Immuni

Le nuove app traccianti che limiteranno le nostre libertà

«Il totalitarismo che risiede alle spalle dell’ideologia liberale e di quella progressista si nutre dell’intreccio di regole, di norme sociali e codici di comportamento omnicomprensivi, dilatando smisuratamente le disuguaglianze e favorendo una deontologia del clientelismo e della produttività rappresentativa socio­culturale, politica, economica, finanziaria e di un determinarsi e ripetersi tutti i giorni, alla stessa maniera. Quel senso di frustrazione e di noia che spersonalizza i popoli e le comunità del “Vecchio Continente”, alle prese con una réclame in più e una certezza in meno: nella società post-moderna, l’opportunismo di pochi e l’insolvibilità dei tanti, sono poco più di un convenevole». (“L’Upper Class del capitalismo clientelare. Dogmi, tabù e mentalità”. F.M.)

Siamo arrivati ad un punto tale che conviene mettere da parte giudizi e pareri. Per risollevarci, occorre ben altro. Molti di noi si domandano cosa accadrà dopo il disastro sanitario. Indubbiamente, saremo alle prese con una crisi economica dalla portata inimmaginabile. Pochi invece, pensano a quei precedenti che rischiano di diventare una regola. La digitalizzazione indiscriminata, lo smart working, la tracciatura delle persone con strumenti tecnologici quali i droni, il GPS, le celle telefoniche, le applicazioni prima obbligatorie e poi chissà. Ovviamente, la questione non riguarda solo questo periodo ma è ormai una prassi. Ma allora, perché stupirsi se eravamo già tutti profilati? Per il motivo che se prima lo eravamo “sottotraccia” e chi lo faceva, spesso eludeva le leggi, ora invece, rischiamo di vedere applicate delle norme che fino a due mesi fa erano impensabili. Dallo stato d’eccezione permanente, dal precedente alla norma, è un attimo.

Lo screening medico, l’applicazione Immuni ed il suo modulo-questionario da compilare sullo stato di salute delle persone, la tracciabilità degli spostamenti, le restrizioni alla libertà personale e di massa, l’opera di colpevolizzazione e di terrorismo sull’auto-responsabilizzazione della gente, superano di gran lunga la decenza comune se non l’essere soggetti a delle imposizioni totalitarie. Alcune volte, diciamo spesso, sono fatte passare come dei semplici ammonimenti e altre ancora, calcando la mano, come delle vere e proprie pressioni per nulla velate che sono, ricordiamocelo, incostituzionali. È meglio scriverlo a scanso di equivoci: questo, per quanto poco possa interessarci lo stato di diritto, cioè nulla, la giurisdizione e il “decretismo” di un apparato simile.

Ma quello che è peggio, molto probabilmente, è ciò cui andremo incontro pur avendolo già capito tutti, è il tipo di normativismo che incide sul diritto, riscrivendolo. La problematica era già esistente, oltre ad essere lungamente dibattuta, da molti anni. In questa masnada di interessi privatistici a venire meno è la Politica: uno dei più grandi errori è pensare che l’Italia e l’Europa siano lì per lì dal liberarsi della forma mentis neo-liberale. Così come lo è il credere di essere giunti al ribaltamento del sistema della rappresentanza, dell’economicismo e dell’individualismo, secondo quei valori non liberali. Inoltre, siamo anche parecchio lontani dall’intendere l’economia e la politica un qualcosa di diverso da quei dettami coast to coast del liberalismo. Questo, dovrebbe far perdere il sonno agli italiani, cosa che puntualmente non accade, neppure d’innanzi a questi “principi”, così li chiamano, che in realtà sono dei disvalori, dominanti. Il mondialismo è ben vivo e la globalizzazione ha subito solo una frenata. Ad oggi, nulla più.

