Evangelii gaudium

Anche in italiano 224 pagine mi sembrano un po’ troppe, ma sembra che Papa Bergoglio abbia lanciato il manifesto programmatico del suo pontificato nella Evangelii gaudium.

L’adorazione dell’Euro come adorazione del Vitello d’oro: “abbiamo creato nuovi idoli. L’adorazione dell’antico vitello d’oro ha trovato una nuova e spietata versione nel feticismo del denaro e nella dittatura di una economia senza volto e senza uno scopo veramente umano.“
“Mentre i guadagni di pochi crescono esponenzialmente, quelli della maggioranza si collocano sempre più distanti dal benessere di questa minoranza felice. Tale squilibrio procede da ideologie che difendono l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria. Perciò negano il diritto di controllo degli Stati, incaricati di vigilare per la tutela del bene comune. Si instaura una nuova tirannia invisibile, a volte virtuale, che impone, in modo unilaterale e implacabile, le sue leggi e le sue regole. Inoltre, il debito e i suoi interessi allontanano i Paesi dalle possibilità praticabili della loro economia e i cittadini dal loro reale potere d’acquisto”.

Fonte: http://nobigbanks.it/2013/11/29/ventanni-di-decadenza/

Una modesta proposta

“Mussolini, alle prese con gerarchi che rubavano e soldati che scappavano, aveva giustamente osservato che governare gli italiani è inutile”. A citare in questi termini il duce (in un articolo apparso sul numero di settembre/ottobre di “Alfabeta2”, 32/2013) è, a sorpresa, il filosofo Maurizio Ferraris, già esponente del decostruzionismo e ora teorico del New Realism e della sinistra cosmopolita. Sviluppando dalla premessa mussoliniana un sillogismo piuttosto avventuroso, Ferraris auspica, in evidente polemica con i filo-latini Kojève e Agamben, che i singoli Stati europei cedano gradualmente la propria sovranità per uniformarsi sotto un impero a guida germanica.

 

Perché, privi per svariate ragioni, non genetiche (per fortuna!) ma storiche, del senso dello Stato, gli Italiani sono tendenzialmente così anarcoidi e individualisti da raggiungere l’eccellenza soltanto come imprenditori del crimine: “la mafia e la ‘ndrangheta”, sentenzia ancora il filosofo (forse accanito lettore di Saviano), “sono le uniche multinazionali originate in Italia che funzionino davvero”. Insomma, corrotti come siamo, possiamo coltivare una sola speranza di salvezza: che ci governino gli stranieri. E in tal senso un cancelliere tedesco, Ferraris ne è convinto, farebbe meglio di un politico nostrano.

Così riporta Giampiero Marano in http://www.appelloalpopolo.it/?p=9893

Contrariamente a lui siamo costretti a dare ragione a Ferraris, anzi a spingere ancora più in là il suo ragionamento (lasciamo pure stare il Risorgimento: cosa fatta, capo ha); invece di finire come la Grecia, chiediamo l’annessione alla Germania: si prenda tutto (anche i nostri presunti debiti ovviamente): in un colpo solo ci liberiamo dei nostri politici e delle preoccupazioni!

Povero Berlusconi!

Quando con vece assidua/ cadde, risorse e giacque/ di mille voci al sònito/ mista la sua non ha

Di solito non ci occupiamo del teatrino della politica italiana, se lo facciamo qui è più per ricordare Costanzo Preve, scomparso il 23 novembre, che per le note vicende mediatiche.

Purtroppo conosciamo anche gente insospettabile che ha creduto alla favola dell’antiberlusconismo; e adesso?

Continuerà tutto come prima? Si assesterà anche un bel colpo di finanza a Mediaset, per completare l’opera e far passare di mano anche le TV?

Il nuovo corso implicherà anche una sorta di repulisti, lungamente rinviato, di quanto resta della prima repubblica?

