Tanti auguri

Un simile Stato, come apparato, non può vivere se non attraverso una corruzione sistemica, quindi intessuta nelle istituzioni anche di controllo (le campagne di lotta contro la corruzione, ovviamente, sono una presa per i fondelli). I suoi partiti politici sono galassie di comitati di affari dediti ad operazioni illecite o quantomeno scorrette. Le rispettive segreterie fanno da organo di coordinamento tra tali comitati, e di ricezione delle richieste di interessi stranieri (talvolta anche nazionali) dominanti. Che forza avrebbero i partiti di potere se non gestissero (clientelarmente) appalti, crediti, assunzioni, licenze? Nessuna. I partiti che si staccano da quelli di potere per perseguire ideali sociali e di giustizia, sistematicamente, si spengono, non sono vitali, sebbene abbiano talora ottime idee e grande onestà, proprio perché non si portano dietro alcuna fetta di spesa pubblica, alcuna risorsa clientelare. Laddove vi sono seri interessi in gioco, le leggi, anche dagli organi di controllo e giustizia, sono osservate solo marginalmente, soprattutto per mantenere una minima facciata di legittimità agli occhi della gente comune. In realtà, vi è una netta divisione tra chi è soggetto alla legge e chi sta sopra di essa e la usa sugli altri per schiacciarli e spremerli. Il potere pubblico è inteso come proprietà privata, come diritto di passare sopra le regole e di togliere diritti agli altri, cioè di derogare alla legalità. Adesso, in campagna elettorale, è inevitabile che i partiti millantino, ciascuno, di avere la capacità e la volontà di salvare il Paese e di combattere la corruzione. Lo afferma quella (pseudo) sinistra che è stata l’esecutore più attivo e fedele degli interessi stranieri, che più ha collaborato nel sottomettere ad essi tutto il Paese, nello spremerlo per arricchire gli squali della finanza predona, nel sabotare l’economia e l’ordine pubblico, nell’imporre un pensiero e un linguaggio unico che impedissero persino di descrivere ciò che essa stava e sta perpetrando

Marco Della Luna

https://www.controinformazione.info/il-re-e-nudo-ma-niente-succede/

Svendite e tradimenti

 

di Roberto Nardella

Lo Stato, dal 14/10/1971 (primo intervento sui tassi d’interesse dopo la sgancio del dollaro dalla parità aurea) al 29/08/1980 (ultimo intervento sui tassi d’interesse della BdI prima del divorzio Tesoro-Banca d’Italia del marzo 1981) si finanziò ad un tasso medio NEGATIVO pari al -5,265% (differenza tra tassi d’interesse della BdI (Banca d’Italia n.d.r) – inflazione reale). Per esportare capitali oltre frontiera vi era necessità di chiedere autorizzazioni ai ministeri preposti. Questa era la “repressione finanziaria” che obbligava i detentori di grossi capitali ad investirli o in attività reali (industria, immobiliare, commercio, agricoltura ecc) o in titoli azionari con un rischio d’impresa e assoluto chiaramente maggiore: se volevi tenere il denaro al sicuro in seno a mamma Stato (BOT, CCT ecc) dovevi pagare il servizio di conservatoria e tesoreria. In ogni modo la quantità di infrastrutture ed opere pubbliche realizzate in quell’epoca non ha eguali in nessun altro periodo storico italiano dall’unità ad oggi. Gli investimenti statali lordi in percentuale di PIL in questo decennio ebbero una media annua del 25,33%: la più alta di sempre.
Dal 23/03/1981 (primo intervento sui tassi d’interesse della BdI post-divorzio) al 24/10/1996 (ultimo intervento sui tassi dell’anno di adesione al club Euro) le cose si invertirono diametralmente: una volta passati nelle mani del “libero mercato dei capitali” (fu lasciato il “pallino” alle banche private di decidere il tasso d’interesse) la differenza media in 16 anni tra tassi d’interesse – inflazione reale schizzò al +5,55% e il rapporto debito/PIL cominciò a salire anno per anno ad un ritmo sostenuto grazie agli interessi che si cumulavano ad altri interessi anno dopo anno. In pratica, da quel primo intervento sui tassi d’interesse post-divorzio del 23/03/1981, i capitali vennero prestati prevalentemente a mamma Stato che garantiva, oltre che la custodia assicurata dal Popolo italiano, un LAUTO interesse netto di diversi punti percentuali al di sopra dell’inflazione reale: furono moltissime le industrie che “finanziarizzarono” i loro investimenti una volta indirizzati nell’economia reale (o in borsa che a quei tempi era grosso modo lo stesso poiché ti assumevi dei rischi d’impresa), il tutto agevolato da una legge che non pretendeva neanche un centesimo di tassa sui sicuri guadagni.