È cosa nota che la politica, e con lei tutte le sfere più importanti della società neo-liberale, non possano fare a meno di esperti e consulenti. Sappiamo anche quanto questi esperti siano diventati “d’obbligo”, persino per dirimere le problematiche inerenti la famiglia, dalla crescita dei propri figli alle contese tra coniugi, nel lavoro e nelle già note problematiche che attanagliano la cultura. Per ciò che riguarda la mediatizzazione dell’informazione e il “circo barnum” dei talk show è una partita persa. Quello che non dovrebbe accadere con l’inutilità delle task force di medici e virologi (la salute è importante così come lo è il sapere in che stato realmente versiamo). Soprattutto, quando abbiamo davanti agli occhi la pletora di inaffidabili quanto contraddittori “virologi” o sedicenti tali, che continuano a predire il futuro dall’altra parte del mondo, in TV e sui giornali. Beh, quelli accreditati sono introvabili, lavorano, per fortuna… Chiaro è che il compianto Christopher Lasch non sbagliava. Ma di quello che egli ha scritto non ne abbiamo fatto tesoro o motivo di lunghi pensieri.

Visto che sappiamo cosa ci aspetta, la domanda che tutti ci poniamo è la seguente: cosa fare? Innanzitutto, capire che siamo arrivati ad uno spartiacque senza neppure accorgercene. Liberali contro non liberali, nell’ambito dell’economia, nella sfera politica e ancor più per quello che riguarda la cultura. Stiamo entrando in un terreno di scontro poco battuto che nessuno di noi ha mai sperimentato completamente, perlomeno sino ad ora. Dunque, le analisi valutative si sprecano e debbono essere accantonate. A questo «errore antropologico», dell’emergenzialità, del nichilismo proattivo, dell’economicismo e dell’individualismo, dobbiamo anteporre la volontà di non discernere la teoria dalla pratica. Tutto il resto è una cornice senza il dipinto, inutile.

Una delle caratteristiche maggiori del «nichilismo», quella che ci spinge ad accentuare la pratica disgiunta dalla teoria per provare a raggiungere, costi quel che costi, tutti i desideri personalizzabili di un individuo o di una minoranza, al posto del bene comune a discapito del buon senso, imperversa indisturbata. Sappiamo che l’ideologia dei diritti individuali e dei diritti umani hanno trasformato in un qualcosa di diverso, a degli scheletri nell’armadio di cui dobbiamo vergognarci, il senso comune, la cultura di un popolo, l’appartenenza, l’identità e le tradizioni. Sono ormai paragonate a delle chincaglierie da “duty-free” anche le appartenenze ad una comunità locale, regionale, nazionale o a quella del “grande spazio” continentale di cui facciamo parte, messe ai margini dalle piattaforme virtuali, dalla digitalizzazione, riducendole ad un’astrazione generalizzata. Semplicemente, non esistono più. L’astrazione autentica si è divorata il reale e il vero.

Per non far scomparire definitivamente le nostre radici, l’identità, le tradizioni, la cultura specifica che ci caratterizza, dobbiamo non solo pensare alla riappropriazione della sfera politica. Questo lo abbiamo capito. Perlomeno, bisogna pensare ad essa ma per incidere. Per il motivo che abbiamo abdicato al compito, agli obblighi e doveri, decidendo sulle cose che riguardano tutti. È giunta l’ora di riprendere le redini in mano e non essere più guidati da nocchieri senza testa e cuore. E se l’obbligo è tornare a decidere, il dovere è farlo rispettando il Logos, il fine e lo scopo ultimo che è poi il Télos. Una sfida che necessita coraggio e per uscirne, bisognerà prima pensare al significato di aristocrazia: intesa non come una declinazione “nobiliare” ma per una politica dei più meritevoli, dei migliori moralmente e intellettualmente scelti dal popolo nei posti che gli competono, a seconda delle specifiche e della preparazione.

Non possiamo più permetterci di improvvisare e tanto meno continuare a credere in coloro che ci hanno portato sulla soglia del baratro, possano essere in grado di salvarci. Questo significherebbe non aver capito nulla e ripetere gli stessi errori. Dal momento che ognuno ha dimenticato i fondamentali: i pensatori che possono darci consigli utili e quei pensieri lunghi di cui parlavamo, coloro che si impegnano in politica come argine contro la separazione della teoria dalla prassi, i lavoratori che sono l’aiuto per il sostentamento delle famiglie e della comunità, senza dimenticare coloro che ci ricordavano che il senso del «Sacro» è verticale e non orizzontale. Sempre che non ci sia l’interesse di smuovere le acque ma in senso negativo. Le avvisaglie ci sono tutte. È proprio il caso di tagliare i ponti con le spire del capitalismo, uscendo dal crepuscolo liberale. A fallire è il mondialismo e la sua ideologia universale che a proposito di questa pandemia, vorrebbe ulteriormente spingere per una sorta di governo mondiale.