Ai posteri l’ardua sentenza

Cambiare il mondo

Infine, su Le Monde diplomatique, edizione italiana, del novembre 2011 Lucien Séve sostiene una tesi ancora più radicale come si evince dal titolo Salvare il genere umano non solo il pianeta. Secondo l’autore siamo ormai alla mercificazione generalizzata dell’umano, proprio perché “non c’è più nulla di umano che possa sfuggire al diktat della finanza: tutto deve produrre spietatamente un profitto a due cifre… il che significa anche finanziarizzazione generalizzata dei servizi tesi a formare e sviluppare le persone – salute, sport, insegnamento, ricerca, creazione, tempo libero, informazione, comunicazione; di colpo le finalità proprie di queste attività tendono a essere scalzate dalla legge del denaro”. A questa mercificazione si accompagnano la tendenza allo svuotamento di tutti i valori, la perdita incontrollabile di senso, la decivilizzazione senza argini, ma soprattutto la proscrizione sistemica delle alternative: “la frenesia del profitto tende a persuaderci della fatalità del peggio; il sistema stesso, la cui parola d’ordine è libertà, ha assunto come motto non ci sono alternative della Thatcher – e infatti come possiamo liberarci dell’onnipotenza dei mercati finanziari e delle agenzie di rating se la gigantesca crisi del 2008 non ha cambiato niente di significativo all’interno del sistema?”. E termina sostenendo che la carica etica dell’indignazione riavvicina alla politica e “deve portare a un nuovo tipo di azione, non nel senso della rivoluzione all’antica attraverso delle trasformazioni dall’alto, il cui fallimento è garantito, ma di impegno a tutti i livelli per l’  appropriazione comune in forme innovative di iniziativa e di organizzazione; a questo prezzo si potrà far deragliare la fatalità del peggio.”

Elvio Dal Bosco

estratto da: http://www.sinistrainrete.info/crisi-mondiale/2459-elvio-dal-bosco-la-crisi-si-supera-salvando-il-pianeta.html

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Spreco e parassitismo

Chi abbia vissuto a Los Angeles, Londra o New York ha notato come ci sia oggi questo esercito che serve i ricchi e benestanti, in dozzine di mestieri che qui in Italia o non esistono o esistono in modo marginale. E sono lavori, ad esempio quelli nel settore “retail”, dove prendi 25 mila dollari LORDI e non mantieni una famiglia, se lavori a Wall Mart devi chiedere i “food stamps”…

Questi però NON SONO IMPIEGHI PUBBLICI, rientrano quindi nel “libero mercato”, sono lavori nel settore privato, in cui puoi essere licenziato dall’oggi al domani e non hai contributi, garanzia del posto di lavoro. Quindi forse a te sembrano una cosa “efficiente”. Ma consistono in pratica in 200 persone in giro per la città che, in tante occupazioni e mansioni diverse, servono direttamente e indirettamente una singola famiglia ricca che ha 70 milioni di dollari e ne spende mezzo milione l’anno per mantenere le sue cinque case con 12 bagni ciascuna. Questa è un economia “privata”, ma simile a quella che hai in Dubai o Messico che sono anche loro economie private dove lo stato non pesa molto e però piuttosto parassitarie perchè hanno un elite che vive di rendita e che impiega tanti servitori

Ma se poi vuoi parlare del settore pubblico, che ne dici degli impiegati federali che in USA media guadagnano più di 70 mila dollari l’anno in media, ad esempio Michelle Obama che si occupava, all’ospedale di Chicago, delle “relazioni con la comunità nera” e veniva pagata 250 mila dollari l’anno (nei nostri ospedali non abbiamo ancora uffici che hanno come compito “tenere le relazioni con le diverse comunità etniche” della città che l’ospedale serve). E lasciamo stare le università che costano 40mila dollari l’anno di tuition perchè hanno creato un sistema di prestiti agli universitari che è arrivato a 1,000 miliardi di debito totale (per pagarsi gli studi)

estratto da: http://www.appelloalpopolo.it/?p=9833

Il macello sociale abbia inizio

Le decisioni irrevocabili, per quanto riguarda l’Italia, non le prende un italiano che tuona, nell’ora decisiva, da un balcone con vista su Piazza Venezia, oppure un ristretto CAF (Craxi, Andreotti e Forlani) travolto dagli scandali giudiziari con impatto mediatico, ma le prendono gli agenti del grande capitale finanziario, mascherati da “Europa”. Si realizza così il sogno (molto meglio l’incubo) spinelliano e spinellato del manifesto di Ventotene, scritto nel lontano 1941. Uno stato occupato, come il paese tutto, privo di sovranità, “devoluta” con l’inganno e il ricatto agli organi europidi della mondializzazione neoliberista, dietro lo schermo posticcio della democrazia liberale e della “concordia” fra i popoli europei. In attesa di un super-governo mondiale, dopo gli “stati uniti d’Europa”, che farà finire la storia e cristallizzerà per sempre le posizioni sociali, ma in un ordine neofeudale. Niente più guerre! Solo stragi di popoli, condotte quotidianamente chiudendo i rubinetti del lavoro, del reddito e dei diritti, e abbondanti saccheggi privati di risorse collettive. Infatti, le guerre tradizionali distruggono le strutture, oltre ad annientare gli uomini fisicamente e psicologicamente, mentre queste devono restare intatte, accessibili e disponibili, fino a saccheggio completato. Così si rispettano i famigerati “diritti umani” e si diffonde, radicandola, la democrazia ancella politica del mercato e della finanza, contro i presunti dispostismi avversi, i populismi sgraditi, gli stati nazionali un po’ troppo sovrani (per i gusti delle aristocrazie nuovo-capitalistiche). Così si difende “il progetto europeo” che si fa credere senza alternative, indipendentemente da ciò che vogliono i popoli d’Europa.

