25 Aprile

Tutti presi dalle nostre vicende nazionali tendiamo a dimenticare che esistono “altri mondi” che costituiscono in qualche modo universi paralleli:

25 aprile 1974, Portogallo

Cessazione definitiva di tutti i combattimenti. Sorprendentemente, il generale Spinola, che non era il generale di riferimento del MFA, che era invece Costa Gomez, tratta la resa di Marcelo Caetano ed è a lui che il Presidente del Consiglio si arrende.

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Il colpo di Stato portoghese fu anomalo, in quanto i militari ebbero immediatamente l’appoggio della popolazione (nonostante, peraltro, i comunicati dell’MFA chiedessero ai civili di restare in casa).

Il nome di Revolução dos Cravos deriva dal gesto di una fioraia, Celeste Caeiro, che in una piazza di Lisbona offrì garofani ai soldati. I fiori furono infilati nelle canne dei fucili, divenendo simbolo dellarivoluzione e insieme segnale alle truppe governative perché non opponessero resistenza.[8] Le vittime, uccise dalle forze lealiste della DGS, furono quattro.

Alla Rivoluzione dei garofani seguì un periodo di transizione, noto come Processo rivoluzionario in corso (PREC).

Subito dopo il 25 aprile, con la formazione della Giunta di Salvezza Nazionale, vennero sciolte la polizia politica DGS e le commissioni di censura dei mezzi di comunicazione. Il 26 aprile furono anche liberati i primi prigionieri politici dalle carceri di Peniche e di Caixas. I leader politici in esilio tornarono nel paese nei giorni seguenti. La Festa del lavoro venne celebrata per la prima volta legalmente il 1º maggio, con la riunione a Lisbona di circa un milione di persone.

Molte personalità legate al regime dell’Estado Novo, tra cui lo stesso Marcelo Caetano, furono costrette all’esilio.

La Rivoluzione aprì un periodo di grande instabilità e fermento politico, in cui si contendevano il potere i partiti della sinistra progressista e rivoluzionaria e i partiti moderati e liberali, nonché i rispettivi settori dell’MFA, guidati rispettivamente da Francisco da Costa Gomes e da Spínola.

Leggi tutto su https://it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzione_dei_garofani

ibidem

Gli Stati Uniti, che avevano una base militare nelle Azzorre, temevano fortemente l’ascesa al potere di un partito marxistaleninista come il PCP in un paese della NATO, e sostennero con ingenti fondi i partiti considerati fedeli alla democrazia.

Nel mese di settembre, il governo Gonçalves venne fatto dimettere, sostituito dal governo più liberale e moderato dell’ammiraglio Pinheiro de Azevedo.

passim

Oggi il 25 aprile è festa nazionale portoghese, chiamato dai portoghesi Dia da Liberdade (Giorno della Libertà), con manifestazioni in celebrazione delle libertà civili e dei diritti politici ottenuti dopo la Rivoluzione. Alcuni settori minoritari della destra considerano gli sviluppi che la situazione politica ha avuto dopo il colpo di Stato come dannosi, particolarmente per quanto riguarda gli ex-coloni costretti ad abbandonare l’Africa e le lunghe guerre civili sorte dopo la fine del colonialismo. D’altra parte settori minoritari dell’estrema sinistra lamentano l’abbandono degli ideali socialisti e comunisti della Rivoluzione.

Secondo rivelazioni dell’ex “gladiatore” G-71, contenute nel libro The Real history of Gladio, nel rovesciamento di Caetano avrebbe avuto un ruolo la Gladio italiana, poiché il dittatore portoghese era ostile alla nuova politica della NATO e all’indipendenza delle colonie africane contese dai due blocchi. Ciò non può tuttavia trovare conferma né smentita, anche perché l’inchiesta della Corte europea dei diritti dell’uomo non ha fatto luce sui compiti effettivi della struttura e sulla veridicità delle rivelazioni.

Ceylon

L’Imam ha propagandato l’odio contro tutti gli “infedeli” e ripetutamente chiamato ad attaccare rappresentanti di altre fedi. Ha pubblicato video in arabo sul famoso video hosting di YouTube, ma i moderatori e la gestione della piattaforma non hanno intrapreso alcuna azione di censura. Sfortunatamente, la polizia dello Sri Lanka, insieme alla piattaforma, ha ignorato la minaccia terroristica degli islamisti radicali, e alla fine questo ha portato a molte vittime.

Si sono verificate in totale otto esplosioni. L’oggetto dell’aggressione Gli islamisti divennero chiese cattoliche in tutto lo Sri Lanka, così come gli hotel più popolari tra i turisti. La prima ondata di esplosioni si è verificata durante i servizi pasquali nei templi delle città di Colombo, Negombo e Batticaloa la domenica mattina.

Lo Sri Lanka è tornato a uno stato di costante odio religioso, che è stato rilevante fino al 2009, quando le autorità dello stato dell’isola hanno risolto il problema della radicalizzazione dei musulmani. Per un decennio, lo Sri Lanka è stata una località popolare, visitata da milioni di turisti da tutto il mondo.