Ma non si tratta di tornare ad un arcaismo desueto e neppure di concepire ciò che potrebbe accadere con la fede cieca in un futuro utopistico. Siamo agli inizi di un’epoca storica e non alla fine della storia. La storia è sempre aperta ma bisogna pur scriverla e non farsela scivolare addosso. Tocca solo all’uomo, riuscirci o meno. Tanto per incominciare, basterebbe comprendere che il normativismo della biopolitica che vorrebbe decide su tutto quello che riguarda l’uomo, dalle proroghe alla morte, dall’ingegneria genetica al “darwinismo sociale” messo in pratica con l’emergenza sanitaria, non è certo la soluzione. Ma a non essere tale, è pure l’idea di uno stato di diritto improntato sull’ideologia dei diritti e delle libertà dell’uomo, individualizzabili. Contro tutto questo, urge contrapporre la Politica. Domani, sarà già troppo tardi.

Scenari. Lo scontro futuro al tempo delle app no privacy: politica vs biopolica

Il lavoro produce moneta

Ed è li che si avverò la profezia biblica:

Apocalisse 13,16-18
16 Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; 17 e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome.  Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei. (666)

Questa volta come finisce?

In questa guerra totale ai popoli, l’Italia è il bersaglio numero uno, sia per il fatto di essere la culla della nascita della partita doppia, della cambiale e della banca – avremmo tutti gli strumenti per uscire da questa matrix monetaria –  sia per il fatto di essere la culla del cristianesimo, religione che l’elite ha preso di mira perché un (vero) cristiano,  che sia credente, praticante o semplicemente di cultura cristiana, mai si lascerebbe mettere il microchip sotto pelle per pagare, gli ricorderebbe troppo il marchio della bestia. (Non si spiega altrimenti questo accanimento contro le onoranze funebri, la chiusura delle chiese, la sospensione delle messe e questo obbligo generalizzato alla cremazione.)

Eppure è proprio questo che il deep state del mondo ha in mente.

E  a tal proposito recentemente, il 26 marzo 2020, è stato pubblicato un brevetto dalla Microsoft Technology Licensing LLC  (Washington) all’Ufficio dei brevetti statunitense (dossier presentato il 20 giugno 2019) così intitolato:

(FR) SYSTÈME DE CRYPTOMONNAIE UTILISANT DES DONNÉES D’ACTIVITÉ CORPORELLE

Una cripto valuta che utilizza i dati delle attività corporee.

Si tratta di un sistema di “mining” che invece di utilizzare le capacità computazionali di una macchina, utilizza il “lavoro” del corpo  umano come “sottostante” per creare la moneta.(1)
(Nel mondo della blockchain si utilizza l’immagine della miniera d’oro per esaltare dogmaticamente la moneta aurea, merce, come sistema perfetto. Niente di più falso)

La descrizione recita:

L’attività del corpo umano associata a un compito fornito ad un utente può essere utilizzata in un processo di mining di una cripto valuta. Un server può fornire un compito al dispositivo di un utente ad esso collegato per comunicare. Un sensore collegato o incluso nel dispositivo dell’utente può rilevare l’attività corporea dell’utente. I dati relativi all’attività corporea possono essere generati in base all’attività corporea rilevata dall’utente. Il sistema di cripto valuta della presente invenzione, che è collegato per comunicare con il dispositivo dell’utente, può verificare se i dati di attività corporea dell’utente soddisfano una o più condizioni definite dal sistema, premiando l’utente i cui dati dell’attività corporea siano stati verificati, con un premio in cripto valuta.

Si tratta in altre parole di assegnare dei compiti al capo di bestiame che nel corso della loro esecuzione verranno controllati  da un dispositivo – con sensore – che ne misurerà i parametri corporali (cfr. qua): riceveranno in premio la cripto solo se avranno effettuato il “lavoro”. Si tratta di sostituire le attività computazionali delle macchine, per il mining, con le attività umane corporee associate a un compito assegnato a un utente in un sistema di moneta digitale.

