di Luciano Lago La vicenda ultima della nave Diciotti della Guardia Costiera che, dopo un lungo braccio di ferro, ha dovuto far sbarcare i 67 migranti fra i quali i due elementi sotto inchiesta per minacce e tentato sequestro della nave segna una svolta nei rapporti fra le varie anime del Governo Conte. L’ordine sembra sia arrivato attraverso il premioer Conte che a sua volta aveva ricevuto una richiesta direttamente dal presidente Mattarella e indirette pressioni dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta (5 Stelle) che nei giorni scorsi aveva manifestato la sua contrarietà alla politica intransigente di Salvini contro gli sbarchi. L’intervento di Mattarella è stato decisivo per sbloccare la questione dove si intrecciavano competenze sovrapposte degli Interni, della Difesa, del Ministero delle Infrastrutture, della Procura della Repubblica di Trapani e chissà di quanti altri. Quello che emerge con evidenza è il fatto che il fronte “pro migrazionista” all’interno del Governo e delle Istituzioni ha avuto la meglio ed ha imposto la soluzione della vicenda con grande soddisfazione manifestata dai giornali e dalle Tv della sinistra mondialista che hanno applaudito all’intervento di Mattarella che “mette fine ad un atto barbaro” di Salvini. “Uno schiaffo contro Salvini”, hanno titolato alcuni media. Salvini se lo doveva aspettare che questo fronte interno pro migrazionista avrebbe messo i bastoni fra le ruote alla sua politica intransigente verso le migrazioni che danneggia molti interessi collegati con queste e ha l’effetto di rallentare i guadagni milionari delle mafie dei trafficanti, degli scafisti, delle organizzazione per l’accoglienza, delle Coop e rischia di rallentare il processo di entrata della mano d’opera di riserva per le mafie, per le multinazionali e per la nuova base di consenso della sinistra. Le centrali transnazionali che soprassiedono e favoriscono il traffico dei migranti hanno evidentemente dato l’ordine di passare alla controffensiva contro l’ala anti migrazionista del governo, contando sui loro personaggi di fiducia annidiati dentro le il Governo e le Istituzioni. L’occasione non è mancata e la nave Diciotti è stata utilizzata in questo senso.
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di Elena Quidello Siamo in guerra! Una guerra interna che vede come sempre la sinistra mondialista all’attacco dei sovranisti che ostacolano il piano mondialista di invasione e africanizzazione dell’Italia. Questo avviene soprattutto adesso che la battaglia si è estesa a livelli europei quando il ministro Salvini, con determinazione e senso di responsabilità verso i milioni di italiani che gli hanno dato fiducia con il loro voto, (nell’incontro di Insbruck) ha saputo egregiamente affrontare con i rispettivi ministri di Germania e Austria e con la stessa Cancelliera Merkel il drammatico fenomeno migratorio che sta facendo collassare le società dell’Italia del sud , del Nord, Centro. A Innsbruck Salvini è riuscito a strappare alla grande Germania il consenso alla protezione dei confini esterni dell’Europa per fermare gli sbarchi irregolari di cui l’Italia si è dovuta far carico in tutti questi anni oltre la revisione del Trattato di Dublino. Il patto tra Germania, Austria Italia ha messo nell’angolo Macron , il ‘pupazzo’ dei Rothschild che predica bene e razzola male ma nello stesso tempo ha sollevato le critiche del PD che, preoccupato di perdere consensi in ambito europeo, ha deplorato l’accordo a tre che minerebbe la stabilità dell’Unione Europea. La verità è che la sinistra del PD non si arrende e il Ministro Martina, probabile futuro segretario del suo partito, approfittando della linea dura tenuta da Salvini nel caso delle aggressioni avvenute da parte di due migranti contro il personale di comando della nave, Diciotti, con inopportuna presunzione, invoca addirittura le dimissioni del Ministro Salvini. In questo modo si dimostra ancora una volta quanto pericolose ed incoscienti siano le dichiarazioni solitamente emesse dai ‘buonisti’ di sinistra e nel caso specifico, dal ministro Martina il quale, con la sua esternazione contro l’operato di Salvini, pone nelle mani dei migranti un’arma esplosiva che rappresenta un invito alla rivolta , all’odio e alla violenza.
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