Al momento, è noto su un certo numero di templi, hotel e luoghi affollati attaccati:

• Tempio di Sant’Antonio, Kochchikade;
• Tempio di San Sebastiano, Negombo;
• Tempio di Sion, Battikaloa;
• Hotel Cinnamon Grand, Colombo;
• Hotel Shangri-La, Colombo;
• Kingsbury Hotel, Colombo;
• Zoo Dehiwala a Dehiwala-Gora Lavinia;
• Il complesso di appartamenti di Mahavila Gardens, Dematagoda;

.Al momento, è noto che sette persone sono state arrestate con l’accusa di aver commesso un atto terroristico. Una riunione di emergenza si è tenuta tra la leadership delle strutture di potere dello stato, le aree colpite sono già state sigillate e le chiese e gli alberghi in tutta l’isola sono sorvegliati dalla polizia e dalle forze speciali per evitare nuovi attacchi terroristici.

Il coprifuoco è stato imposto. Agli isolani e ai turisti è stato vietato visitare i templi, dal momento che gli attacchi degli islamisti possono essere ripetuti. Il primo ministro dello Sri Lanka Ranil Vikremesinghe ha condannato gli attacchi di Twitter, invitando gli abitanti dello Sri Lanka a “rimanere uniti e forti”.

Meno del 10% della popolazione cristiana vive sull’isola, ma allo stesso tempo, migliaia di cristiani sono venuti ai templi per la Pasqua. È noto che quasi mezzo milione di cristiani vivono nello Sri Lanka. Tuttavia, la religione principale è il buddismo. Il 70,2% della popolazione si considera buddista, il 12% indù, il 9,7% aderisce alle credenze islamiche e un altro 7,4% – i cristiani. L’imam musulmano Zahran Hashim e il terrorista islamico Abu Mohamed che lo hanno aiutato sono già stati identificati dalla polizia. L’identità di altri terroristi non è ancora stata rivelata.

Fonti: Regnum.ru Pronedra.ru Gazeta.ru

Подробности: https://regnum.ru/news/polit/2616319.html
Любое использование материалов допускается только при наличии гиперссылки на ИА REGNUM.

Traduzione. Sergei Leonov

Alture del Golan

Cosa sono le Alture del Golan
Le Alture del Golan sono un altopiano che guarda verso la Siria e la Valle del Giordano, e che a causa della sua posizione strategica è stato fin dall’antichità al centro di dispute e scontri militari.

I territori di Israele dal 1948 al 1967

Prima della guerra del 1967, le Alture erano sotto la sovranità e il controllo della Siria ed erano abitate da circa 150mila siriani. Il conflitto iniziò dopo che Egitto, Siria e Giordania aumentarono la loro presenza militare ai confini di Israele, che decise di attaccare per anticipare le mosse dei suoi avversari arabi: nel giro di sei giorni l’esercito israeliano sottrasse la Striscia di Gaza e la penisola del Sinai all’Egitto, Gerusalemme Est e la Cisgiordania alla Giordania e le Alture del Golan alla Siria. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU approvò una risoluzione chiamata “terra in cambio di pace” (risoluzione 242), secondo la quale Israele avrebbe dovuto restituire i territori occupati in cambio del riconoscimento ufficiale dello stato israeliano, nato nel 1948, da parte dei tre paesi arabi. La risoluzione fu approvata anche dagli Stati Uniti, ma non fu mai applicata, perché gli stati coinvolti non si misero d’accordo su chi avrebbe dovuto fare il primo passo.

Nel dicembre del 1981 Israele approvò una legge che estendeva «leggi, giurisdizione e amministrazione» israeliane alle Alture del Golan. La legge, che prevedeva l’annessione di fatto dell’altopiano, fu giudicata «senza alcun effetto legale internazionale» dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che chiese al governo israeliano di ritirarla. Negli anni successivi il governo israeliano e quello siriano tennero diversi colloqui segreti per accordarsi sulla fine dell’occupazione militare di Israele. I negoziati si interruppero però nel 2011, con l’inizio della guerra in Siria.

Oggi le Alture del Golan sono abitate da circa 25mila drusi arabi e da 20mila coloni israeliani. La loro importanza per Israele è soprattutto strategica: l’altopiano è visto come una cosiddetta “buffer zone“, “zona cuscinetto”, che divide il territorio israeliano dalla Siria, dove negli ultimi anni si è rafforzata in maniera rilevante e notevole la presenza dell’Iran, storico nemico di Israele. Il governo guidato da Netanyahu ha parlato più volte della necessità di tenere lontani dai propri confini i soldati iraniani, che stanno aiutando il regime del presidente siriano Bashar al Assad a riprendere il controllo del suo paese. Israele considera la presenza dell’Iran una seria minaccia alla sua sicurezza nazionale, come dimostrano gli attacchi aerei compiuti in Siria negli ultimi mesi per colpire obiettivi iraniani o di Hezbollah, gruppo radicale libanese alleato dell’Iran.(1)

IL COMANDANTE DELLE FORZE DI TERRA IRANIANE PROMETTE DI LIBERARE LE ALTURE DEL GOLAN IN SIRIA DA ISRAELE

Il generale Kioumars Heydari, comandante delle forze di terra dell’esercito della Repubblica islamica dell’Iran, ha promesso di liberare le alture del Golan in Siria, che furono occupate da Israele nella guerra del 1967.

“Abbiamo inseguito i nemici fino alle alture del Golan, presto saliremo sul Golan e abbatteremo l’entità sionista,” Brig. Il gen. Heydari ha detto durante un discorso durante una parata del giorno dell’esercito a Teheran il 18 aprile.

Il mese scorso, gli Stati Uniti hanno riconosciuto la sovranità di Israele sulle alture del Golan occupate. Il passo è stato condannato dalla Russia, dall’Iran, dall’Unione europea, dalla Lega araba e persino dalla Turchia.