Il mining – letteralmente “minare” – è quel processo grazie al quale vengono creati nuovi bitcoin e cripto monete, e le transazioni vengono trasferite in rete: si tratta di un sistema di calcolo che normalmente richiede macchine estremamente efficienti per risolvere problemi di algoritmi che consentano la proof of work, cioè il collaudo del lavoro di calcolo e l’autorizzazione della transazione. Nella descrizione dell’invenzione brevettata, la rilevazione dei dati corporei viene vantato come un metodo efficace per sostituire il costoso processo di mining con l’attività fisica dell’utente. Molto più economico!!! Vuoi mettere?

In altre parole è come avere un guinzaglio a sensore che verifica se il nostro corpo sta lavorando. O come essere una mucca con uno spremilatte attaccato alla mammella. Il sistema del bastone e della carota raffinato con la tecnologia dei sensori e del digitale…applicato al bestiame umano.

E cosa si intende per lavoro e attività corporea? Solo un esempio: “Un’onda cerebrale o il calore del corpo emesso dall’utente quando effettua il compito richiesto da un fornitore di informazione o di servizi, come ad esempio guardare una pubblicità o utilizzare alcuni servizi internet (…)”.

In un paragrafo della descrizione si illustra che cosa si intende per attività corporea dell’utente. 

“L’attività corporea può includere, ad esempio, in modo non esauriente, una radiazione emessa dal corpo umano, le attività cerebrali, i flussi umorali corporei (ad esempio, il sangue), l’attività o il movimento di un organo, il movimento fisico o qualsiasi altra attività che può essere rilevata e rappresentata per immagini, onde, segnali, testi, numeri, gradi o in qualsiasi altra forma di informazione o dato.”

E poi, vi è la descrizione delle onde cerebrali in uno scenario spaventoso che lascia immaginare situazioni di condizionamento del pensiero totale.

“Esempi di radiazione corporea emessa da un corpo umano può includere calore radiante del corpo, la pulsazione o l’onda cerebrale. Le onde cerebrali comprendono, ad esempio, in modo non esauriente:

(i) le onde Gamma coinvolte per l’apprendimento o compiti mnemonici,

(ii) le onde Beta coinvolte nel pensiero logico e o nel pensiero cosciente,

(iii) le onde Alpha che possono essere connesse ai pensieri del subconscio,

(iv) le onde Theta che possono essere collegate a pensieri che comportano emozioni crude  e profonde,

(v) le onde Delta che possono essere coinvolte nel sonno o nel rilassamento profondo, e

(vi) l’elettroencefalogramma (EEG) che può essere misurato per valutare l’attività elettrica del cervello come nel caso di concentrazione profonda.”

Per dire, in questo sistema si può costringere l’utente, condizionandolo con il premio, a qualsiasi tipo di comportamento cerebrale, anche inconscio o emotivo, in un tecnologico sistema di lavaggio e condizionamento del cervello. E continua nello scenario di controllo totale:

Esempi di movimento corporeo possono comprendere la roteazione degli occhi, i movimenti facciali o di qualsiasi altro movimento muscolare. Inoltre l’attività cerebrale può essere rilevata utilizzando  fMRI, che misura l’attività cerebrale rilevandone i cambiamenti associati al flusso sanguigno. Questa tecnica si basa sul fatto che il flusso sanguigno cerebrale e l’attività neuronale sono connessi. Quando un’area del cervello è attiva, il flusso sanguigno in quell’area aumenta.”

Un vero e proprio sistema di spionaggio e di condizionamento del pensiero attraverso un sensore che sarà inserito in uno smart, in un pc, in un tablet o in qualsiasi altro dispositivo di archiviazione di memoria, come un microchip sottopelle.

Microsoft, la società di Bill Gates, che controlla l’OMC e l’associazione GAVI, alleanza dei vaccini, e che sta preparando il mondo all’idea di vaccinare 7 miliardi di persone, magari con cerotti a inchiostro speciale che hanno speciali sensori, ha finanziato anche la simulazione della pandemia organizzata dalla Bloomberg John Hopkins School of Public Health a ottobre del 2019.

Da quando è nata la moneta, la guerra è sempre stata un pretesto per fare quel reset-tabula rasa che non si fa più dai tempi dei babilonesi – il giubileo del debito – come occasione per cancellare crediti morosi, e grazie al bottino, ripartire con il debito dei paesi invasi a vantaggio degli invasori. Questa è una guerra non convenzionale che il deep state mondiale ha dichiarato contro l’umanità per traghettarla verso la moneta digitale microchip, di cui l’app Immuni è solo un antipasto.

