Non solo per i soldi

Quando vedi un’urgenza insolita per un Paese prolisso e solitamente inconcludente, senza possibilità di vera e qualificata discussione, quasi fosse un segreto di Stato, con un terrorismo senza precedenti sui medici, innanzitutto, e poi sulle famiglie e gli insegnanti e che i problemi della scuola alla riapertura sembrano essersi ridotti all’obbligo vaccinale, comincia a sorgerti qualche serio interrogativo. Perché tutta questa fretta, esagerazione e fanatismo, vaccini o morte, vaccina o vai all’inferno? Perché insorge solo ora l‘impellenza e la necessità di vaccinarsi, c’è qualche epidemia, c’è qualche minaccia in corso, c’è qualche emergenza che a noi sfugge? Hanno ragione gli organi sanitari di oggi che obbligano a vaccinare rispetto a quelli delle generazioni precedenti che non lo prevedevano, abbiamo acquisito qualche nuova conoscenza che non divulgate per non spaventarci ma che mette in pericolo l’umanità? Non volete farci sapere, per esempio, per ragioni di correttezza politica e timore di xenofobia, che i migranti sono portatori di malattie infettive a noi ignote o debellate da tempo e dunque tocca vaccinare i bambini? Perché alcune malattie dette esantematiche, ritenute da sempre inevitabili, perfino benefiche, diventano di colpo da evitare e da prevenire? È vero che a produrre il vaccino è praticamente solo un’azienda, la Glaxo Smith Kline? È vero o è una misera bufala che l’azienda farmaceutica avrebbe ridotto gli investimenti sulla ricerca oncologica per tuffarsi nel più redditizio business dei vaccini? È vero che ha potenziato i suoi insediamenti industriali in Toscana o sono tutte sciocchezze sparate dagli spacciatori di fake news? È vero che il Paese leader nell’uso dei vaccini, gli Stati Uniti, è anche leader in Occidente nella mortalità infantile a causa di cancro? È vero che si stanno preparando altri vaccini, già ce ne sarebbero in lista d’attesa una trentina, compreso il mitico vaccino per vaccinarsi dai vaccini? È vero che la ricerca sui vaccini e sulle loro controindicazioni è affidata a centri finanziati, sostenuti, dalle stesse aziende che li producono? Sono domande ingenue, da un miliardo di dollari, anzi di più, considerando il giro d’affari. Se da un lato si può sospettare che alla base del provvedimento vi siano non solo cinici calcoli di mercato ma pure discutibili assunti scientifici, dall’altro canto si intravede un progetto di ingegneria sociale che ha come esecutori politici, giornalisti e medici e la cui finalità è rendere il popolo incapace di reagire a qualsiasi vessazione.

Vaccini: sì o no?

di Enrico Galoppini – 07/07/2017

Vaccini: Sì o No?

Fonte: Il Discrimine

 

email locati - locati -Stefano Montanari, scienziato, esperto di micro- e nanoparticelle, già autore di numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative concernenti il suo campo di studio (Il girone delle polveri sottili, 2008; Il pianeta impolverato, 2014), ha dato alle stampe, con la moglie Antonietta M. Gatti, un libro che in sole 93 pagine mette a disposizione di tutti le sue scoperte effettuate grazie al microscopio elettronico e riguardanti la presenza di micro- e nanoparticolato metallico in ben ventisette (27) vaccini, pediatrici e non. Il ventottesimo vaccino analizzato è ad uso veterinario, e, colmo dello stupore, è risultato esente da queste indebite sostanze.

Qualcuno ora storcerà il naso, affibbiando alla coppia di ricercatori l’etichetta squalificante di “no vax”. Il che oltre ad essere falso (il libro s’intitola significativamente Vaccini: Sì o No?) è pure penoso, in quanto i risultati di una ricerca condotta con tutti i crismi dovrebbero essere quantomeno oggetto di curiosità da parte della cosiddetta “comunità scientifica”, di cui tra l’altro i due scienziati fanno parte.

