Fantasmi

di Gabriella Giudici

Attorno, il fantasma della Torino operaia che fu. Qui dietro c’erano una volta la Michelin Dora, la Teksid, i 13 mila delle Ferriere Fiat dentro i capannoni della tragedia, poi venduti alla Finsider dell’Iri, che negli anni Novanta ha rivenduto alla Thyssen. Che adesso chiude. Sequestrata per la tragedia, con i cancelli chiusi e un albero trasformato in altare (“ciao, non siamo schiavi”, ha scritto un operaio della carrozzeria Bertone), già adesso l’impianto della morte è uno scheletro vuoto, inutile, proprio dove la città finisce e comincia la tangenziale, con le montagne piene di neve dritte davanti. La gente conosce il posto perché lì c’è un autovelox famoso per sparare multe a raffica.

Ma non sa la storia della Thyssen. Ciro dice che un pezzo di Torino non sapeva nemmeno dei morti, e alla manifestazione c’erano trentamila persone, ma era la città operaia, e pochi altri. Come se fosse un lutto degli operai, non una tragedia nazionale. Anzi, uno scandalo della democrazia. Chi lavora l’acciaio sa di fare un mestiere pericoloso, dice Luciano Gallino, sociologo dell’industria, perché macchine e materiali che trasformano il metallo sovrastano ogni dimensione umana, con processi di fusione, forgiature a caldo, lamiere che scorrono, masse in movimento. C’è fatica, rumore, occhio, tecnica, esperienza, senso di rischio, concentrazione. E allora, spiega Gallino, proprio qui nell’acciaio non si possono lasciar invecchiare gli impianti e deperire le misure di sicurezza, non si può ricorrere allo straordinario con tre, quattro ore oltre le otto normali. Invece l’Asl dice oggi di aver accertato 116 violazioni alla Thyssen. Le assicurazioni Axa lo scorso anno avevano declassato la fabbrica proprio per mancanza di sicurezza, portando la franchigia da 30 a 100 milioni all’anno. Per tornare alla vecchia franchigia, bisognava fare interventi di prevenzione, tra cui un sistema antincendio automatico proprio sulla linea 5, dal costo di 800 milioni. From Turin, ha risposto l’azienda, dopo che Torino avrà chiuso.

Estratto da http://gabriellagiudici.it/thyssen-vuol-dire-assassini/#more-29441

Tempi moderni

 

http://ilmanifesto.info/un-premier-che-marcia-spedito-verso-l800/

E’ la pura forza dell’avere che suc­chia l’essere della per­sona che lavora, nel silen­zio della cor­nice pub­blica. Ma Rous­seau spie­gava che il diritto del più forte non è mai diritto. E quello scritto da Renzi è infatti la pura e sem­plice san­zione uffi­ciale e for­male del domi­nio di fatto dell’impresa sulla forza lavoro ridotta a varia­bile inanimata.

E’ l’impero del caos, non l’Islam

di Pino Cabras – 8 gennaio 2015
Lo scorpione pungerà ancora in Europa. I governanti europei, fra i più ricattabili in ogni campo, subiranno pressioni enormi contro gli interessi dei propri paesi.

La prima pagina del quotidiano Libero urla: “Questo è l’Islam!”, e anche il Giornale strilla “Strage islamica” con titolo cubitale. Una comunità variegata di un miliardo di esseri umani viene così ridotta al formato dell’orrenda strage dello Charlie Hebdo. È come se in occasione della strage compiuta il 22 luglio 2011 a Oslo da Anders Behring Breivik, che si proclamava difensore dell’Occidente giudaico-cristiano, si fosse titolato “Questo è il Cristianesimo!”, o “Strage cristiana”. Eppure, persino allora, gli stessi giornali, e anche il Corriere della Sera, osarono esordire con una fantomatica “pista islamica”. Prepariamoci dunque a un’ondata di isteria che non vorrà sentire ragioni.

La Francia è stata uno dei principali perturbatori del Mediterraneo e del Medio Oriente negli ultimi quattro anni, e per i suoi scopi bellici ha usato ogni tipo di commistione con lo jihadismo. Ricopio qui una frase usata nel 2013 da uno dei bersagli principali di Parigi, il presidente siriano Bashar Al-Assad: «Hanno forse capito che quelle guerre non hanno provocato altro che il caos e l’instabilità in Medio Oriente e in altre regioni? A quei politici vorrei spiegare che il terrorismo non è una carta vincente che si possa estrarre e utilizzare in qualsiasi momento si voglia, per poi riporla in tasca come se niente fosse. Il terrorismo, come uno scorpione, può pungerti inaspettatamente in qualsiasi momento.»
Esiste ormai una sorta di legione di avventurieri addestrati in modo moderno, proiettata su vari fronti geopolitici, in grado di essere utilizzata per scardinare interi Stati, ma con coperture e finanziamenti statali, e la prontezza per ogni tipo di ricatto sulla sicurezza nazionale di interi paesi. Gli jihadisti europei arruolati sono migliaia, una manovalanza multiuso. Lo scorpione pungerà ancora in Europa. I governanti europei, fra i più ricattabili e ricattati in ogni campo, subiranno pressioni enormi contro gli interessi dei propri paesi. È l’Impero del Caos che bussa, non l’Islam.
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joxe