Bill Gates ha dichiarato in questi giorni che nella fase 2 per potere circolare dovremo essere muniti di un certificato vaccinale, quindi nel frattempo i vari emissari di Bill Gates in Italia, membri della Task Force, Di Maio, ecc, ripetono come pappagalli che non ritorneremo alla normalità completa senza un vaccino e che nel frattempo, dobbiamo abituarci a essere completamente rintracciabili.

Il metodo di governo è il ricatto, la minaccia e la violenza. Il ricatto della fame a un paese rinchiuso in casa, con le attività sospese per il 90% e contrariamente agli altri paesi, non risarcito. Ci dicono che l’app  è volontaria, ma poi ci dicono che senza di essa non possiamo circolare. E così sarà per l’imposizione della cripto basata sulle attività corporee: se non “lavori” non sei “premiato” e quindi non mangi.

Chi ha depositato il brevetto e gli ha assegnato un numero, vuoi per umorismo vuoi per cabala, ha apposto proprio il numero 060606:

Ma com’è che si dice? Non praevalebunt?

Nforcheri 21/04/2020

https://nicolettaforcheri.wordpress.com/2020/04/21/il-marchio-della-bestia-esiste-ed-e-stato-brevettato-da-microsoft/

La fine delle rivoluzioni

La Cina ha una metodologia ben sperimentata per affrontare la slealtà. Chiamatelo metodo del referendum  Tian’anmen. Se il tuo pensiero è sbagliato, ti viene detto cosa pensare. Se rifiuti, ti richiameremo all’ordine e ti insegneremo pazientemente cosa pensare. Se rifiuti ancora, ti spariamo.

Mi chiedo quanti di questi giovani manifestanti di Hong Kong si rendano conto di come sarà il loro futuro. (I giovani hanno spesso uno scarso controllo dei loro impulsi, sono facilmente influenzabili e, non avendo una buona comprensione del rapporto causa-effetto, spesso non sono in grado di immaginare le conseguenze delle loro azioni). Sembra che il governo cinese stia lasciando che gli eventi facciano il loro corso, per ora. Questa è chiamata la fase “mark” di un algoritmo “mark and sweep“. Una volta che tutti i manifestanti saranno stati debitamente identificati (ora ci sono telecamere ovunque, specialmente in una città sovraffollata come Hong Kong, e il software di riconoscimento facciale è abbastanza efficace), il loro punteggio sociale sarà ridotto a zero, il che significa che non saliranno mai più a bordo di un aereo o di un treno, non occuperanno mai più una posizione di responsabilità o di autorità e potranno solo sperare in una vita di ozio (se ricchi) o di lavorare in fondo alla scala sociale (se poveri).

Come altre tecniche americane di cambio di regime, siano esse militari o finanziarie, la metodologia della Rivoluzione Colorata non è più in grado di produrre i risultati previsti, vale a dire il rovesciamento dell’autorità legittima e l’installazione di un governo fantoccio. Ma, proprio come le altre tecniche, è ancora in grado di fare vittime. A tutt’oggi, l’establishment di Washington ha perso completamente l’iniziativa, sia a livello nazionale che internazionale. Le guerre commerciali sono state perse, le guerre delle sanzioni sono cadute nel ridicolo, le minacce di escalation militare si sono rivelate vuote. L’intero sistema finanziario americano è un morto che ancora cammina. Cosa possono sperare i Washingtoniani? Beh, possono ancora usare la metodologia della Rivoluzione Colorata per fomentare rivolte futili ed inutili e, nel farlo, rovinare molte giovani vite.

