Tra pochi giorni, il 24-26 aprile, inizierà l’operazione Gotham Shield. Nel calendario compaiono esercitazioni congiunte inter-agenzie con FEMA, sicurezza nazionale e una miriade di agenzie dell’ordine e militari. Armi di distruzione di massa, unità chimiche e biologiche saranno presenti nel test di risposta a una detonazione nucleare “simulata” nel centro urbano più importante degli Stati Uniti, nell’isola iconica e densamente popolata di Manhattan e nelle vicine sponde del New Jersey. La possibilità che la più esplosiva falsa bandiera metta fuori controllo, dirotti e ‘converta’ le azioni simulate, è fin troppo reale. Ciò è strettamente legato al meccanismo che molti ricercatori ritengono sia all’opera dall’11 settembre, annidando un attacco sotto falsa bandiera nelle grandi esercitazioni che evocano poteri d’emergenza ed attentati simulati in località effettivamente colpite.
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Prove di conflitto
lo scorso Venerdì, gli USA hanno schierato un battaglione delle US. Forces in Polonia ed un altro in Lituania, vicino alle frontiere russe, nell’ambito dell’operazione denominata “Atlantic Resolve” per contenere l’aggressione russa contro la NATO (sic). Lo scorso 29 Marzo è arrivata alla base di Tapa, in Estonia, una brigata corazzata ed una meccanizzata francese che faceva parte della missione della NATO, cosa che è stata considerata come il maggiore spiegamento di forze nell’Europa dell’Est dai tempo della Guerra Fredda. Nell’operazione della NATO è compresa anche la presenza di un contingente di truppe italiane dislocate in Lettonia, questa volta sotto comando canadese. L’invio di questo contingente era stato approvato dal governo Renzi (si ripete una nuova Armir italiana in Russia?) La Russia ha manifestatto pubblicamente le sue preoccupazioni per lo spiegamento di forze militari della NATO ai suoi confini occidentali, avvisando che l’espansione dell’Alleanza Atalantica costituisce una minaccia alla sicurezza tanto della regione come anche del mondo. Nel frattempo i russi hanno potenziato le loro difese sia nel territorio russo che a Kalingrad, nella enclave russa situata tra la Polonia e la Lituania dove i russi hanno ultimamente installato i missili Kalingrad, che dispongono sia di testata nucleare che convenzionale e che hanno una portata di circa 500 Km. e sarebbero quindi in grado di colpire molte località europee, fra cui Berlino. Questo tuttavia non ha impedito alla Governo della Angela Merkel di inviare propri contingenti di truppe alle frontiere della Russia nella prospettiva di essere in prima fila per tentare una nuova “operazione Barbarossa” contro la Russia, la medesima che nel 1942 fu tentata da Hitler e che ebbe risultati catastrofici con la sconfitta subita a Stalingrado.
Ex-eurodeputato espulso dall’Europa
Estonia
Anno di adesione all’UE: 2004
Capitale: Tallinn
Superficie: 45 000 km²
Popolazione: 1,3 milioni
Valuta: Membro della zona euro dal 2011 (€)
Spazio Schengen: Membro dello spazio Schengen dal 2007

In Estonia per una conferenza dal titolo “La Russia è nemica dell’Europa?”, l’ex eurodeputato è stato fermato in albergo dagli agenti della polizia. Poi gli è stato comunicato che esisteva a suo carico un provvedimento di espulsione firmato dal ministro degli Esteri. Domani avrebbe dovuto spostarsi a Mosca.
Leggi tutto su http://www.repubblica.it/esteri/2014/12/15/news/tallin_arrestato_giulietto_chiesa-102962283/
#WWIV
Dice Eugenio Orso in http://pauperclass.myblog.it/2014/08/25/la-complessita-della-quarta-guerra-mondiale-eugenio-orso/
Il primo conflitto è scoppiato nel nord e nell’occidente del mondo, per distruggere i modelli di capitalismo novecenteschi d’importanti nazioni europee, come l’economia mista italiana, il capitalismo “renano” tedesco e l’economia mista francese con elementi di capitalismo “renano”, e imporre al vecchio continente il capitalismo ultraliberista anglosassone con respiro globale. O meglio, per imporre all’Europa un nuovo modo storico di produzione, all’apice del trionfo del capitale sul lavoro (e su gran parte dell’umanità), che possiamo chiamare in sintesi neocapitalismo finanziarizzato.
L’attacco, in atto da un buon ventennio, è diretto contro lo stato sociale, la spesa pubblica (che dovrebbe avere funzione propulsiva nei periodi di crisi), l’intervento statale nell’economia, la protezione delle produzioni nazionali, i diritti dei lavoratori, i livelli di occupazione, i redditi popolari, e in ultimo ma non ultima, la sovranità politica e monetaria degli stati.
Come se questo non bastasse ci complicano la vita con masse di migranti e di mercenari simili alle compagnie di ventura cinquecentesche; per quanto tempo ancora potremo resistere (soprattutto finché ancora ci rifiutiamo di capire lo scenario in cui ci muoviamo)?