Leggi tutto su http://www.appelloalpopolo.it/?p=13277

La radice del problema

La radice del problema

Chi teme i migranti che arrivano di continuo a Lampedusa dovrebbe capire che il problema non sussisterebbe se in Africa la gente non morisse di AIDS perché le lobbies farmaceutiche si ostinano a tenere altissimi i costi dei brevetti impedendo al diffusione di farmaci a prezzi abbordabili; se non morisse di fame perché le corporations multinazionali hanno diffuso le monoculture necessarie ad alimentare i nostri consumi (il caffè, l’ananas, i filetti di persico del lago Vittoria) distruggendo culture che fino ad alcuni anni fa erano in possesso dell’autosufficienza alimentare; se non morisse di sete in quanto si sta cercando, da parte di imprenditori occidentali in combutta con i corrotti governi africani, d’imporre altissimi costi di gestione della stessa acqua potabile che la gente dovrebbe pagare; se non morisse di miseria pur essendo nati in paesi dal sottosuolo ricchissimo perché le imprese multinazionali non la derubasse del suo oro, del suo uranio, del suo coltan, del suo petrolio, dei suoi diamanti con i quali si alimenta un sistema mondializzato – è questa la “globalizzazione” – retto dalle “ferree leggi del mercato” (!?) che punta alla sempre maggior concentrazione della ricchezza e quindi alla crescente proletarizzazione delle masse del pianeta.

Franco Cardini

Il danno del denaro creato dalle banche

Il danno del denaro creato dalle banche

Sarà un caso, ma forse non lo è affatto, che l’articolo di Wolf sia stato preceduto a marzo da una pubblicazione della Banca d’Inghilterra la quale ripete una decina di volte in poche pagine che sì, sono proprio le banche private la fonte maggiore della creazione di denaro. Tanto per cominciare: “In pratica la creazione di denaro differisce da vari malintesi popolari: le banche non agiscono semplicemente da intermediari, dando in prestito i depositi effettuati presso di loro… Ogni qualvolta una banca fa un prestito, crea simultaneamente un corrispondente deposito sul conto del mutuatario, creando in tal modo nuovo denaro.” (Bank of England, “Quarterly Bulletin”, n. 1, 2014). C’è da sperare che gli economisti ortodossi i quali insegnano ancora ai loro studenti che le banche possono prestare soltanto il denaro che tengono in cassa, mostrando così di ignorare nel loro insegnamento il ruolo fondamentale che svolge nel sistema economico la creazione privata di denaro, trovino modo di dare una scorsa, oltre che all’articolo in parola, pure al bollettino della BoE.

Luciano Gallino

Il territorio e la frontiera

Il territorio e la frontiera

“I mercati finanziari, i veri detentori del potere, sono ovunque e in nessun luogo”(De Benoist). Invece, è sul territorio che popoli e nazioni si insediano, si radicano, si costituiscono, fondano le proprie istituzioni e tracciano le frontiere a guardia e a difesa della loro identità, cultura, lavoro, diritto e ricchezza di vita dall’avidità devastante della finanza internazionale. È lo Stato che mantiene unito, tutela e perpetua il popolo, mentre è il mercato finanziario, avulso e scollegato dall’economia reale della produzione e del lavoro, che lo disfa e lo dissolve nei flussi incontrollati di denaro e di merci. Ed è per questo che gli stati sovrani sono oggi le istituzioni più credibilmente anticapitaliste, rimaste a difesa e a protezione dei ceti medi e popolari dall’aggressione sferrata dalla superclasse apolide, che si annida negli organismi sovranazionali economici, commerciali e finanziari. Lo Stato e la sua sovranità è la questione politica fondamentale per chi è interessato a una lotta antisistemica.