 

Fonte: lesakerfrancophone.fr
Link: https://lesakerfrancophone.fr/lautopsie-de-la-revolution-de-couleurs
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

Guerra commerciale

Global Times, 17/5/2019

Una lettera scritta da He Tingbo, Presidente di HiSilicon, società di semiconduttori della Huawei, è stata resa pubblica. La lettera è toccante ricevendo il sostegno pubblico. La lettera diceva che i dipendenti della società hanno intrapreso il più entusiasmante viaggio nella storia della tecnologia negli ultimi anni realizzando componenti per la Huawei e ora questi prodotti saranno finalmente utilizzati. Huawei non è solo forte ma saggia, sobria e tenace. L’esclusione delle forniture dagli Stati Uniti non sconfiggerà Huawei, che da tempo si prepara a tale momento buio. Al contrario, Huawei diventerà ancora più forte. Huawei è il simbolo della capacità della Cina di condurre ricerche indipendenti. In quanto società privata, è il precursore delle riforma e apertura della Cina. Era profondamente impegnata nello sviluppo delle comunicazioni globali divenendo leader della tecnologia 5G. Che Huawei non perderà cogli Stati Uniti è significativa come risposta della Cina alla repressione strategica degli Stati Uniti, che hanno completamente abbandonato i principi commerciali e legali. Il comportamento troglodita nei confronti di Huawei, ricorrendo al potere amministrativo, può essere considerato una dichiarazione di guerra alla Cina in campo economico e tecnologico.

Consigliamo anche di leggere https://ilsimplicissimus2.com/2019/05/19/i-garage-del-nostro-scontento/

ricordando anche la sparizione dal mercato delle europee Commodore 64 e Amiga.

 

Huawei risponde

Guo voleva che il mondo sapesse che le leggi statunitensi, incluso il recente CLOUD Act, “autorizzano il governo degli Stati Uniti a costringere le compagnie di telecomunicazioni ad assistere” la sorveglianza globale degli Stati Uniti, col pretesto del controspionaggio o del controterrorismo. La seconda ragione ha a che fare col 5G e i suoi benefici economici e sociali, secondo Guo. Huawei, dopo aver investito molto nella ricerca 5G negli ultimi 10 anni, posizionava l’azienda a circa un anno in avanti rispetto ai concorrenti. In sostanza, i Paesi che si preparano all’aggiornamento 5G nei prossimi mesi dovrebbero eventualmente parlare con Huawei, in un modo o nell’altro. La wireless di quinta generazione, o 5G, è la più recente tecnologia Internet mobile progettata per aumentare notevolmente velocità e reattività delle reti wireless. Col 5G, i dati trasmessi attraverso connessioni a banda larga wireless potranno viaggiare fino a 20 Gbps secondo alcune stime, diventando la spina dorsale delle città future e persino delle auto senza conducente. Il malvagio piano degli Stati Uniti, secondo l’executive di Huawei, è quindi mantenere la società fuori dalle attività delle reti 5G del mondo, presentando la soluzione cinese come minaccia alla sicurezza. In tal modo, gli Stati Uniti possono mantenere la propria capacità di spiare chiunque vogliano e allo stesso tempo fermare lo sviluppo di Huawei, essendo gli Stati Uniti rimasti indietro e poter recuperare in un secondo momento.

 

Traduzione di Alessandro Lattanzio

http://aurorasito.altervista.org/?p=5778

Anche Internet si sdoppia

Il test di disconnessione fa parte di un accordo raggiunto in una sessione del gruppo di lavoro, a fine gennaio, sulla sicurezza delle informazioni, del progetto di legge denominato Programma nazionale di economia digitale. Il gruppo di lavoro, che comprende importanti società di telecomunicazioni russe come MegaFon, Beeline, MTS, RosTelecom e altri, è presieduto da Natalja Kasperskij, direttrice della società di sicurezza informatica russa InfoWatch e cofondatrice di Kasperskij Lab. NATO ed alleati minacciavano di punire la Russia per gli attacchi informatici e altre interferenze online cui viene regolarmente accusata. La disconnessione pianificata fornirebbe agli ISP i dati su come reagirebbero le reti in caso di possibili attacchi contro Internet russa. Secondo RBK, tutti i provider di servizi Internet concordavano cogli obiettivi della legge, ma non erano d’accordo sull’implementazione tecnica, che a loro avviso causerebbe gravi interruzioni del traffico Internet russo. Anche i servizi Internet locali Mail.ru e Yandex.ru sarebbero favorevoli al test di disconnessione.

