Campagne mediatiche

di Luciano Lago

Come si poteva facilmente prevedere, la sinistra dell’inedito connubio, PD 5 Stelle, in Umbria ha incassato la sua prima grande batosta da parte degli elettori che non si sano lasciati abbindolare dalle chiacchiere sconclusionate di Di Maio e dalla faccia di bronzo del premier Conte, il trasformista ricliclato che si autodefiniva l”‘avvocato degli italiani”.
Bocciati su tutta la linea con Di Mao e soci che vengono ridimensonati come un partitino di fronda ormai ininfluente nelle piazze (al 7,5%) anche se ancora ben piazzato nel palazzo.
D’altra parte si era ben capito che questa sinistra era una “sinistra truffa” mai esistita prima che oggi si qualifica per difendere soprattutto le oligarchie finanziarie, e di conseguenza disprezza i piccoli imprenditori, i lavoratori autonomi, gli autotrasportatori, gli artigiani e piccoli commercianti per schierarsi decisamente a favore delle banche, imponendo carte di credito obbligatorie , strumenti finanziari per favorire gli interessi del mondo bancario.
Da questa loro impostazione ideologica deriva la decisa lotta al contante, con il piano di perseguitare coloro che si ostinano a pagare in contanti e con l’idea di aggredire chiunque conservi soldi e risparmi sotto il materasso per non fidarsi delle banche. Le banche sono prioritarie per la sinistra PD e 5 Stelle, bisogna “dargli fiducia”, anche quelle che fanno crack come il Monte dei Paschei di Siena e vengono salvate dai governi filo bancari con i soldi dei contribuenti.
Lo hanno capito gli operai, quelli delle acciaierie di Terni come gli altri, quelli dei tanti tavoli di crisi delle aziende che delocalizzano, dall’ILVA alla Whirpool, abbandonati da Gigino Di Maio al loro destino per essersi trasferito lui al Ministero degli Esteri. Gigino desideroso di diventare un esperto conoscitore delle tematiche geopolitiche, nonostante che non conosca neanche una lingua straniera e che prende svarioni in geografia, scambiando il Cile per il Venezuela. Facile prevedere che farà danni anche in quella mansione, come ne aveva fatti occupandosi di lavoro senza aver mai svolto nella sua vita un lavoro serio.
Piuttosto cocente la sconfitta per i post comunisti del PD a cui, dopo 70 anni di governo regionale ininterrotto, hanno voltato le spalle gli elettori dell’ Umbria, nauseati dagli scandali e dalla gestione clientelare della sanità fatta in quella regione dai gerarchetti del “Partitone”, quello delle cooperative e delle clientele politiche sempre favorite nell’assegnazione dei posti e dei lavori pubblici.
I cittadini dell’Umbria , con il loro voto, hanno dato uno scossone a queste maggioranze ibride legate fra loro dalla difesa delle proprie poltrone ed hanno dimostrato una perspicacia molto superiore a quanto poteva prevedeva il ceto politico e intellettuale della sinistra del pensiero unico. Nello stesso tempo, gli elettori dell’Umbria, hanno smascherato il “bluff” dei finti rivoluzionari della “premiata ditta Casaleggio”, quelli che volevano cambiare tutto e poi si alleavano con i peggiori circoli delle oligarchie finanziarie dominanti. I voti determinanti dei 5 Stelle al Parlamento Europeo per far eleggere la Ursula Von der Leyen, una delle vestali del liberismo finanziario, erano stati la conferma della doppia natura del movimento.
Possiamo essere orgogliosi su questo sito di aver individuato fra i primi tale natura (in un n.s articolo dell’aprile 2014), ricevendo valanghe di critiche e di insulti ma i fatti ci hanno dato ragione. Vedi:

http://www.controinformazione.info/casaleggio-getta-la-maschera-lavora-per-la-grande-finanza/

Discorso a parte per la coalizione di centro destra che vede il trionfo della Lega di Salvini, la forte risalita dei F.lli d’Italia, grazie alle indubbie capacità della Giorgia Meloni, trascinandosi a rimorchio lo stanco partito di Berlusconi, ormai a fine corsa. Tutte le contraddizioni e le ambiguità di questi partiti che si sono proclamati sovranisti (ad eccezione di Forza Italia) ma che sono ancora legati mani e piedi al traino della UE, dell’euro e della NATO, dovranno poi esplodere quando arriverà il momento delle scelte essenziali.