Il comandante iraniano ha continuato a criticare un’altra decisione degli Stati Uniti che riconosce il Corpo dei guardiani della rivoluzione islamica (IRGC) come un gruppo terroristico. Heydari ha detto che la decisione metterà in pericolo le truppe statunitensi in Medio Oriente.

“[La decisione] Rende le forze armate statunitensi una forza terrorista occupante che non godrà della sicurezza in nessuna parte del mondo”, ha aggiunto Heydari.

Due giorni fa, il parlamento iraniano ha approvato un disegno di legge che designava il Comando centrale dell’esercito americano (CENTCOM) che operava in Medio Oriente come gruppo terroristico. Il disegno di legge è stata una risposta alla recente decisione di Washington contro l’IRGC.

Le osservazioni del generale Heydari mostrano che l’Iran sta per rispondere alla politica estera ostile degli Stati Uniti in Medio Oriente, che ha già messo la regione sull’orlo di una nuova guerra.

Fonte: Mehr news

Traduzione: Luciano Lago


  1. https://www.ilpost.it/2019/03/28/israele-alture-del-golan-sovranita/
  2. https://www.controinformazione.info/gli-usa-hanno-pubblicato-mappe-in-cui-le-alture-del-golan-sono-il-territorio-di-israele/

Missioni italiane

missioni_italiane_edito219-1Qualcuno potrebbe ricordare ai nostri strepitosi alleati che  – su loro  ordine – noi teniamo 914 soldati nostri in Afghanistan  (Resolute Support), dove nessun interesse nazionale ci dà motivo di  stare?  E ciò da decenni?  Che altri 1100 uomini li dobbiamo tenere in Irak e Kuwait (Operazione Prima PArthika), sempre per fedeltà alla NATO “out of area”?  Più  582 in Kossovo (Kfor , e persino 157   in  Lettonia  (Baltic Guardian), paese che ci sputa addosso nella UE, e il cui interesse nazionale  – che consiste nel  provocare la Russia – diverge assolutamente dal nostro? Perché non chiedere alla Lettonia di   mandare un contingente in Libia, se esiste una qualche reciprocità nella Alleanza? Per non parlare del 1135  che – su  ordine ONU – teniamo in Libia anche quelli da decenni. A giudicare dalla carta che ha pubblicato qualche settimana  fa Carlo Jean su Limes, se radunassimo  le ruppe che abbiamo sgranato nel mondo dove non abbiamo cause da difendere se non quelle americane, israeliane e lettoni, anche i nostri generali avrebbero un numero di “diplomatici armati” da mandare su Zodiac e 4×4 in Libia –    dove, d’accordo, Matteo Renzi e Gentiloni ci hanno inchiodato a  sostenere i Fratelli Musulmani , ossia Sarraj. Ma almeno avrebbero una guerra più seria da condurre, invece che quella di far le scarpe a Salvini e mandare a monte la sola cosa buona che ha fatto  questo governicchio  di zeri, stagnare l’alluvione dei profughi.

Come minimo,  quel tal Foa messo a capo della RAI di Stato dal governo, potrebbe dare questo tipo di notizie?

Ma chiedo troppo.  Il governo adesso dice che non esce dall’euro, ma va a cambiare la  UE dall’interno. Non ha cambiato la RAI,  cambia Berlino.

 

 

L’articolo 13 “DIPLOMATICI FRANCESI ARMATI”  ARRESTATI  FRA Libia e Tunisia proviene da Blondet & Friends.

WikiLeaks

Mision Verdad 11 aprile 2019

 

Nei suoi quasi 15 anni di attività, WikiLeaks ha diffuso oltre 10 milioni di documenti classificati. Tra questi, la maggior parte ha a che fare coi piani segreti del governo degli Stati Uniti nei programmi di intelligence, sicurezza e guerra. La fondazione guidata dal detenuto Julian Assange era l’avanguardia sulle informazioni classificate. Tanto che i suoi principali portavoce furono perseguitati dai governi alleati di Washington, come Svezia e Gran Bretagna. Assange stesso si rifugiò dal 2012 in una piccola stanza dell’Ambasciata dell’Ecuador di Londra, fin quando il governo di Lenin Moreno ha smesso di concedergli questo status. Di tale livello sono informazioni e dati forniti da Wikileaks, che si è deciso di raccogliere quelle che riteniamo più importanti. Quindi, come promesso.

1. Gli archivi di Guantanamo
Nel 2007, pubblicò migliaia di documenti sotto forma di manuali e informazioni dal carcere inaugurato dall’amministrazione Bush nel 2002 a Guantánamo Bay, Cuba. Gli archivi sono pieni di dettagli su prigionieri e metodi di tortura usati quotidianamente contro di loro, nell’ambito di un programma di procedure per gestire persone sospettate di essere terroristi. La Croce Rossa confermò che non tutti i prigionieri di Guantánamo erano terroristi, e le critiche al funzionamento di tale struttura crebbero negli anni. Qui si può controllare l’archivio WikiLeaks sull’argomento.

2. Notizie segrete delle guerre in Afghanistan e in Iraq
War Diaries fu lanciato nel 2010 con quasi 400 mila resoconti riguardanti la guerra in Iraq dal 2004 al 2009. Possiamo trovare tutto, dalle attrezzature militari utilizzate dall’esercito USA alle informazioni sugli obiettivi militari e civili uccisi, abusi e torture di prigionieri di guerra nei rapporti. Per indagare sui file cliccare qui.