Misure nell’ambito del programma nazionale sull’economia digitale
Tuttavia, il governo russo ha accettato di coprire il costo della modifica dell’infrastruttura ISP e dell’installazione di nuovi server per reindirizzare il traffico verso i punti di scambio approvato da Roskomnazor. Inizialmente, il budget del progetto di sicurezza delle informazioni era stimato a 27,9 miliardi di rubli. Secondo una fonte vicina al processo di stesura del disegno di legge, sono necessari 20 miliardi di rubli. In effetti, il progetto che risponde alle minacce della NATO alla Russia e su cui il governo lavora da anni, è pienamente approvato dal Presidente Putin e dovrebbe essere adottato. Sono in corso discussioni per trovare i metodi tecnici appropriati per disconnettere la Russia da Internet con tempi di inattività minimi per utenti e agenzie governative. Tra le misure previste dalla legge, la Russia costruisce la propria versione del sistema di indirizzi di rete, noto come DNS, per funzionare se i collegamenti ai server situati all’estero venissero interrotti. Nel 2017, le autorità russe dichiararono di rendere il 95% del traffico Internet locale entro il 2020. Perciò, le autorità persino costruirono un backup locale del sistema dei dominio, testato per la prima volta nel 2014 e poi nel 2018, e che sarà componente importante della Runet quando gli ISP disconnetteranno il Paese dal resto del mondo. Questo progetto fa parte degli sforzi della Russia per raggiungere l’autonomia su Internet, mentre attualmente delle 12 organizzazioni che sovrintendono ai root server DNS, alcuna è in Russia, secondo BBC News.

http://aurorasito.altervista.org/?p=5413

Dati personali

Ci siamo preoccupati per dieci anni di tutela dei dati personali e addirittura nelle aziende si è creata ed è stata richiesta una figura apposita che curi e mantenga riservati i dati dei tuoi clienti, cosiddetti sensibili…compreso l’uso di una cassaforte imposta per studi legali, commercialisti ecc.
Ok?
Ridicolo.
Tornando alla fattura: cosa importava in passato di una fattura?
Tre cose.
Imponibile, IVA e Totale.
Fondamentalmente QUELLO CHE AVEVI VENDUTO, a che sconto lo avevi venduto, a che ora lo avevi venduto e con che frequenza lo vendi….NON INTERESSAVA.
Ora la cosa è diversa: le fatture sono in formato XML per tutti, il che significa che tu non solo dichiari quanto hai incassato (giusto e sacrosanto), ma ne specifichi anche voce per voce la composizione.
Questi dati, che sono l’essenza di un’azienda e sono sempre stati CUSTODITI GELOSAMENTE dalle stesse (c’e’ tutto il tuo pacchetto clienti li…anni e decenni di rete marketing…..rapporti commerciali di tutti i tipi che ti sono costati anni di investimenti).
Questo dati adesso viaggiano nell’etere.
Consegnati PER LEGGE a un terzo che non sai chi sia che fa da intermediario.
Il quale a sua volta consegna all’agenzia delle entrate.
Poniamo il caso (ci scommetto un milione di euro che non ho che accadrà nel 2020) che qualcuno riesca a impossessarsi di questi dati di fatture provenienti da tutta Italia.
Poniamo il caso che abbia GIÀ PRONTI algoritmi complicati ma non troppo che in un’oretta scannerizzano i dati e TRACCIANO, precisi al millesimo, LA MAPPA DEI RAPPORTI COMMERCIALI DELLE IMPRESE ITALIANE.
Sapranno:
a chi hai venduto
COSA hai venduto
A QUANTO lo hai venduto
CON CHE SCONTO hai venduto
in che periodi vendi di più
in che zona vendi di più
Riga per riga.
In formato XML.
Comodissimo.
Non e’ mai stato cosi’, non è mai stato cosi’ grave.
SE un soggetto terzo (poniamo Amazon…a caso….o Google direttamente…) volessero portarmi via un cliente…ci metterebbero 2 secondi.
Sanno tutto di me e di lui.
Sanno a quanto gli vendo e sanno come fare per ingolosirlo.
E io ho perso.
Con i miei dati….imposti per legge…me l’hanno infilata nel bocciolo.
Non l’avevate vista cosi’ eh…..eppure è così che andrà.
ANCHE se magari nel 2021 smetteranno di far utilizzare la fattura elettronica. Il danno sarà stato fatto.
Il genoma economico italiano sarà stato tracciato.
E VENDUTO.
Al più forte.
😉
Chi ha permesso questo lo sa bene. Rosso, nero o gialloverde che sia. (Cristiano Bin)