Il dubbio è però quello che alcuni siano “più scienziati degli altri”. In altre parole, se le ricerche danno dei risultati graditi a corposi interessi costituti dall’interazione di case farmaceutiche, governi, ospedali, università e riviste, questi sono presi in considerazione e divulgati anche presso i non addetti ai lavori (la “massa” che deve pendere dalle labbra degli “esperti” anche quando ci va di mezzo la propria salute). Ma quando i risultati cozzano contro quegli interessi, li si silenzia e/o li si taccia di non “scientificità” in quanto provenienti da individui faziosi e prevenuti.

Eppure l’analisi dei ventisette vaccini condotta col microscopio elettronico da Gatti e Montanari non è basata su dicerie, bensì su evidenze fotografiche, quali sono quelle proposte in questa pubblicazione nelle pp. 43-64. Che cosa ci fa, in molti vaccini, la tripletta ferro, cromo, nichel (tipica degli acciai)? Ed il mercurio? Il piombo? L’alluminio?

Le case farmaceutiche fanno finta di nulla, ed anche se nei bugiardini indicano, scrupolosamente (o forse per mettere le mani avanti), che i loro vaccini possono provocare – tra gli altri – danni gravi e permanenti quali autismo, encefalopatia e neuropatia, non forniscono alcuna indicazione al riguardo di questo micro- e nano particolato di vari metalli tutti potenzialmente dannosi per la salute di chi se li trova iniettati intramuscolo. Perché a differenza di ciò che è organico (ed anche dei virus) questa materia inorganica, e dunque estranea, si va a piazzare a casaccio nel corpo, e per avventura anche nel cervello.

Le chiacchiere, insomma, stanno a zero, e solo un sistema conformista perché profondamente compromesso con un incredibile giro d’affari (e forse anche altro di più inquietante, aggiungiamo) può rigettare aprioristicamente i risultati di queste analisi, rinforzati da un altro recentissimo studio tedesco che le ha confermate, senza che i fautori delle vaccinazioni obbligatorie abbiano mostrato il benché minimo segnale d’interesse.

Questo libro, oltre ad esporre in esclusiva per la prima volta le analisi e le foto di laboratorio con il microscopio elettronico delle sostanze presenti nei vaccini, introduce il lettore non specialista ad argomenti che lo riguardano da vicino: la storia dei vaccini e quella delle malattie infettive; come sono somministrati i vaccini; l’efficacia dei vaccini; e molto altro.

vaccini-si-o-no-108979-1E ricorda, a chi se ne fosse dimenticato, che la Medicina non è una scienza, poiché manca dei requisiti epistemologici della scienza stessa, bensì un’arte. Arte che prima d’ogni cosa deve tenere in conto di “non nuocere” e che qualsiasi farmaco, se somministrato in dosi sbagliate, può agire come un veleno. Ed è proprio il caso di queste vaccinazioni, somministrate senza le adeguate cautele che dovrebbero derivare dalla banale considerazione che l’essere umano è un tantino più complesso di un’ameba, e dunque non risponderà mai nella stessa esatta maniera agli stimoli provocati da un vaccino (o da un cocktail di vaccini, in tenera età quando il sistema immunitario non è ancora formato!).

Detto questo, gli autori concludono così come hanno intitolato il libro: senza parteggiare per il “sì” o per il “no”, ma consigliando vivamente d’informarsi, dato che, in queste tristi e preoccupanti condizioni, vi è ben poca speranza di ricevere informazioni esaustive da parte di chi, per conformismo e/o tornaconto, pretende che tutti si vaccinino e zitti.

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=59130

Vaccini

Da Il Fatto Quotidiano

Mia figlia ha poco più di due anni. Il protocollo vaccinale previsto per lei dalla Asl della mia città è stato rispedito al mittente con questa motivazione sottoscritta da me e mia moglie (laureati entrambi in Scienze Statistiche):