3. CableGate e lente d’ingrandimento sulla diplomazia degli Stati Uniti
Nel 2010 WikiLeaks rilasciò milioni di cablo diplomatici scritti tra il 1966 e il 2010 e pubblicati su diversi media internazionali, mostrando le opinioni dei capi della diplomazia di Washington (tra cui Henry Kissinger) e le istruzioni ai loro diplomatici per spiare i politici stranieri, meglio conosciuti come CableGate. I cablo confermano la battuta: “Perché non ci sono colpi di Stato negli Stati Uniti? Perché non c’è un’ambasciata statunitense”. Si può controllare qui.

4. Omicidi collaterali
Gli archivi forniti da Chelsea Manning nel 2010, WikiLeaks portava alla luce un video dal titolo Collateral Murder che mostra come le forze armate statunitensi sparino dagli elicotteri Apache contro obiettivi civili a Baghdad (capitale dell’Iraq), tra cui un giornalista della Reuters, che cadono al suolo. Il video risale al 2007 ed ha sottotitoli.

5. I documenti Stratfor
Tra il 2012 e il 2013, oltre 5 milioni di e-mail trapelarono dall’intelligence statunitense Stratfor. I Global Intelligence Files rilasciarono numerosi documenti in cui si appresero dettagli della rete interna di sorveglianza di massa negli Stati Uniti con la NSA come protagonista, nonché operazioni segrete svolte da Washington in Siria tra il 2004 e il 2011, lasciando anche a nudo l’intimo legame tra l’intelligence e la comunità della sicurezza statunitensi ed alcune aziende che operano da pensatoi ed organizzazioni non governative al servizio delle élite. Si possono studiare i file qui (https://search.wikileaks.org/gifiles/).

6. TPP, TTIP, TISA svelati
Dal 2013 al 2016, WikiLeaks pubblicò documenti successivi denunciando come il governo degli Stati Uniti negoziasse segretamente accordi di libero scambio noti come Transpacific of Economic Cooperation (TPP), Transatlantic Trade Association e il Investimento (TTIP) e Accordo sugli scambi di servizi (TISA). Prima della comparsa di Donald Trump, Washington aveva come strategia un nuovo sistema economico e legale in cui persino i diritti civili sarebbero stati profondamente calpestati in quasi tutto il mondo, sulla base di tali accordi che non furono mai annunciati fino a dopo le fughe su di esse. Si controllino tali pubblicazioni qui.

7. Alcune società svelate
Dalla fondazione nel 2006, WikiLeaks pubblicò diversi file declassificati di società transnazionali che contengono informazioni segrete, come le conseguenze della fuoriuscita tossica in Costa d’Avorio della compagnia energetica Trafigura che colpì più di 100 mila persone; allo stesso tempo, fu scoperto che i media inglesi ne erano complici truccando tali eventi (qui). Inoltre, le attività off-shore della banca svizzera Julius Bär Group (qui) e le connessioni con la Casa Bianca e il complesso industriale-militare della società giapponese Sony (qui) anch’esse soggette alle fughe. Pertanto, la politica del governo, ma anche le imprese, sono obiettivi della fondazione di Julian Assange.

8. Spionaggio globale come strumento geopolitico
Nel 2016 si apprese di prima mano che l’Agenzia per la sicurezza nazionale (NSA) sfruttava i telefoni della cancelliere tedesco Angela Merkel e dell’ex-segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, sottrasse i cablo della diplomazia italiana per sapere che l’ex-presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il suo pari Benjamin Netanyahu discussero di Barack Obama; si spiarono le comunicazioni dei ministri dell’Unione europea e del Giappone per apprendere in dettaglio i loro accordi per evitare “l’ingerenza degli Stati Uniti” nelle relazioni internazionali, tutto con uno scopo: accumulare dati per utilizzarli a vantaggio dei propri interessi come potenza geopolitico mondiale. Tutto questo e altro ancora si può vedere qui.

9. La caduta di Hillary Clinton
Nel 2016 furono pubblicate circa 44.000 e-mail del Comitato Nazionale del Partito Democratico, evidenziando la campagna di sabotaggio contro la candidatura di Bernie Sanders a favore di Hillary Clinton nel partito. A loro volta, 30000 di queste e-mail appartengono o furono inviate a Clinton durante il suo mandato come segretaria di Stato dell’era di Obama. Il suo ruolo nel colpo di Stato in Honduras nel 2009, il business corrotto della Fondazione Clinton ad Haiti, i piani per intervenire segretamente nella guerra in Siria, i milioni di dollari guadagnati dando lezioni a banche e compagnie nordamericane, erano tutte informazioni che portarono alla caduta di Clinton durante la corsa contro Donald Trump per la Casa Bianca. Ancora molti analisti credono che il magnate sia stata l’opzione migliore. I file sono qui.

