacità s’illustreranno in queste esercitazioni insieme agli alleati bielorussi e serbi. In base al contesto della dichiarazione del Ministero della Difesa russo, anche i paracadutisti bielorussi e serbi parteciperanno a queste manovre. O per lo meno le osserveranno da vicino e familiarizzeranno con la nuova tecnologia. Non meno significativa è l’opportunità di dimostrare la cooperazione militare con la Russia, particolarmente importante per la Serbia circondata da un ambiente complesso e largamente ostile. Se su questioni politiche i tre Paesi slavi ortodossi hanno delle contraddizioni, a volte nette (come le dispute periodiche tra Russia e Bielorussia), poi nelle relazioni militari godono di una comprensione molto più strette. Le manovre regolari rafforzano questa fratellanza militare che nelle circostanze geopolitiche contemporanee è cruciale.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

http://aurorasito.altervista.org/?p=872

Sanzioni

Riguardo ai ricchi russi a cui si rivolgono le ultime sanzioni, la ragione per cui molti mantengono i denaro all’estero non è perché controllano il governo russo, ma perché non lo controllano e non se ne fidano. Il risultato è che esportano denaro all’estero, lontano dal loro governo. Ora, ciò che scoprono è che i loro soldi corrono un rischio maggiore di essere presi dal governo degli Stati Uniti che dal loro, come il governo russo gli aveva detto per anni, così di fatto è più al sicuro a casa che non all’estero. In altre parole, le ultime sanzioni e la dichiarazione di Steven Mnuchin non avrebbero potuto favorire di più il governo russo. Agli uomini d’affari russi viene detto che il denaro che hanno esportato può essere sequestrato a prescindere da ciò che fanno a meno non rovesciano il governo russo, cosa che tali affaristi sanno essere oltre la loro portata, quindi essendo impossibile non hanno opzione realistica se vogliono mantenere i soldi al sicuro che riportarli a casa. Sembra che anche prima della dichiarazione di Mnuchin e delle ultime sanzioni fosse ciò che facevano alcuni di loro. Qualche settimana prima, prima della crisi Skripal, un gruppo di uomini d’affari russi a Londra scrisse al Presidente Putin chiedendo il permesso di tornare a casa coi soldi per via delle minacce che subivano; mentre l’ultima vendita di eurobond del governo russo, rivolta in particolare agli uomini d’affari russi, fu ampiamente sottoscritta in quanto si affrettarono ad acquistare le obbligazioni emesse dal proprio governo. Le ultime sanzioni e la dichiarazione di Mnuchin accelereranno il processo.

https://aurorasito.wordpress.com/2018/04/08/gli-usa-disperano-nel-colpo-di-stato-in-russia/

Provocazioni

Risultano prive di senso le richieste della May alla Russia di dare “una spiegazione credibile” sul caso dell’avvelenamento dell’ex spia russa, Serguéi Skripal, avvenuta in territorio britannico. Tanto più in quanto la Gran Bretagna si è rifiutata di fornire a Mosca ulteriori elementi di indagine su cui indagare, richiesti da Mosca, per chiarire come si sia verificato il tentativo di assassinio di una persona che viveva da anni libera in Gran Bretagna e non rappresentava alcuna minaccia per Mosca.

principe saudita con Theresa May a Londra

Nota: Il capo del Governo britannico, Theresa May si lancia in accuse gratuite alla Russia prima ancora di esibire prove sulla vicenda e sale in cattedra a dare lezioni di diritto internazionale. Proprio la May che ha appena incontrato il principe saudita a cui la Gran Bretagna fornisce tonnellate di armi ed assistenza militare per massacrare la popolazione dello Yemen. La stessa Gran Bretagna che è stata protagonista e complice di un lungo elenco di assassini all’estero di cittadini di varie nazioni, palestinesi, iraniani, egiziani, ecc.. considerati scomodi per la politica estera del Regno Unito. Esemplare il caso degli scienziati iraniani assasinati nel loro paese o all’estero ad opera di agenti britannici ed israeliani. Queste accuse sono state lanciate contro la Russia dalla premier in carica della Gran Bretagna, ovvero di quella potenza che, durante il governo di Tony Blair, ha invaso, assieme agli Stati Uniti (di cui sono il “cane fedele”), il territorio della Repubblica dell’Iraq, nel 2003, in base a falsi pretesti (le “armi di distruzione di massa”) ed ha procurato le più grandi devastazioni in quel paese e centinaia di migliaia di vittime civili. La stessa potenza che pochi anni dopo ha condotto una vergognosa campagna di tipo neocoloniale contro un paese indipendente e membro dell’ONU, la Repubblica della Libia, anche qui in base a falsi pretesti (una presunta rivoluzione) per appropriarsi delle risorse di tale paese, seminando il caos e suscitando il sorgere di bande terroriste incontrollabili. Senza considerare gli ufficiali delle special forces britanniche infiltrati fra i terroristi in Siria che conducono le loro operazioni criminose contro la popolazione siriana. Questi, dico proprio questi , gli eredi dell’Impero Britannico, vogliono venire ad impartire lezioni agli altri? Non è la prima volta che questa signora britannica si arroga il diritto, per contro della Gran Bretagna, di impartire lezioni improbabili di diritto ad altri paesi senza prima guardarsi in casa propria e verificare i tanti scheletri custoditi negli armadi della sua cancelleria. Direbbe il grande Totò, “ma ci faccia il piacere” . Fonti: Hispan Tv      Sputnik Mundo Traduzione e nota: Luciano Lago