Crediamo che l’opzione vaccinale proposta – di fronte alla quale ci guardiamo bene dall’ostentare certezze in un senso o nell’altro – costituisca la prima, enorme prova di responsabilità nella vita di un genitore. La nostra innata propensione all’approfondimento, nonché un imprinting accademico che da sempre ci orienta a un sano esercizio del dubbio, ci ha portato a valutare questa scelta esclusivamente in termini di propensione al rischio, ponderato con lo stile di vita che presumibilmente caratterizzerà il futuro di nostra figlia. Di conseguenza, la nostra scelta è quella di sottrarci ai rischi impliciti di un protocollo standardizzato e, proprio per questo, privo di qualsiasi valutazione delle specificità di nostra figlia.
Abbiamo soltanto due certezze. La prima è che qui nessuno ne ha alcuna. Non ne hanno i no-vax, che – dopo le pur lodevoli battaglie degli anni Novanta – appaiono oggi incapaci di organizzare un’autorevole e credibile controffensiva culturale, agitando disordinatamente istanze preromantiche senza muovere un dito. Non ne hanno soprattutto i pro-vax, che – rinchiusi e starnazzanti nelle prigioni di comfort in cui sono tenuti segregati da una pergamena appesa al muro o dal servizio di un Tg – sembrano dimenticare che la Legge dello Stato 210/92 prevede esplicitamente l’indennizzo economico per i danni da vaccino (se fossero così innocui, perché esisterebbe questa legge?). Legge di cui, peraltro, ha usufruito per esempio questa famiglia.

La seconda certezza – quella che mi induce per la prima volta a espormi su questo delicatissimo tema – è che una delle due controparti, non potendo argomentare la propria tesi, ha scelto la via più allarmante: quella di usare il tallone di ferro per schiacciare la nostra libertà e costringerci a scegliere solo uno fra due diritti fondamentali, quello all’istruzione e quello alla libertà di cura e, per estensione, alla inviolabilità del nostro corpo.
Non mi interessa sapere chi ha ragione e chi ha torto. Karl Popper diceva: “Io posso avere torto e tu puoi avere ragione, ma per mezzo di uno sforzo comune possiamo avvicinarci alla verità”. M’interessano unicamente la tutela della salute di mia figlia e, se capita, di quel che resta della democrazia in questo malato terminale chiamato Italia. M’interessa sapere che l’antipolio è una vaccinazione obbligatoria nonostante dal 2002 l’Italia sia stata dichiarata polio-free, non da un sabba di streghe, ma dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

M’interessa sapere che l’anti-epatite B è stata resa obbligatoria in Italia nel 1991, proprio negli anni in cui l’allora ministro della Sanità, Francesco De Lorenzo, e il responsabile farmaceutico del Ministero, Duilio Poggiolini, venivano condannati per aver intascato mazzette da casa farmaceutiche tra cui la Glaxo-SmithKline, l’azienda produttrice del vaccino (piccolo dettaglio: l’epatite B si trasmette coi rapporti sessuali, perché imporla ai neonati?). M’interessa sapere che, da parte di qualche addetto ai lavori, continuo a sentir parlare di immunità di gregge anche contro il tetano.

E m’interessa sapere che, dopo anni in cui – solo per rispetto nei confronti di mia figlia – su questo argomento mi sono morso la lingua e legato le dita, all’indomani del decreto della settimana scorsa che considero nazista mi sentirei più irresponsabile a restare in silenzio. Perché con quel decreto si è superato un limite molto delicato e che, se si è intellettualmente onesti (e comunque la si pensi sui vaccini), giustifica ogni aggettivo e ogni reazione..

Vi siete chiesti perché Frau Lorenzin mostra così spavaldamente i muscoli? Vi siete chiesti perché stanno imponendo ai bambini e alle loro famiglie una scelta fra due diritti fondamentali, quello all’istruzione e quello alla libertà di cura? Vi siete chiesti perché in nessun altro paese al mondo esiste un tale accanimento vaccinale? La risposta, che non vi raccontano certo i mezzibusti televisivi, è che dal 2014 gli Usa hanno nominato l’Italia capofila mondiale nelle strategie vaccinali. In una parola, soldi. Anzi, montagne di soldi.

