Ambiente come pretesto

Sul tema ambientale si  sono avuti tre passaggi fondamentali: il primo tendente a negare il problema, il secondo ad ammetterlo e a inventare false soluzioni, il terzo quello di porsi alla testa dell’ambientalismo, guidandolo verso una sorta di escatologia priva di qualunque spirito critico. Dal momento che i vari tavoli e conferenze non potevano sortire questo effetto poiché le soluzioni erano criticabili sul piano della ragione oltre ad apparire insufficienti rispetto al problema, si è scelto il modulo emotivo – mistico che prescinde da ogni razionalità, dunque da ogni confronto. Per questa operazione – in un primo momento varata per deviare molti voti di protesta verso le formazioni verdi, consentendo così di salvare il fronte conservatore da una detronizzazione in Europa – si  sono scelti tutti gli ingredienti giusti: dunque una ragazzina, per giunta con problemi di autismo, che grazie a consistenti aiuti provenienti da spin doctor e da organizzazioni finanziate dai Rockfeller, dall’Aspen Institute e da tutti i maggiori inquinatori mondiali tramite   Klimate justice now e Friends of Earth, è diventata in poche settimane la profetessa adottata dal sistema. Peccato che sia lo stesso sistema che negli ultimi anni i sussidi ai combustibili fossili siano aumentati del 12%, rispetto al calo avutosi dopo la crisi e che dopo gli accordi di Parigi, 33 tra le più grandi banche mondiali hanno aumentato i loro investimenti nel settore dei combustibili fossili, portandoli a 1700 finendo per finanziare di fatto i cambiamenti climatici. E  come se questo non bastasse alcuni Paesi europei, per compiacere la scomposta guerra fredda inaugurata dagli Usa contro la Russia, la Germania ha aumentato del 34 % le importazioni di carbone americano, la Gran Bretagna e l’Olanda del 255% , una cifra analoga a quella della Svezia, patria di Greta. Contemporaneamente sono calati gli investimenti in rinnovabili sia in Usa che in Europa e rimangono in crescita esclusivamente grazie alla Cina che all’India.

estratto da https://ilsimplicissimus2.com/2019/09/27/aumenta-la-bolletta-della-camera-a-gas/

Di Euro si muore

Per commentare questo interessante post di Frances Coppola non si può non partire da Il tramonto dell’euro di Alberto Bagnai (novembre 2012), che a pagina 29, illustrando la posizione finanziaria netta sull’estero dei principali paesi dell’Eurozona, recita quanto segue: “Se usiamo come metro il debito estero, la Finlandia viene a trovarsi in mezzo al gregge delle ‘pecore nere’ “. Proprio così, il paese campione per antonomasia della non casta, non cricca, non corruzione già in base a dati del 2007 risultava nello stesso gruppo delle vituperate Grecia, Spagna, Italia. Quello che allora Alberto Bagnai vedeva così nitidamente si è puntualmente realizzato sotto gli occhi di tutti: e nel gennaio del 2014 su Goofynomics si spiega come la Finlandia in crisi abbia fatto la fine di tutti i paesi costretti nella periferia di un’unione monetaria. Ovviamente nel mainstream si è oculatamente addossata la colpa al welfare generoso e alla tassazione alta del Paese: ma qui Frances Coppola smaschera il giochetto.

E così il disastro economico della Finlandia è, almeno in parte, una conseguenza della sua appartenenza all’euro. Mentre la Danimarca soffre per la perdita dell’autonomia monetaria a causa della sua appartenenza all’ERM II, e della perdita dell’autonomia di bilancio perché ha scelto di essere vincolata al Fiscal Compact. Al contrario, la Svezia ha il controllo sia della politica monetaria sia di bilancio, mentre la Norvegia non solo ha il controllo della sua politica monetaria e fiscale, ma è ulteriormente ammortizzata dal suo ampio fondo sovrano (derivato dalla vendita del suo petrolio n.d.r.).

