Tutto come sempre. Riporto con un senso di stanchezza questa ennesima coincidenza. Perché fui inviato a New York subito dopo il mega-attentato, e lì appresi che la Federal Emergency Management Agency (FEMA: la Protezione Civile) aveva ricevuto l’ordine di condurre un’esercitazione che simulasse una strage di massa proprio a Manhattan. Quando? L’11 Settembre. Già la notte del 10 il personale della FEMA s’era accampato lì sui moli del porto (a due passi dalle Twin Tower) con tende-ospedale, infermieri, automezzi di soccorso. Fu molto utile. Di altre esercitazioni – aeree, alcune delle quali simulavano dirottamenti – non parlo perché ci sono già stati scritti libri. Anche dell’attentato nella Metropolitana di Londra, 7 luglio 2005, parlo perché ero lì – ancora una volta, inviato – e fui avvertito dai colleghi che una persona, di nome Peter Power, aveva telefonato tutto eccitato alla BBC Radio e aveva detto in diretta: “Sono direttore di un impresa di security, la Visor Consultants. Sapete cosa?Un cliente mi aveva commissionato una esercitazione, con un migliaio di persone coinvolte, che simulava quattro attentati in quattro punti del subway: combinazione, proprio quelle stazioni dove sono avvenuti gli attentati! Che fortuna! Abbiamo potuto passare dalla simulazione alla realtà molto rapidamente”.
Pochi giorni fa abbiamo saputo che quando l’8 marzo, a Salisbury, l’ex spia russa Skripal e sua figlia si accasciavano su una panchina per quello che è stato definito un avvelenamento agente neurotossico, era già cominciata da due giorni, dal 6, ed era ancora in corso, la più grande esercitazione militare inglese dei Royal Marines, “volta a testare la capacità della Gran Bretagna di affrontare un attacco chimico o, peggio, nucleare”: e dove? Proprio a Salisbury.
Naturalmente nessuno chiede come mai la May “condivida alcune prove” con Merkel e Macron, come se fossero piccoli segreti di famiglia, senza renderle pubbliche. Anche ai russi stessi, che hanno chiesto ripetutamente di averle, invano. Ma soprattutto: se la May ha le prove della colpa dei russi, invece di “condividerle” coi suoi intimi amici, deve farne pubblica denuncia all’apposito ente sovrannazionale , Organisation for the prohibition of chemical weapons, OPCW, che ha sede all’Aja.
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