Insoddisfatti ma non alternativi

http://contropiano.org/images/Krastev_Aspenia651.pdf

“Le proteste differivano, ma gli slogan erano incredibilmente simili: ai quattro angoli del globo i manifestanti si scagliavano contro la corruzione delle élite, le crescenti diseguaglianze economiche, la mancanza di solidarietà e di giustizia sociale e il disprezzo per la dignità umana. ”

“Oggi, il sistema non interessa quasi più a nessuno. La rivoluzione attuale non è fatta di lettori; gli odierni studenti radicali si preoccupano solo di come essi stessi vivono il sistema, non della sua natura e dei meccanismi che lo governano. Non pensando in termini di gruppi sociali, questi ragazzi hanno un’esperienza comune, ma mancano di un’identità collettiva”.

Masse senza progetto e “cambiatori del mondo” senza masse; impotenti per mancanza di idee o di “risorse umane”. Che potrebbe volere di più, il potere?

http://contropiano.org/documenti/item/24962-per-fortuna-sono-proteste-senza-progetto-parola-di-aspen

 

Il libberista e il pensionato

Il libberista e il pensionato

Vediamo: pago 211 di pensioni e incasso 190 di contributi. Quindi sono sotto di 21 miliardi. Ma nel mentre pago le pensioni faccio pure 46 miliardi di ritenute fiscali ! quindi, IN REALTA’, pago solo 165 miliardi di pensioni (211-46). E se pago solo 165 miliardi di pensioni ( al netto delle ritenute fiscali) io Stato ci ho guadagnato, nel 2012 – udite udite – ben 25 miliardi di euro (190-165)…
Se tu, caro il mio libberista, volessi fare un confronto reale tra CONTRIBUTI E PENSIONI (ed evitare di sommare banane con pomodori per ottenere melanzane) NON DOVRESTI CONFRONTARE I CONTRIBUTI INCASSATI NELL’ANNO N CON LE PENSIONI PAGATE NELL’ANNO N, ma dovresti sommare tutti i contributi versati da ciascun pensionato precedenti all’anno N (per un numero variabile di anni, 15, 20, 30 ec. ), rivalutarli all’anno N, capitalizzare gli interessi maturati fino all’anno N e tirarci fuori una RENDITA dell’anno N. Cioè dovresti parlare in termini di rendita del montante contributivo rivalutato ( NON con il sistemino truffaldino tipicamente italiano che rivaluta il montante sulla base del PIL nominale degli ultimi 5 anni: al punto che negli ultimi anni i montanti ci hanno rimesso, rispetto all’inflazione, 4/5 punti). …
Dopo le “ragioni” di un libberista tipo, conclude Bagnai:
Ma il fatto è che un sistema finanziario privato che crea valore solo tramite bolle ha bisogno del risparmio intermediato dallo Stato per gonfiarle, queste bolle.

Se darglielo o meno è una scelta politica. Dall’inizio degli anni ’80 è stata fatta la scelta di dargliene progressivamente sempre di più. I risultati, chi voleva vederli, li ha visti. Per gli altri la colpa è di cose che ci sono solo oggi: la Cina, la vecchiaia, i cattivi raccolti…

La resa dei conti

La resa dei conti

Sarà, forse, che essendo tutte le norme in questione incomprensibili e scritte in modo da consentire valutazioni discrezionali ed arbitrarie, l’arbitrio diviene naturalmente il campo di espressione dei rapporti di forza?
L’OK immaginario e la mera fase di “studio degli effetti”, che viene data come contentino (francamente patetico) da spendere sul fronte interno italiano, confermano questa ipotesi.

Anzi, non ipotesi, certezza: infatti l’articolo conclude,- senza scomporsi troppo, contraddicendo il titolo e pure tutto il resto (delle dichiarazioni di Padoan…difensive del fiscal compact)- dicendo che “nell’immediato, però, l’Italia continua a ritrovarsi nel mirino del Patto di Stabilità. L’Ecofin ha approvato le raccomandazioni della Commissione, chiedendo al governo” italiano di “operare un sostanziale rafforzamento della strategia di bilancio per garantire il rispetto del requisito della riduzione del debito“.

Nicola il carpentiere

Nicola il carpentiere

Le regole fondanti della UE, relative alla libera circolazione delle merci, dei capitali e delle persone (che sarebbe meglio definire “libera circolazione degli schiavi”) sono servite solo a far scendere i prezzi della manodopera. Una volta tale evenienza veniva definita “curva di Phillips”: aumentando la disoccupazione marginale tramite leggi che favoriscono l’immigrazione da zone notoriamente più povere se non sottosviluppate, si mettono in concorrenza i lavoratori che saranno portati così ad abbassare le proprie pretese salariali, come, appunto, il caso di cui al link.