Vedete, io sono culturalmente uscito da questo sistema tre anni fa. Non ho più capi e padroni, né professionali, né spirituali, né politici. Sono tra le poche persone in Italia che (1) non è ricattabile, (2) possiede una qualche conoscenza specialistica e (3) è in possesso di una qualche capacità comunicativa e ha il privilegio di poter scrivere libri e accedere a qualche circuito informativo ancora indipendente. Posso quindi affermare, senza timore di essere radiato da niente, che la disobbedienza civile è un dovere sacro quando lo Stato diventa dispotico o, il che è la stessa cosa, corrotto (Gandhi).

Ora fate pure i vostri conti. Starnazzate da una parte e dall’altra, difendendo i vostri risibili interessi di bottega. Da una parte, continuate a organizzare convegni. Dall’altra, abbassate gli indumenti ai vostri figli e fateli sforacchiare, accarezzandoli con una mano mentre con l’altra messaggiate su Whatsapp. Accapigliatevi. Insultatevi. E soprattutto insultatemi. Sceglietevi i vostri carcerieri preferiti e non dubitate mai di nulla. Al limite mandatemi davanti a un giudice e toglietemi la patria potestà. Perché sarà questo l’unico modo che vi resta – ve lo garantisco – per poter afferrare il braccino di mia figlia e riempire il suo corpo con le vostre porcherie.

Ps. Un’ultima cosa: sono assolutamente convinto che tutte le mamme italiane saranno felicissime di sottoporre i loro figli a un’overdose vaccinale che non si è mai vista – e soprattutto mai testata – in precedenza.
http://www.ilcambiamento.it//articoli/decreto-vaccini-il-dovere-di-obbedire-o-il-dovere-di-insorgere

Neoliberismo ed epidemie

estratto da http://gabriellagiudici.it/ebola-la-peste-ai-tempi-del-mercato/#more-28940

Il fallimento neoliberista, oltre che nell’approccio aziendalistico, si manifesta anche nel tipo di governance che impone alle nazioni. Non è solo la colpevole omissione di ricerca del vaccino. Alla diffusione delle epidemie contribuiscono anche le situazioni  igieniche, il deterioramento o la mancanza di infrastrutture e in generale le precarie condizioni economiche che affliggono i paesi poveri. Uno stato di cose che la politica neoliberista non migliora, stante i freni ideologici che essa pone all’intervento dello Stato e l’attività esclusivamente predatoria delle multinazionali. Liberia,  Sierra Leone e Guinea si trovano rispettivamente al 174°, 177° e 178° posto su 187 nell’Indice di sviluppo stilato dall’ONU. Le strutture governative di base sono state indebolite, e ciò ha impedito un più efficace contenimento del virus, ha accentuato le difficoltà logistiche e reso inefficace il coordinamento con gli altri governi.

L’epidemiologo Daniel Bausch testimonia che in Guinea ogni volta che si spostava da Conakry alla regione delle foreste trovava peggiori strade, minori servizi pubblici, prezzi più alti, foreste più ridotte. Il geografo ed ecologista Rob Wallace spiega che in Guinea, come in molti altri paesi del terzo mondo, i governi occidentali e le istituzioni finanziarie che essi controllano hanno “incoraggiato”  misure di riforme strutturali che prevedono, classicamente, privatizzazioni, rimozione delle tariffe protettive e orientamento all’export della produzione agricola, con gravi ripercussioni sull’autosufficienza alimentare. I fattori di produzione agricoli e la terra finiscono in larga misura nelle mani delle multinazionali, mentre contadini e piccoli produttori vengono emarginati.

L’ebola, come buona parte delle affezioni umane, è di origine zoonotica, cioè di virus che passano dagli animali all’uomo. Il più grande fattore di crescita delle patologie zoonotiche deriva dal contatto fra uomini e  fauna selvatica, dovuta all’espansione dell’attività umana nelle aree selvagge. Poiché l’espansione delle multinazionali toglie territorio ai contadini, questi per sopravvivere sono costretti a ripiegare all’interno delle foreste, esponendosi a maggior rischio di infezione. Come osserva Daniel Bausch,

“sono i fattori biologici ed ecologici a fare emergere i virus dalla foresta, ma è la cornice sociopolitica a determinare se il fenomeno sarà limitato a un caso o due o se scatenerà un’epidemia”.