Luciano Del Vecchio

I polli di Renzo

Purtroppo gli italiani preferiscono litigare tra loro (specialmente sulle persone),  piuttosto che fare fronte comune mentre sono portati in pentola da poteri esterni ben più avveduti di loro.
Lo dimostrano i tanti commenti all’articolo del costituzionalista Aldo Giannuli , che ha il solo torto di cominciare citando Tremonti che diviene così il classico drappo rosso agitato di fronte al toro.
http://www.aldogiannuli.it/2014/04/fuori-europa-dalla-costituzione-come-stanno-le-cose/

Con queste prospettive, schiacciati tra ignoranti e troppo furbi, ci avviamo starnazzando (attraverso le inutili elezioni europee) al nostro destino già segnato.

Tutto fa PIL

Tutto fa PIL

Secondo dati più recenti, quello dell’immigrazione rappresenterebbe un enorme business da 1.800.000 euro al giorno per i professionisti dell’accoglienza. O almeno è quanto testimoniano bilanci riguardanti l’intero 2013, anno in cui l’Italia si è trovata ad accogliere 40.244 migranti. Ma non è finita qui, perché la spesa media per ogni immigrato ammonta a circa 45 euro al giorno, spese enormi se consideriamo che tale somma può raggiungere i 70 euro per i minorenni. Emblematico è il caso del Cara di Mineo, a Catania, centro di accoglienza dove gira un affare di circa 50 milioni di euro all’anno. Oltre al “Consorzio Calatino Terre di accoglienza”, dentro il sistema ci stanno importanti multinazionali come la Legacoop o la Croce Rossa, tutte pronte a trarre enormi profitti sulla pelle dei migranti.

Roberta Barone

Civis romanus sum

Civis romanus sum

Dov’è finito lo Stato? Ma, soprattutto, cos’è lo Stato?
Lo Stato è il Popolo e questo binomio è tenuto insieme dal Diritto. Al tempo stesso, la sussistenza di tale unione è garantita dalla Libertà, la quale esiste solo se e quando la Sovranità, ossia il sommo potere, appartiene al Popolo: se viene meno il Diritto, viene meno lo Stato. Se manca la Libertà, la degenerazione è verso l’oligarchia o la tirannide.

Se oggi siamo in questa situazione è perché è caduto in disuso il Diritto ed è venuta meno la Libertà.
Questo è Cicerone, questi sono i principi cardine dello Stato moderno contemporaneo, che trovano il loro fondamento nella tradizione giuridica romanistica: DIRITTO ROMANO, NON ANGLOSASSONE! Lo ripeto: DIRITTO ROMANO, NON ANGLOSASSONE!

Avv. Paola Musu

L’eurozona non sarà mai l’Europa

L’eurozona non sarà mai l’Europa

Dunque i sistemi politici dei paesi del sud, e quello italiano soprattutto, presentano caratteristiche costituzionali inintegrabili nell’eurozona e inconciliabili con i trattati europei. Gi eurocrati non possono progettare nessuno stato, né federale né meno che mai unitario (assurdo e inconcepibile quest’ultimo in Europa per l’inesistenza di un popolo europeo). Molto più semplicemente l’oligarchia eurocratica mira a espropriare e dissipare sistematicamente la sovranità degli stati storici esistenti, senza che questa possa andare a condensarsi e incarnarsi in un nuovo e più esteso organismo politico, ma semplicemente sminuzzarsi, sciogliersi, svanire nella “fuffa” di comitati, commissioni ed enti vari sovranazionali: lo stato minimo e la governance massima. La governance è appunto la tattica di infiltrazione strisciante della gestione privata nei servizi pubblici.