Salvini con Donatella Tesei Governatrice eletta in Umbria

Non è escluso che, arrivati a questo punto, partirà una campagna a testa bassa di tutti i media, delle reti TV e degli esponenti della stampa di regime, per criminalizzare Salvini e la Lega in modo di fermarne l’ascesa, in parallelo con le manovre di infiltrazione dall’esterno. Si sono già viste le prime avvisaglie con il “Russiagate all’Italiana” dei servizi di Report e presto possiamo scommettere sulla partenza di una nuova forte campagna antifascista per accusare Salvini e la Meloni di essere contigui con ambienti del neofascismo irriducibile.
Non avendo più argomenti e giustificazioni alle proprie posizioni di potere, rimane questa l’ultima speranza della sinistra, dopo averle tentate tutte per frenare l’ascesa dei sovranisti nel panorama politico italiano.

https://www.controinformazione.info/la-batosta-dellumbria-riporta-in-auge-la-destra-pseudo-sovranista/

Nota: inutile sottolineare che sovranisti è un’etichetta di comodo  che non corrisponde a nessuna realtà leghista

Con l’euro o senza…

Con l’euro o senza…

Dato il carattere litigioso degli italiani,  in qualsiasi caso non andremo da nessuna parte: basta leggere non tanto l’articolo-saggio (preferibilmente in edizione originale) dell’economista francese, quanto i commenti degli addetti ai lavori italiani,  che preferiscono operare mille distinguo,  piuttosto che concordare un’azione comune.

Sapendolo, chi ha in mano i destini dell’Italia non deve avere alcuna preoccupazione; semmai c’è da stupirsi che, in passato, si sia fatto qualcosa in questo paese…

Diego Fusaro sull’incontro piemontese dell’ARS

Le impressioni di Diego Fusaro, che ringraziamo per la partecipazione e per l’apprezzamento, sull’incontro piemontese dell’ARS.

Da lospiffero.com:

“Riconquistare la sovranità.

europa-11Si è svolto sabato 21 settembre a Torino il primo incontro regionale piemontese dell’ARS, “Associazione Riconquistare la Sovranità”. L’assordante silenzio mediatico che ha reso pressoché invisibile l’evento all’opinione pubblica è, naturalmente, un buon segno: nel mondo dell’industria culturale e della produzione dei consensi, in cui l’egemonia dei dominanti si esercita a partire dall’uso pressoché monopolistico dei mezzi di informazione, non ricevere alcuna attenzione da parte dei media e dal mainstream politicamente corretto e millimetricamente sorvegliato è un merito da rivendicare con orgoglio. È la prova incontrovertibile del proprio non essere dalla parte del potere.

L’obiettivo primario dell’associazione ARS è forte e chiaro: riconquistare la sovranità nazionale perduta, e dunque uscire il prima possibile dal progetto criminale chiamato Europa; quest’ultima è il nobile nome attribuito alla dittatura eurocratica che, in nome della finanza e delle sacre leggi del mercato, manda in rovina i popoli e le classi, le comunità e le nazioni, realizzando, di fatto, in forma economica ciò che un tempo veniva attuato tramite i carri armati e i bombardamenti (il cui uso è, momentaneamente, riservato per gli Stati extraeuropei che eroicamente resistono alla barbarie capitalistica dell’impero americano).

L’odierna Europa – che del nobile progetto di Kant o di Spinelli è il perverso rovesciamento – è funzionale alla logica illogica neoliberale e alla rimozione della sovranità, e dunque del primato politico degli Stati come potenze in grado di mantenere il primato della politica sull’economia. La globalizzazione non è forse anche il transito dal moderno Stato nazionale con primato della politica al postmoderno mercato internazionale con egemonia dell’economia e del mercato, delle scelte anonime e impersonali della finanza e dei banchieri apolidi? Come già sapeva Machiavelli, le due prerogative inalienabili del Principe e della sua sovranità risiedono nel controllo della moneta e nella disposizione del monopolio delle forze armate, ossia in quelle due dimensioni la cui dissoluzione è stata portata a compimento dall’incubo eurocratico di cui siamo vittime.

Cito direttamente dal programma del movimento: “ARS – Associazione Riconquistare la Sovranità ritiene che nessuna soluzione alla crisi sia possibile restando nel dominio delle forze antidemocratiche e tecnocratiche europee, che hanno tolto e toglieranno a qualunque governo si insedi in futuro qualunque leva monetaria e politica che ci permetta di uscire dal tunnel. Al contrario, ritiene che solo il recupero della piena sovranità popolare, monetaria, strategica, energetica, alimentare, potrà portarci alla salvezza nostra e del nostro futuro”.