Roberto Nardella

O bere o affogare

O bere o affogare

Tutto quanto accade oggi dilazionato e dilatato, negato, rallentato, occultato, mistificato, rimosso, sarebbe successo di colpo negli anni ’70-’80 se gli USA, detentori della regia sistemica economica, finanziaria, politica, militare e culturale, non avessero messo un tampone fatto di nuove leggi ed abrogazione delle vecchie, dollari a pioggia, narrazioni epiche sull’infinita dilatabilità del moderno, controllo dei sistemi internazionali ed una dozzina di guerre per mettere a posto quello che ostinatamente andava fuori registro. Se non facciamo una altra guerra mondiale, non possiamo avere altri trenta gloriosi, ogni salita viene dopo una discesa, ogni creazione necessita di una precedente distruzione. L’alternativa alla  decrescita, oggi, è la guerra.

Pierluigi Fagan

“Fare le riforme”

“Fare le riforme”

“Fare le riforme con Renzi” oggi è la parola d’ordine, a destra e a sinistra nella sceneggiata parlamentare. Tutto ciò è drammatico, perché le “riforme di cui il paese ha bisogno” altro non sono se non l’esito dell’occupazione dell’Italia, finanziaria, monetaria ed economica (in alternativa a quella militare con la nato), voluta e orchestrata con successo dai poteri esterni finanziari. Perché? Per conseguire i seguenti obiettivi di rilevanza storica:

1) ridimensionamento della struttura produttiva nazionale e smantellamento dello stato sociale (ruolo minore o marginale assegnato all’economia italiana nel mondo globalizzato);

2) flessibilizzazione estrema del fattore-lavoro e mantenimento, nel lungo periodo, di un elevato tasso di disoccupazione/ inattività (drastica modificazione delle condizioni e delle opportunità di lavoro in linea con il punto 1);

3) privatizzazioni per la definitiva “apertura al mercato” e distruzione completa del vecchio modello capitalistico italiano di economia mista, con una forte presenza del “socialismo dei comuni” (prevalenza assoluta del neocapitalismo finanziario in un area ancora importante come l’Europa);

4) modifiche istituzionali ed elettoralistiche (senato, titolo V della costituzione, legge elettorale) in funzione dell’asservimento di un’Italia senza sovranità alla ue e, più in generale, alla triade del male usa-nato-ue che determina e controlla i governi di questo paese.

Eugenio Orso

La radice del problema

La radice del problema

Chi teme i migranti che arrivano di continuo a Lampedusa dovrebbe capire che il problema non sussisterebbe se in Africa la gente non morisse di AIDS perché le lobbies farmaceutiche si ostinano a tenere altissimi i costi dei brevetti impedendo al diffusione di farmaci a prezzi abbordabili; se non morisse di fame perché le corporations multinazionali hanno diffuso le monoculture necessarie ad alimentare i nostri consumi (il caffè, l’ananas, i filetti di persico del lago Vittoria) distruggendo culture che fino ad alcuni anni fa erano in possesso dell’autosufficienza alimentare; se non morisse di sete in quanto si sta cercando, da parte di imprenditori occidentali in combutta con i corrotti governi africani, d’imporre altissimi costi di gestione della stessa acqua potabile che la gente dovrebbe pagare; se non morisse di miseria pur essendo nati in paesi dal sottosuolo ricchissimo perché le imprese multinazionali non la derubasse del suo oro, del suo uranio, del suo coltan, del suo petrolio, dei suoi diamanti con i quali si alimenta un sistema mondializzato – è questa la “globalizzazione” – retto dalle “ferree leggi del mercato” (!?) che punta alla sempre maggior concentrazione della ricchezza e quindi alla crescente proletarizzazione delle masse del pianeta.

Franco Cardini

the day after

the day after

Se i votanti sono il 58,68% degli aventi diritto e il pd ha avuto il 40,81% dei consensi scrutinati, significa che ben il 23,95% dell’intero corpo elettorale ha votato per il partito neoliberista, euroservo e filo-atlantista. Quasi uno su quattro – un numero enorme – ha votato contro i suoi stessi (e i nostri) interessi vitali, approvando l’applicazione di tutti i “trattati europei” e la continuazione del rigore contabile che ci sta distruggendo. Quale popolume idiotizzato, privo di coscienza politica e sociale, ridotto dai media e dall’avversa situazione economica a forma di vita subumana, può arrivare a questo punto? Quello italiano, con tutta evidenza, e non è più il caso di nasconderlo o di cercare attenuanti…L’attivismo di Renzi, privo di risultati positivi per il popolo, attrae ,come nella notte la luce, le falene una massa obnubilata, manipolata e diminuita intellettualmente. Una massa di idiotizzati che scambia le “necessarie riforme” per una futura, concreta possibilità di rinascita del paese, mentre altro non sono che manovre neoliberiste imposte all’Italia dal grande capitale finanziario