10. La CyberCIA interna
Nel 2017 fu pubblicato Vault 7, la più grande raccolta di documenti della Central Intelligence Agency (CIA, il suo acronimo in inglese) fino ad oggi. Vi su possono leggere gli archivi su come la CIA abbia un immenso arsenale di hackeraggio di computer paragonabile a quello della NSA. La cosa più importante è che appaltatori e funzionari dell’agenzia estrassero migliaia di strumenti operando con “malware, virus, trojan, attacchi zero-day, sistemi di controllo remoto del malware e documentazione associata”. Tali dati sono ora al servizio degli hacker, che potrebbero persino conoscere il vostro indirizzo IP data l’irresponsabilità della sicurezza della CIA. Si possono leggere i file qui.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

http://aurorasito.altervista.org/?p=6601

Punto di svolta

Aspetteremo finché non verranno per noi, perché le nostre case sono costruite in cima alle risorse che desiderano saccheggiare, perché abbiamo condiviso informazioni online che trovano discutibili, perché abbiamo osato chiederci perché dei matti controllano il nostro Paese e gran parte del mondo? Una simile eventualità può sembrare ridicola a certuni, ma quei giorni non sono lontani e sono già qui per molti nel mondo, anche in occidente. L’arresto di Assange è il primo colpo in una guerra a cui tutti noi, volenti o nolenti, siamo già stati arruolati perché è una guerra al mondo in cui viviamo, una guerra alla nostra società, al nostro pianeta, ai nostri mezzi di sostentamento, al nostro diritto all’autodeterminazione. Si può provare a fuggire fino all’altro capo della Terra, a migliaia di chilometri di distanza dall’”occidente” (come ho fatto io stessa), solo per scoprire che non c’è Paese al mondo che non sia attualmente sotto assedio. Mai prima d’ora nella storia l’oligarchia globale è stata più potente. La concentrazione di potere e ricchezza nelle mani di pochi è senza precedenti, persino peggiore rispetto all’età dell’oro o agli ultimi giorni dell’impero romano. Costoro non hanno intenzione di cedere alcun potere. Non vogliono che si abbia il controllo delle nostre vite. Per loro, siamo già schiavi. E chi sta zitto, specialmente ora, manda il segnale alle élite di abbracciare la schiavitù.

Whitney Webb, Mint Press 11 aprile 2019

Porte aperte

L’inchiesta del Messaggero racconta il naufragio del modello “porte aperte” nel paese dei sessanta ghetti impenetrabili da autorità e polizia

Luglio 2017: Dan Eliasson, capo della polizia svedese, rompe il muro di omertà del governo e si rivolge ai cittadini con un appello in tv: «Aiutateci, aiutateci!». Eliasson racconta che le aree sfuggite al controllo dell’autorità di Stato e “vietate” alle forze dell’ordine sono ormai diventate 61, sono sempre più estese e 23 di queste, attorno alle città più grandi, sono considerate «particolarmente rischiose». Commissariati chiusi e controllo demandato a 200 gang, perfino le ambulanze chiedono di entrarci con le attrezzature da zona di guerra. Settembre 2018, la superdemocrazia umanitaria da 10 milioni di abitanti si contra con le statistiche inquietanti dell’anno precedente: 320 sparatorie, 110 omicidi e 7.226 stupri denunciati, il 10 per cento in più del 2016. Il 36 per cento delle donne dichiara di sentirsi in pericolo al calare della notte, e i verbali di polizia danno loro ragione: le denunce di violenze sessuali sono triplicate fra il 2012 e il 2016, interessando così il 4,1 per cento di tutte le donne, contro l’1,4 per cento di sei anni prima.

CRIMINI SESSUALI E IMMIGRAZIONE DI MASSA

Aprile 2019, Mario Ajello e Andrea Bassi, inviati del Messaggero, raggiungono Stoccolma e iniziano una lunga inchiesta che aggiorna la narrazione dello Stato vetrina della social democrazia e del progressismo, dove insieme all’hockey sul ghiaccio lo sport nazionale è diventato lo stupro di gruppo: «Secondo i dati del Consiglio nazionale per la prevenzione del crimine, nel 2017 ci sono state 73 aggressioni sessuali per ogni 100 mila abitanti, il 24 per cento in più che negli anni passati. Un’inchiesta della tv svedese Svt ha riportato come il 58 per cento dei condannati per crimini sessuali sia nato fuori dai confini dell’Unione europea. Paulina Neuding, una giornalista svedese di fama internazionale, è stata accusata di xenofobia per aver collegato l’aumento dei crimini sessuali alla migrazione di massa».

L’ASSURDO CASO DELLO STAGISTA

Come spiega ai giornalisti Angry Foreigner, blogger seguitissimo in Svezia, rifugiato di guerra e arrivato dalla Bosnia nel paese da bambino, «qui c’è il pregiudizio che ogni svedese sia un oppressore e ogni immigrato sia un oppresso. (…)  Il solo interrogarsi sui problemi dell’accoglienza è considerato razzismo». Valga su tutti il caso riportato dai giornalisti accaduto al Centro per l’immigrazione della cittadina di  Trollhattan, dove un ragazzo islamista ammesso a uno stage ha denunciato la dirigente al centro anti-discriminazioni, colpevole di aver porto la mano presentandosi, «La mia religione mi vieta di avere contatti di questo tipo con una donna». Risultato: il Comune per non essere tacciato di razzismo paga 30 mila corone svedesi (3.500 euro) allo stagista.