Luciano Del Vecchio

Contro lo Stato (e gli statali)

Per quanto riguarda l’attacco al lavoro dipendente, nel nostro paese, possiamo distinguere tre fasi principali, dell’ampiezza di una decina di anni ciascuna, con la prima che è cominciata quando il neocapitalismo, di là a un paio di decenni dominante, era ancora in embrione:

1)    Anni ottanta, con l’avvio simbolico dato dalla celebre marcia dei quarantamila fiat, orchestrata dall’azienda contro il pci di Berlinguer, la fiom di Galli e la cgil di Lama, e l’esiziale attacco alla scala mobile del 1984.

2)    Anni novanta, per intenderci quelli di Biagi consulente governativo, dal 1995 del ministro del lavoro Tiziano Treu, e del famigerato pacchetto Treu, legge n.196 del 24 giugno 1997, che ha introdotto in Italia il lavoro interinale (o somministrato), garantendo, per gli anni a venire e senza toccare lo Statuto dei Lavoratori (aggiramento) lavoro a termine sottopagato a volontà.

3)    Primi duemila, fino ad oggi, anni in cui la precarietà è entrata in circolo come un veleno nel sistema – senza alcun duraturo beneficio per la produzione e l’occupazione, non evitando le chiusure aziendali, distruggendo il futuro di molti e limitandone la professionalità – e in cui è iniziato l’attacco al lavoro dipendente che gode dei “vecchi contratti” a tempo indeterminato, con un’estesa complicità sindacale, fino alla minaccia dell’assalto finale neoliberista all’ultimo santuario degli stabilizzati, cioè l’impiego pubblico.

estratto da: http://pauperclass.myblog.it/archive/2013/08/21/agosto-statale-mio-non-ti-conosco-di-eugenio-orso-anatolio-a.html

Crisi della politica

Susan Strange

Qual’è il cuore delle argomentazioni della Strange? In sintesi secondo la studiosa a partire dall’inizio degli anni Settanta dello scorso secolo l’equilibrio tra Stato e mercati si è andato progressivamente deteriorando a favore di questi ultimi che, anno dopo anno, hanno creato un “ecosistema caotico”. Il fenomeno che la Strange analizzava venne da lei definito “dispersione del potere”. In altri termini il potere (o l’autorità) si è andata distribuendo in una pluralità di soggetti economici ingovernati e ingovernabili. Tra questi soggetti la Strange metteva anche la grande criminalità organizzata (narcos, mafia russa e italiana) che della “dispersione del potere” si sono largamente giovate. In più (e questo è un punto molto interessante) la Strange sosteneva che in questa “dispersione” si stava anche verificando un fenomeno di “volatilizzazione”, ossia alcuni poteri non vengono più esercitati dallo Stato ma non vengono neppure assorbiti da qualche altra entità: semplicemente non vengono più usati.

estratto da: http://irradiazioni.wordpress.com/2013/07/22/riprendersi-la-sovranita-ovvero-di-cosa-stiamo-parlando/

Come fa notare l’articolista : Quello che è andato in crisi è il concetto di “sovranità vestfaliana” (Westphalian sovereignty) fondato nel 1648 con la nascita del mutuo rispetto della integrità territoriale, dell’autodeterminazione, della pari dignità di ciascuno Stato a prescindere dalle sue dimensioni e potenza, del diritto alla non ingerenza nei problemi interni che sorgano in uno Stato.

Il che significa che la tanto sbandierata polemica contro lo Stato (e di conseguenza della politica) è gonfiata ad arte dai poteri antagonisti che si sono appropriati, nel frattempo, delle prerogative statali.

Riassuntino

Al mondo solo 2 entità possono creare denaro.

1) Lo Stato

2) Le banche

Il dogma del rigore dei conti = rubinetti chiusi dello Stato.

Pareggio di bilancio = lo Stato ci tassa tanto quanto spende x noi, ci lascia zero denaro.

Lo Stato eliminato dalla scena.

Rimangono solo le banche.

Tutti noi abbiamo bisogno di denaro per vivere, produrre. Impossibile far senza.

Adesso dipendiamo tutti dalle banche, l’unica fonte di denaro rimasto.

Banche = governo

Hanno vinto.

Se non capite adesso cosa fanno la UE + Monti e per conto di chi, buttatevi nel pozzo.

Paolo Barnard
Fonte: http://paolobarnard.info/
Link: http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=413
21.07.2012