http://pauperclass.myblog.it/archive/2013/11/18/euroscetticismo-per-non-farsi-macellare-di-eugenio-orso-anat1.html

Pasta italiana col grano russo

Pasta italiana col grano russo

L’assenteismo (nello specifico campo delle politiche agricole) dei 76 deputati italiani al parlamento europeo, nell’ultimo biennio ha raggiunto la quota dell’88%.
Quindi, prima ancora di sostenere (il che sarebbe corretto) che Bruxelles e Strasburgo si inchinano servilmente ai dettami di Berlino, bisogna ricordare agli elettori che la responsabilità totale -nonché criminale- grava sulle spalle del popolo italiano: avete votato per la Lega Nord, per il PD, per il PDL, solo e soltanto perché li avevate visti a Ballarò o da Santoro? 
Questi sono i risultati.
Sergio Di Cori Modigliani

Il bene comune

Il bene comune

Una appropriata politica monetaria deve incoraggiare la formazione di risparmio, ed un accorto controllo degli investimenti deve favorire gli impieghi più vantaggiosi per il progresso sociale. Anche in questo campo confidare solo nel fiuto del banchiere privato e nell’ardimento del privato imprenditore non si può.

Amintore Fanfani (1947)

C’è modo e modo…

C’è modo e modo…

Ma sia Van Rompuy che Olli Rehn contestarono le misure “per come erano state fatte”. Perchè Hollande aveva alzato le tasse ai super-ricchi, perché aveva alzato le tasse sulle rendite finanziarie, perché aveva dimezzato i costi della politica, aveva aggredito, decurtandoli, gli stipendi dei grossi manager pubblici e il risparmio così ottenuto invece di investirlo per rifinanziare le proprie banche lo aveva dirottato nell’istruzione pubblica, nella ricerca scientifica, nella salvaguardia e cura del patrimonio artistico nazionale, avviando un piano di recupero del territorio e di sostegno per la disoccupazione intellettuale, quest’ultima (per la Francia) una priorità assoluta di cui occuparsi.

Dai partiti ai detriti

Dai partiti ai detriti

Nella periodizzazione di Anderlini la svolta epocale arriva più tardi. Essa si annuncia a partire dagli anni Ottanta, quando comincia a manifestarsi quello “sradicamento” della politica dalla terra e dal territorio che conduce fino all’esito degli anni Duemila: la “Repubblica dei detriti”, secondo l’efficace formula coniata dall’autore. A monte di tutto ciò stanno gli effetti indotti dalla globalizzazione sugli Stati nazionali, qui intesi come concentrato di autorità, territorio e diritti di cittadinanza e come naturale palcoscenico dei partiti di massa, i quali proprio all’interno della cornice nazionale avevano faticosamente conquistato, attraverso la ricerca del consenso, un ben preciso insediamento geografico e sociale.

Fausto Anderlini, Il voto, la terra, i detriti. Fratture sociali ed elettorali. Dall’alba del 2 giugno 1946 al tramonto del 25 febbraio 2013, Bologna, Editrice Socialmente, 2013

Intellettuali del piffero

Sotto il cielo è oggi dominante quella che già Walter Benjamin aveva già a suo tempo qualificato come “malinconia di sinistra” (Linke Melancholie), ossia la consapevolezza dell’impotenza della critica: quest’ultima viene trasformata dai molteplici maîtres à penser del nostro tempo in oggetto di divertimento e in articolo di consumo, in una patetica spettacolarizzazione della rivolta anticapitalista che, spesso nella forma del talk show televisivo, permane stabilmente nel comfort dell’Hotel Abisso di lukacciana memoria. La protesta contro la reificazione finisce, così, per essere essa stessa reificata: ridotta a merce tra le tante, la critica diventa capitale culturale da vendere ai dominanti in modo da averne in cambio fama, prestigio e riconoscimento mediatico. Questo è il nostro presente, il tempo della “notte del mondo” (Heidegger), in cui la critica di cui sono maestri gli intellettuali del piffero ha il solo scopo di rassicurare l’opinione pubblica.

Diego Fusaro

http://www.lospiffero.com/cronache-marxiane/pifferai-dell’engagement-13307.html