LITTLE MOGADISCIO E L’EMERGENZA CASE

«Si arriva all’assurdo, nel Paese dei sepolcri imbiancati, di parole come quelle dell’ex primo ministro conservatore Fredrik Reinfeldt: “La Svezia, senza l’influenza delle culture degli immigrati, sarebbe solo barbarie”. Si tratta evidentemente di un politico che non ha mai preso la metro di Stoccolma» scrivono gli inviati. Che a sette stazioni dal centro raggiungono Rinkeby, la poco rassicurante Little Mogadiscio, così viene chiamata la zona (c’è anche Little Damasco, dominata dalla mafia siriana), dove è impossibile per un bianco passare inosservato. Nel paese che per Mona Sahlin, ex leader dei socialdemocratici, «gli svedesi devono essere integrati nella nuova Svezia multiculturale» e «chi torna dalla jihad, dopo aver combattuto con l’Isis, va riabilitato dandogli una terapia, una casa e un lavoro» l’arrivo massiccio degli immigrati ha fatto esplodere la bolla immobiliare: «Le famiglie hanno un passivo che ha raggiunto l’88 per cento del prodotto interno, ma soprattutto il 186 per cento del loro reddito. I mutui sono al 70 per cento erogati a tasso variabile, così un aumento del costo del denaro rischia di mettere in ginocchio sia chi ha sottoscritto i prestiti sia le banche che li hanno erogati». Solo gli immigrati riescono a spuntarla sulle lunghissime liste di attesa per accedere alle case popolari con affitti calmierati: a Malmö, il Comune ha stabilito di dare la priorità ai cosiddetti nuovi arrivati svedesi e così ha deciso di acquistare 56 appartamenti per ospitarli.

Little Mogadishu. Vita quotidiana in Svezia.

UN «SISTEMA GIURIDICO PARALLELO»

L’inchiesta prosegue nei sessanta ghetti impenetrabili dove per stessa ammissione del Consiglio nazionale svedese per la prevenzione della criminalità vige un «sistema giuridico parallelo». Alcuni mesi fa, raccontano i giornalisti, un tribunale svedese si è pronunciato secondo i principi della sharia, quando la Corte ha deciso che una donna abusata da suo marito non poteva che mentire su queste violenze: la giuria ha rimproverato la donna di aver coinvolto la polizia invece di risolvere il problema consultando la famiglia del marito. E l’Onu ha spedito una missione accusando la Svezia di razzismo. «Proprio le parole che qui nessuno vuole sentirsi dire. Ma che fotografano la nuova realtà, tranne che agli occhi di chi non s’è mai spinto oltre la fermata Rissne della metro e preferisce conservare le false certezze del progressismo d’antan».

Foto Ansa

Svezia, il paradiso umanitario ostaggio degli immigrati

L’articolo Svezia, il paradiso umanitario ostaggio degli immigrati proviene da Blondet & Friends.

Siamo sulla buona strada

L’ultimo caso di tubercolosi in una scuola del Riminese c’era stato nel novembre scorso, all’alberghiero Savioli di Riccione. Ad esserne colpito era stato un ragazzino di 17 anni extracomunitario che aveva iniziato ad avvertire i sintomi della malattia (alcuni peraltro comuni anche ad altre patologie), quali appunto febbre, stanchezza, perdita di appetito, tosse e dolore al petto. Si

Notare:

Grande cura mediatica a sfatare “la leggenda metropolitana”  che la  TBC sia portata dagli stranieri; anzi gli stranieri la contraggono in Italia,  per colpa nostra.  Qui sotto la  verità:

 

I dati pubblicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità aggiornati al 2014. Mostrano che la massima incidenza  e virulenza  della tubercolosi permane nell’Africa Subsahariana.

 

Seconda grande cura:  è una malattia  che resta “latente anche 60 anni.  Terza:  i casi italiani sono solo 3944 l’anno,  di cui il 66% stranieri (dice il Corriere); dunque  la TBC resta  “di bassa incidenza”.

Ma se per 900 casi di morbillo  –  infinitamente più benigno – si è strillato all’epidemia e alla necessità di vaccinazioni di massa, misure di salute pubblica,  ed  esclusione dei bambini non vaccinati dagli asili, perché invece 4 mila casi di TBC  non sono un’epidemia?  Perché i piccini vengono vaccinati anche contro la pertosse (che non credo abbia mai ucciso nessuno) mentre sul rischio TBC si stende il silenzio?

La “Cintura della Meningite”https://www.maurizioblondet.it/a-peste-fame-et-bello-libera-nos-domine/

Siete pronti?

I popoli possono essere coerciti, e guidati con traditori e collaborazionisti: li abbiamo sempre a disposizione. Il 5Stelle è lì pronto: “No ai negazionisti dell’Olokausto”, è il passaporto per la nuova fase.

 