https://www.controinformazione.info/maria-zajarova-alla-theresa-may-gli-ultimatum-di-24-ore-puoi-farli-a-tua-sorella-non-certo-alla-russia/

Putin: ora parlo io

di Maurizio Blondet – 14/02/2018

Putin: ora parlo io

Anche se l’attuale crisi è molto diversa da quella che portò alla Prima guerra mondiale, la Germania negli ultimi anni non è stata affatto un innocente intermediario tra l’Occidente e la Russia ma una parte in causa nel conflitto tra Ucraina e Mosca.. il tentativo di estendere fino alla Crimea l’area di influenza della NATO, nonostante le proteste di Mosca, è stata una decisione sbagliata presa da Angela Merkel e da lei portata a compimento.

Vladimir Putin aveva dato avvertimenti già nel discorso al parlamento tedesco nel 2001 e si era ripetuto alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco nel 2007. Davanti ai deputati nel palazzo del Reichtag di Berlino, Presidente da un anno, aveva esposto in termini del tutto espliciti il problema nelle relazioni con la NATO e l’Occidente. “Al giorno d’oggi capita che le decisioni vengano prese senza di noi. Solo dopo ci viene chiesto, con una certa insistenza, di esprimere il nostro accordo. (…) Si dice persino che senza la Russia sarebbe impossibile metterle in pratica. Dovremmo cheidercitutti se è una situazione normale, se questo nostro rapporto è reale. (…) Continuiamo a vivere sulla base di un vecchio sistema di valori. Parliamo di alleanza, ma la verità è che non abbiamo ancora imparato a fidarci gli uni degli altri”.

A diciassette anni di distanza nulla è cambiato.

 

Putin e il ruolo delle ONG straniere in Russia. Spie o agenti della società civile?

Una nuova legge approvata nel novembre del 2012 prevede che tutte le organizzazioni non governative devono con scopi politici devono registrarsi e dichiarare la provenienza dei loro finanziamenti. La nuova legge dovrebbe impedire, negli anni a venire, l’intromissione nella politica interna russa degli stati esteri. Alle Ong con fini politici che ricevono sovvenzioni da altri Paesi è infatti richiesto di registrarsi come “agenti esteri” e sottoporsi a rigorosi controlli sulle attività e sulla contabilità.

L’intento politico alla base di questo nuovo ordinamento è chiaro. Molte Ong russe ricevono finanziamenti dall’estero. Gli interessati dalla normativa, però, si dichiarano indignati. Finora nessuna organizzazione si è registrata come agente estero. Nel marzo 2013 le autorità hanno iniziato a svolgere i loro controlli e il procuratore ha fatto visita, oltre che alle Ong russe, anche alla fondazione Konrad Adenauer a San Pietroburgo vicino alla CDU di Angela Merkel e alla fondazione Friedrich Ebert (SPD) di Mosca.

L’acceso dibattito sul ruolo delle organizzazioni umanitarie straniere in Russia non è certo una novità. Queste non farebbero altro che il bene, si preoccuperebbero dei bambini in difficoltà, porterebbero avanti la battaglia contro l’AIDS e salvaguarderebbero la natura. Sono una sorta di missionari. Allo stesso tempo illustrano l’economia sociale di mercato, si battono per la libertà di stampa, e aiutano a trasformare la democrazia “guidata” di Putin in una società civile di stampo occidentale. L’Occidente come progetto universale, da realizzare ovunque e comunque. Una battaglia per vincere la quale vengono stanziati miliardi dollari ogni anno.

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