La prova finale è fornita da questo grafico:

 

Non sembra che ci siano grandi possibilità di dubbio. Welfare, tasse, le riforme strutturali… macché. La Grande Divergenza scandinava è principalmente causata dall’euro.

http://vocidallestero.it/2016/05/31/la-grande-divergenza-scandinava/

Ritorno alla realtà

Ritorno alla realtà

Esattamente da dieci anni, lo Stato non ha fatto altro che operare tagli progressivi dei trasferimenti dal governo nazionale agli enti locali: prima col governo Berlusconi (2004), poi col governo Prodi (2006), poi ancora col governo Berlusconi (2011), poi col governo Monti (2012) e infine col governo Letta (2013). Tutto questo ha provocato un ridimensionamento di proporzioni immense per tutto ciò che concerne i servizi sociali amministrati dai territori e, in generale, per tutto l’esiguo e traballante impianto del welfare italiano. Non è possibile, in questa sede, elencare tutte le conseguenze che hanno colpito la vita concreta e quotidiana di milioni di persone. Basti citare, tanto per fare un esempio, come la spesa per la sanità sia stata tagliata di 25 miliardi nei soli ultimi tre anni, con conseguente aumento generalizzato dei ticket sanitari e con la riduzione di decine di migliaia di posti letto negli ospedali italiani. Si potrebbe poi continuare parlando dei tagli di 23 miliardi alla scuola pubblica previsti per il triennio 2015-2017 – ambito amministrato finora dai vari enti locali – ma direi che, a questo punto, il concetto che sto cercando di esprimere dovrebbe risultare chiaro.

La più grande truffa della storia umana

Quindi, ricapitolando, stati falliti si fanno garanti di banche fallite che devono acquistare il debito di stati falliti. Un’ottima miscela esplosiva, non c’è che dire. Le banche, prestando i soldi allo Stato, esigono un interesse che è ben più alto (dalle 4 alle dieci volte, o forse più) dell’interesse pagato alla BCE per avere in prestito denaro. Gli interessi che lo stato paga alle banche, nel caso italiano circa 90 miliardi di euro all’anno, vengono garantiti grazie all’autorità che ha lo Stato di imporre misure fiscali sui cittadini all’uopo spremuti di tasse. Quindi, in mancanza di crescita economica, lo stato, per poter pagare gli interessi ai propri finanziatori, dovrà aumentare le tasse. L’aumento delle tasse ha effetti recessivi, poiché la popolazione avrà una quota di reddito disponibile via via minore in ragione della maggiore tassazione pretesa dallo Stato. Minori spese per i cittadini, significa minore domanda interna. Le persone non spendono, le fabbriche non producono, sono costrette a licenziare e chiudono.

Paolo Cardenà

estratto da: http://www.vincitorievinti.com/2013/06/la-piu-grande-truffa-della-storia-umana.html

Il mito delle masse

Intese come artefici di ogni cambiamento lo si trova, negli ultimi decenni dell’800 in Sorel.

Nel frattempo, come dice Diego Fusaro, estensore della scheda :” si può parlare all’infinito di rivolte senza mai provocare un movimento rivoluzionario”.

Il che significa che fedi e miti sono duri a morire, anche perché non costano nulla: si possiedono (anche se sarebbe meglio dire che ne siamo posseduti).

Tutto questo per dire che l’italiano preferisce addurre l’alibi di essere istintivo e creativo, piuttosto che avere la pazienza di studiare un problema andando a verificare le fonti.

Da qui la fortuna dei blog dove ciascuno esprime la sua opinione (in nome della libertà) senza uno straccio di pezze d’appoggio.

In conclusione, prima di votare (per poi lamentarvi), almeno leggete i programmi di TUTTI gli schieramenti che si presentano nella vostra circoscrizione!

http://www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/speciali/elezioni_politiche_regionali_2013/liste_leader_programmi.html