Parole forti e chiare, tanto più encomiabili perché pronunciate in tempi confusi e ambigui quali sono quelli di cui siamo sudditi coatti, l’epoca delle “larghe intese”, in cui l’attualità della dicotomia tra destra e sinistra non è superiore a quella tra guelfi e ghibellini.

Andando a rioccupare quello spazio di dibattito pubblico e quella dimensione comunitaria che è il capitale stesso a distruggere programmaticamente con le sue perverse logiche di individualizzazione selvaggia, giovani e meno giovani hanno discusso per ore – mossi da una rabbia densa di buone ragioni e da una sana passione antiadattiva – di temi tutti orbitanti intorno al fuoco prospettico della necessità di uscire dall’euro e di riconquistare la sovranità nazionale, condicio sine qua non per quel garantimento dei diritti sociali e per quel primato del politico sull’economico la cui distruzione corrisponde alla segreta teleologia del progetto criminale chiamato Europa. Il folle compito di quest’ultima – per chi ancora non l’avesse compreso – consiste nella rimozione forzata di ogni residuo di welfare state, di ogni superstite egemonia della politica sul fanatismo cieco del mercato oggi innalzato a nuova divinità vendicativa.

Al cospetto delle troppe sciagure che, in rapida successione, hanno investito la nostra penisola (dalla dittatura del debito al commissariamento con la giunta militare economia del governo Monti), alle quali si attagliano con straordinaria aderenza le parole del Purgatorio dantesco (VI, 76-78) – “ahi serva Italia, di dolore ostello, / nave sanza nocchiere in gran tempesta, / non donna di province, ma bordello!”–, diventa evidente come il primo compito per una ragione che miri a frenare e, in seconda battuta, a rovesciare le tendenze in atto sia da ricercarsi nella rioccupazione della funzione dello Stato come garante del primato della politica sull’economia, dell’eticità sul mercato, degli uomini sulle entità della finanza, gravide di capricci teologici. Occorre riprendersi tutto, in primo luogo la sovranità perduta.

Anziché ridursi ad ancilla oeconomiae, e dunque a semplice supporto della sovranità degli organismi economici transnazionali (dalle banche, al “fondo monetario Internazionale”, fino alla dittatura crematistica delle multinazionali e delle nuove caste plutocratiche), lo Stato nazionale è, pertanto, chiamato a porsi al servizio della comunità umana considerata come fine in sé, e dunque a prendere posizione contro le logiche illogiche del monoteismo del mercato globale.

Fino a prova contraria (ossia finché non si indichino altre forze concretamente in grado di rovesciare l’esiziale ordine finanziario mondializzato), soltanto lo Stato nazionale, a patto che cessi di limitarsi a ratificare quanto viene autonomamente deciso dagli economisti, dalle multinazionali e dal mercato divinizzato, può opporsi e, dunque, agire concretamente in vista del superamento della scissione dilagante.

Cito ancora dal manifesto programmatico: “ARS intende riavvicinare un popolo troppo a lungo prostrato e ingannato alla militanza politica e alla ricerca dei nostri valori costituzionali, unendo chiunque si riconosca nella causa sovranista e voglia costruire una vera opposizione popolare a tutto ciò”. Spirito dialogico e interconfessionale, dunque: a cui si accompagna la ferma volontà di valicare le tradizionali barriere, ormai logore, che oggi servono essenzialmente a frammentare e, dunque, a rendere inoffensiva la possibile opposizione ai crimini dell’economia globale e dell’eurocrazia imperante.

ARS non è la sola associazione che ha individuato correttamente sia la diagnosi, sia la terapia: tra le altre, vi sono anche EPIC (Economia per i cittadini), Eurotruffa, la neofondata Bottega Partigiana, e molte altre ancora. Occorrerà, per il futuro prossimo, tentare di far interagire queste realtà, individuando la koiné nell’opposizione al monoteismo del mercato e alla teologia neoliberale incorporata nell’eurocrazia. È solo agendo coralmente che si diventa una forza realmente operativa e, soprattutto, temibili per il potere della violenza istituzionalizzata. È questa la sfida per il futuro e per la sua riapertura, nell’odierna età delle passioni tristi. Con le splendide parole del Trattato del ribelle di Ernst Jünger: “tra il grigio delle pecore si celano lupi, vale a dire quegli esseri che non hanno dimenticato che cos’è la libertà. E non soltanto quei lupi sono forti in se stessi, c’è anche il rischio che, un brutto giorno, essi trasmettano le loro qualità alla massa e che il gregge si trasformi in branco. È questo l’incubo dei potenti”.

Fonte: http://www.appelloalpopolo.it/?p=9555