Kaspersky

Ed è stata la società russa Kaspersky Lab che ha svelato tale spionaggio progettato dalle agenzie d’intelligence statunitensi per la sorveglianza totale d’Internet, come notato dal Times. Secondo la pubblicazione inglese, Kaspersky Lab, privato del diritto di vendere prodotti nei mercati statunitensi, ha scoperto questo software dannoso che consente alle agenzie statunitensi di accedere ai router per monitorare le attività degli utenti sul web. In origine, Slingshot fu creato dall’esercito statunitense per seguire gli islamisti che usavano Internet in Medio Oriente e Nord Africa per coordinarsi. Tale malware fu usato in Afghanistan, Iraq, Kenya, Sudan, Somalia, Turchia, Yemen e, secondo alcuni esperti, in sei anni di attività Slingshot colpì moltissimi individui e agenzie governative in Medio Oriente e Africa. Lo spy-ware Slingshot è simile al programma creato dalla NSA per la sorveglianza totale nel segmento occidentale d’Internet. Gli esperti di CyberScoop, mentre citano anonimi agenti dell’intelligence statunitensi (in pensione e attivi), riferiscono che Slingshot è un’operazione speciale lanciata dal Joint Special Operations Command (JSOC), componente del Comando delle operazioni speciali degli Stati Uniti (USSOCOM). I ricercatori concordano anche sul fatto che gli algoritmi utilizzati da Slingshot sono simili a quelli utilizzati dai gruppi di hacker come Longhorn e The Lamberts affiliati a CIA ed NSA, sviluppati cogli strumenti dei due gruppi menzionati e resi noti da WikiLeaks. Gli esperti di CyberScoop e loro fonti credono che Kaspersky Lab non possa saperlo con certezza, ma sospetta che uno dei Paesi dell’alleanza dei cinque occhi, comprendente Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti, sia dietro Slingshot. Secondo gli esperti della sicurezza informatica, Slingshot è una piattaforma estremamente complessa per gli attacchi che non si potrebbe sviluppare senza investire enormi quantità di tempo e denaro. Secondo gli stessi analisti, la complessità di Slingshot fa impallidire Project Sauron e Regin, il che significa che solo hacker sponsorizzati dal governo potrebbero sviluppare qualcosa di simile.

https://aurorasito.wordpress.com/2018/03/26/perche-kaspersky-e-vittima-delle-sanzioni-statunitensi/

Italiani cialtroni

Perché la colpa dello strapotere di Google non è degli americani.

LA COLPA E’ DEI CARLO.

DI TUTTI I CARLO.

E’ colpa della vostra mediocrità, del vostro pensare al passato, del vostro rifiuto di rischiare, del vostro “aspettiamo di vedere chi vince” per poi realizzare troppo tardi che la vittoria altrui vi sbatte fuori dal mercato.

Avete fatto oggi quello che avete fatto sempre: “aspettiamo chi vince, poi mettiamo in moto il governo e li costringiamo a dividere la torta”.

Non so ancora come reagirà Google, ma se tanto mi da’ tanto, non solo non dividerà la torta, ma vi sfilerà pure le briciole.

estratto da http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=112817&typeb=0

L’articolo summenzionato ricorda la nascita di VOL (Video On Line) alla quale ebbi occasione di partecipare da vicino collaborando con la cooperativa “Terza Via” (in quanto afferente al c.d. terzo settore) che si occupava anche di informatica e i cui soci confluirono poi nell’associazione “Araba Fenice” di Bondeno.

Ricordo che la coop gestiva anche il nodo di Ferrara (un armadio pieno di modem in un appartamento privato) e vendeva gli abbonamenti nella sede di Bondeno, cercando anche di far conoscere il nuovo mezzo organizzando incontri e intervenendo alle manifestazioni sul territorio.

In particolare ricordo un invito rivolto agli imprenditori locali (tenete presente che eravamo nel 1995/96) per cercare di spiegare le potenzialità di Internet, al quale intervennero (con la lusinga del rinfresco/aperitivo) circa una ventina di persone; l’impegno era di ritrovarsi dopo una settimana per un corso di formazione presso una struttura locale.

Ovviamente stavolta non si presentò nessuno, anzi no: una signora, che non era venuta la prima volta, venne mandata dall’azienda perché aveva sentito dire che c’erano dei finanziamenti disponibili!