Ciò significa che il progetto contempla estrema durezza  che verrà esercitata dal “senatore di nomina oligarchica” Draghi. Perché il progetto è: la salvezza dell’euro ad ogni costo, fino all’ultimo italiano. L’oligarchia burocratica non può rinunciare all’euro e permettere il ritorno alle valute nazionali, perché sarebbe la sua propria fine. Meno di tutti o può Mario Draghi, che è uno dei protagonisti della cospirazione europeista (cospirazione la chiamò Jean Monnet) fin dal principio.
Mario Draghi è quello che nel 1992 sul panfilo Britannia ossia nello spazio extraterritoriale – quando era funzionario al Tesoro, aprì la stagione delle svendite agli stranieri delle partecipazioni statali, opera efficiente del passato regime che andava smantellata, spezzata e svenduta perché l’Italia perdesse ogni autosufficienza: era stata decretata la globalizzazione, ossia l’interdipendenza.
Mario Draghi è quello che, dalla poltrona di Goldman Sachs, insegnò al governo di Atene i trucchi contabili per fingersi pronto ad entrare nell’euro – per poi, da capo della BCE, torturare la Grecia fino al genocidio perché sputasse l’ultimo euro che deve ai creditori, banche tedesche e francesi. Rettile di sangue freddo, Draghi non ha mai mostrato alcuna pietà, né altra appartenenza che quella alla oligarchia globale.
Adesso governerà l’Italia col pugno di fero – completando le privatizzazioni che ancora mancano, ossia le svendite a privati che hanno avuto tanto “successo” per i Benetton e gli altri percettori di rendite da monopoli privatizzati.
L’altro suo compito sarà assicurare il suo successore alla BCE, che sarà probabilmente il tedesco Weidmann, che il gigantesco monte-risparmi delle famiglie italiane serva a “garantire” il (falso) debito che, sotto il nome i Target 2, avremmo secondo i tedeschi verso la Germania: 500 miliardi di euro. Sarà insomma l’agente pignoratore dei creditori, in modo che l’euro possa continuare ad esistere – dal momento che sono i tedeschi a volerne uscire, e loro possono farlo: per impedirlo, Draghi porterà alla Germania le spoglie dell’Italia, fino all’ultimo lingotto d’oro, l’ultima banca, l’ultima partecipata svenduta.
Come ha dimostrato verso la Grecia, l’ordoliberismo non arretra nemmeno davanti al pignoramento delle prime case dei concittadini europei. Draghi non arretrerà di fronte a nulla, per compiacere i tedeschi e farli restare, benché scontenti, nell’euro. Una delle privatizzazioni esenziali sarà quella del Servizio Sanitario Nazionale: il cui costo verrà alleggerito dalla legalizzazione dell’eutanasia, che già la ministra grillina Grillo ha dichiarato “prioritaria”: non certo per fortuita coincidenza, i grillini partecipano al progetto con piena consapevolezza.  Il programma  è quello già enunciato da Padoa Schioppa: restituirvi la “durezza del vivere”  che soffrivano i servi della  gleba  nel Medio Evo.

https://www.maurizioblondet.it/governo-draghi-via-allultimo-saccheggio/

NOTA: Blondet è sempre ottimista come al solito: non penserà mica che l’eutanasia sarà gratuita!

NATO

La Questione Tedesca ha prodotto le due guerre mondiali; gli americani, vincitori, hanno creato la NATO  “per tenere l’Unione Sovietica fuori dall’Europa, gli americani dentro, e i tedeschi sotto”,   come riconosceva lord Ismay, primo  segretario dell’Alleanza.  Anche la Comunità europea, spiega,  è stata voluta dagli Usa per lo stesso motivo: “come diceva l’ambasciatore  George Kennan, una qualche forma di unificazione europea era “l’unica soluzione concepibile per il problema della relazione della Germania con il resto dell’Europa”, e quell’unificazione poteva avvenire solo sotto l’ombrello di un impegno di sicurezza degli Stati Uniti”.

“La Germania democratica e amante della pace  che tutti conoscono e amano, è cresciuta nelle particolari circostanze dell’ordine internazionale liberale dominato dagli Stati Uniti”, continua Kagan:   ordine basato su quattro pilastri. “la garanzia di sicurezza degli Stati Uniti  ai paesi europei”, che ha consentito il loro disarmo;  “il regime internazionale di libero scambio”,  “la ascesa  democratica”, e  “la soppressione di ogni nazionalismo” .

La proclamazione del Reich, 1882. L’immagine scelta da Kagan per illustrare la sua analisi.

Oggi, la Germania è diventata  “ancora una volta la forza dominante in Europa” , in senso economico. “L’Europa centrale è diventata la catena di sub-fornitura della Germania ed effettivamente parte della “economia tedesca dei vasti spazi”, una versione  ventunesimo secolo  della Mitteleuropa . Il resto dell’Europa è diventato il mercato di esportazione della Germania”.

Ma lo è ridiventata in una Europa, secondo Kagan,  dove dalla Polonia all’Italia stanno dominando “ nazionalisti e populisti”   che scendono verso “l’illiberismo e l’autoritarismo”.  La Francia europeista è indebolita all’interno.  Poi c’è l’uscita della Gran Bretagna. “Nei prossimi anni, i tedeschi potrebbero ritrovarsi a vivere in un’Europa ampiamente rinazionalizzata, con partiti  “sangue-e-suolo”  a capo di tutte le maggiori potenze. Potrebbero i tedeschi in quelle circostanze resistere al ritorno a un nazionalismo proprio?”

Peggio  ancora,  Donald Trump incita  gli europei a spendere di più per la loro difesa, lasciando intendere che “mamma America” è stufa di garantire la loro sicurezza;  “ Estremamente ostile all’UE, l’amministrazione Trump incoraggia la rinazionalizzazione dell’Europa, […] abbraccia Viktor Orban in Ungheria, Marine Le Pen in Francia a Matteo Salvini in Italia,  Jaroslaw Kaczynski in Polonia”.   E non basta:

“Oltre a incoraggiare il nazionalismo di destra e la dissoluzione delle istituzioni paneuropee, l’amministrazione Trump si è rivoltata contro il regime globale di libero scambio che sottende la stabilità politica europea e tedesca”. Insomma   sta distruggendo i pilastri che tengono buona, democratica  e pacifista la Germania.

“Immaginate quali  gli effetti di una pressione e di un confronto ancora più grandi: una contrazione dell’economia tedesca e, con essa, il ritorno del nazionalismo risentito e dell’instabilità politica. Ora immaginate che la Grecia, l’Italia e altre deboli economie europee stiano vacillando e necessitino di ulteriori (sic)  salvataggi tedeschi che potrebbero non essere dati. Il risultato sarebbe il riemergere del nazionalismo economico e delle aspre divisioni del passato”.

Insomma:  “La  Germania nella sua forma attuale è un prodotto dell’ordine mondiale liberale;  è tempo di pensare a cosa potrebbe accadere quando  quest’ordine sarà sgretolato”.

Così Kagan, mettendo insieme tutti gli incubi che hanno ossessionato l’ebraismo  politico per due secoli, e rivelando i veri terrori storici di  quel particolare establishment,  che notoriamente soffre di “Stress Pre-Traumatico”, e che vede l’ordine che ha costruito in gran parte per neutralizzare la Germania,  sta cadendo in pezzi.

Non importa commentare quanto sia errata la sua analisi;  importa capire che questa è la loro percezione della deriva europea. La presenza accanto a Trump di personaggi come John Bolton e  Armiage  assicura che  l’asse neocon  è in grado di influenzare il presidente.

Anche  il balcone da cui Kagan parla ha un significato storico: il Council on Foreign Relations  (dei Rockefeller) è il think-tank che convinse Roosevelt a far entrare gli Usa nella seconda guerra mondiale, altrimenti l’unione della potenza industriale tedesca con le risorse materiali ed umane di una Russia liberata dal sovietismo avrebbero  creato un grande blocco autosufficiente,  a cui le multinazionali Usa non avrebbero  potuto più vendere nulla.

Questo Establishment sta elaborando  progetti per riportare “sotto”   la Germania.  Magari –  sta pensando  – una guerra “atlantica”  in Europa contro la Russia può servire allo scopo? Le  provocazioni di Stoltenberg e della NATO che vuole l’Ucraina fra i suoi membri, servono a quello? Come  le particolari alleanze coi paesi dell’ex Patto di Varsavia, che hanno conti storici da regolare con Mosca e sperano – contano – sul  sostegno bellico  americano per regolarli?

Istruttivo apprendere che hanno anche fatto un sondaggio  molto vasto  tra  le popolazioni della NATO:

“In caso di attacco della Russia, quale paese della NATO non sareste disposti a difendere?”. Il risultato non piace affatto al capo della redazione europea di “Politico”,

Shocking. After 70 years under America‘s security umbrella, a majority of Germans would not support defending U.S. against a Russian attack, according to poll. Americans still prepared to protect Germany, however. h/t

traduzione:

Scioccante. Dopo 70 anni sotto l’ombrello di sicurezza americano, la maggioranza dei tedeschi  non ne vogliono sapere di difendere gli Stati Uniti “aggrediti dalla Russia”!

https://www.maurizioblondet.it/dimprovviso-si-parla-di-una-guerra-in-europa/

Le pentole già c’erano

Informazioni attendibili riferiscono che terroristi dell’ISIS, rientrati dalla Siria e dall’Iraq, sono mescolati fra i rifugiati arrivati in Europa ed ottengono facilmente le carte di credito che la UE ha riservato ai migranti a cui spetta la protezione umanitaria e, per le loro spese personali, godono delle agevolazioni previste per questi casi dalle organizzazioni dell’Unione Europea.

Secondo quanto riferito, un sospetto terrorista dello Stato islamico, che ha chiesto asilo in Europa, ha ricevuto una carta di debito prepagata destinata ai rifugiati provenienti dall’Unione europea. Il caso segnalato riflette un nuovo pericoloso periodo per l’Europa, come ha detto un analista alla RT.
Gli agenti antiterrorismo ungheresi hanno arrestato un cittadino siriano, a Budapest, la scorsa settimana, che era stato identificato come membro di alto rango dello Stato islamico (ex ISIS / ISIL). Il sospetto terrorista, fingendosi rifugiato, avrebbe ricevuto una carta di credito prepagata dall’Unione Europea al suo arrivo in Europa – una delle 64.000 persone destinate a ricevere le carte sovvenzionate dal contribuente. Altri casi del genere sono stati segnalati in Germania.

Mentre l’UE insiste che viene utilizzato un severo processo di screening per assicurare che le elargizioni in euro raggiungano le persone giuste, il governo ungherese ha sostenuto che l’imbarazzante scoperta espone il rischio della minaccia per la sicurezza dell’Europa, mentre numerosi jihadisti che fuggono dal Medio Oriente cercano rifugio all’estero, spacciandosi come profughi.
Philip Ingram, un ex ufficiale dell’intelligence militare britannica, è d’accordo con tale analisi, riferendo alla RT che l’Europa deve diventare più attenta a valutare le informazioni mentre i militanti islamici fuggono dalla Siria e dall’Iraq.

https://www.youtube.com/watch?time_continue=3&v=Me6EVENP1w4

Stiamo assistendo a un momento di transizione. Questi elementi si trasformeranno in qualcosa di diverso. Questo è un periodo molto, molto pericoloso e difficile, e dobbiamo monitorare da vicino questa transizione, per essere in grado di identificare e rintracciare i jihadisti conosciuti che stanno attraversando i confini europei “, ha detto.

Terrorismo e carte di credito

Nota: Sono in molti a chiedersi, nei paesi europei, di quali appoggi e di quali sostegni hanno goduto questi elementi che oggi giungono in Europa mentre i media atlantisti vogliono far credere che i gruppi terroristi che agivano in Siria ed in Iraq fossero dei gruppi di “pazzi isolati” e che le enormi quantità di armi, per centinaia di tonnellate , siano loro arrivate dal cielo. Qualcuno prima o poi dovrà rispondere a questi interrogativi.

Fonti: RT News Al Mayadeen

Traduzione e nota: Lisandro Alvarado

https://www.controinformazione.info/terroristi-dellisis-girano-per-leuropa-con-carte-di-credito-rilasciate-dalla-ue/