Testimonianza diretta

Mi spiace che questo articolo lo leggeranno in pochi, ma mi ha appena telefonato il medico del pronto soccorso di Cento (FE) dove mia madre è stata portata verso mezzogiorno dopo che la visita del medico di famiglia aveva accertato uno scompenso cardiaco.

Essendo l’ospedale dedicato al COVID ovviamente le hanno già fatto il tampone, se passa la notte la ricovereranno alla clinica Salus (privata); inutile dire quale sarà la causa del decesso (considerato che l’equipaggio dell’ambulanza indossava tute simil-spaziali)

Nel frattempo (sto scrivendo il 31 dicembre, ore 9) è arrivata alla clinica Salus in via Arianuova a Ferrara perché il reparto di Cardiologia a Cento, che personalmente avevo trovato efficiente, era pieno; il tampone era negativo al Covid.

Il futuro è altrove

Nell’ambito di questa iniziativa, il Celeste Impero fornisce attrezzature mediche e prodotti farmaceutici cinesi a tutti i paesi bisognosi, costruisce o rinnova gratuitamente istituzioni mediche e invia specialisti ed équipe mediche. Questo approccio è particolarmente rilevante per la regione del Sahara-Sahel, dove la stragrande maggioranza della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. Con questo in mente, Pechino offre cure mediche e medicinali gratuiti mentre promuove la medicina tradizionale cinese.

Nel 2013, il Celeste Impero ha effettuato a proprie spese la ristrutturazione e la riattrezzatura dell’ospedale di N’Djamena, la capitale del Ciad, rendendolo uno dei più avanzati. Pechino invia ogni anno dieci specialisti in Ciad per stage di 12 mesi e ha donato un milione di yuan di apparecchiature mediche al paese. Negli ospedali, i medici locali lavorano insieme a specialisti cinesi, anche eseguendo interventi chirurgici sotto la loro attenta guida, migliorando la professionalità.
Nell’aprile 2020, un gruppo di esperti medici cinesi è volato in Burkina Faso per aiutare i medici locali a sviluppare meccanismi per combattere COVID-19. Medici dalla Cina hanno condiviso la loro esperienza nella lotta alla pandemia e hanno donato attrezzature per il primo soccorso e dispositivi di protezione individuale.
La RPC non solo costruisce istituzioni mediche per i paesi che necessitano della “Via della Seta della Salute”, fornisce loro i farmaci e gli specialisti necessari, ma aiuta anche a creare autonomamente industrie manifatturiere nel campo della medicina. Un esempio lampante è la Mauritania, dove l’industria farmaceutica è praticamente assente. Come colonia, ha adottato il sistema sanitario francese e gli standard sui farmaci. Dall’indipendenza, gli elementi di base del sistema parigino di standard farmaceutici continuano ad esistere, motivo per cui la maggior parte dei farmaci sono francesi. Nonostante il loro costo elevato, la popolazione locale è costretta ad acquistare questi farmaci.
Le medicine cinesi entrano in Mauritania attraverso due rotte. Il primo è attraverso la Francia: la Quinta Repubblica acquista antibiotici di bassa qualità ed efficacia dalla RPC, oltre a liquidi iniettabili, e poi li rivende in Mauritania. Il secondo modo è attraverso gli ospedali cinesi. Ogni anno Pechino stanzia diverse centinaia di migliaia di yuan per i medicinali autoprodotti inviati agli ospedali cinesi in Mauritania. I medici del Regno di Mezzo scrivono prescrizioni per ricevere gratuitamente tali farmaci e li distribuiscono attivamente tra la popolazione locale. Le équipe mediche cinesi effettuano diagnosi e cure gratuite dei residenti locali, informandoli attivamente sulle proprietà benefiche delle medicine tradizionali cinesi. Grazie a tale politica, la popolazione locale acquista fiducia e rispetto non solo per le medicine ma anche per i medici cinesi,
In Mauritania, non solo la popolazione locale, ma anche le autorità vogliono aumentare la quota dei medicinali cinesi, dal momento che il loro costo è parecchie volte inferiore a quello francese e l’efficacia è fuori dubbio. Tuttavia, attualmente non è possibile saturare completamente il paese con i farmaci della RPC a causa degli standard farmaceutici della Quinta Repubblica. Quindi, uno dei requisiti è fornire un elenco dei componenti dei medicinali in francese e i risultati della ricerca che questi medicinali sono adatti ai residenti di un determinato paese.
La Pechino ufficiale, con vari pretesti, ha ripetutamente affermato l’impossibilità di soddisfare pienamente questi requisiti e ha invitato il governo del paese a sviluppare un proprio standard sui farmaci. Secondo gli analisti cinesi, questo passo consentirà alla Mauritania di liberarsi definitivamente delle “catene francesi” e di lanciare una propria industria farmaceutica, che sarà sviluppata dagli specialisti della RPC nell’ambito della “Via della seta della salute”.

Patriottismo

Ad aprile  Speranza  aveva fin da subito  vietato l’idrossiclorochina,  in obbedienza assoluta al divieto  OMS, ostinatamente perseguito anche con la pubblicazione su Lancet dell’articolo pseudo-scientifico  sulla supposta letalità del farmaco, articolo che la “prestigiosa rivista” ha dovuto ritrattare scusandosi.

Il governo  elvetico si è infischiato dei divieti dell’OMS, assumendo come  sua prima responsabilità la salute dei suoi cittadini.

Novartis e Sandoz sono multinazionali globali che più Big Pharma non si puo’;  ma   hanno mostrato che la loro lealtà va, prima  che al blocco delle farameutiche globali, alla loro  nazione.
Si vivono insomma come  svizzere prima che  Big Pharma.

Ecco la differenza fra essere una patria, con una classe dirigente e vera ossia cosciente dei suoi obblighi verso i propri cittadini, ed essere un non-popolo che ha scelto di farsi dare ordini dai grillo-piddini. In Italia “le cose vanno selvaggiamente”

Affarismo pandemico

Come è possibile accelerare tanto i tempi dei protocolli ufficiali di sperimentazione? E’ il progresso della scienza “che oggi viaggia più in fretta” come ha affermato qualcuno, o è bastata l’autorizzazione alla procedura d’urgenza per l’autorizzazione concessa dall’FDA negli USA? E’ il fatto che i vaccini “non sono farmaci”, come è stato imposto da parte dell’industria farmaceutica di considerarli? Perché mettere a repentaglio la salute di migliaia di persone che sono già state convinte da una campagna di terrorismo mediatico a partecipare alla somministrazione di massa di un vaccino in alcune formulazioni addirittura contenente una tecnologia mai utilizzata prima, quella a mRNA? Perché, se ormai è dimostrato che il covid è curabile addirittura a domicilio e il suo  tasso di mortalità reale, non gonfiato giocando sporco sui concetti di “casi”, “contagi”, “infetti” ed altre trappole linguistiche, non avrebbe permesso fino a qualche anno fa all’OMS di considerarlo malattia pandemica? Qui sembra aprirsi un’altra scatolina.

Il vaccino è il pretesto per la sperimentazione sull’Uomo: selvaggia, privatizzata, di massa, senza responsabilità legale da parte di chi somministra i test, e soprattutto gratuita, perché per i farmaci tradizionali BigPharma qualche osso sotto la tavola te lo lancia, a meno che tu non interrompa il trial perché stai troppo male: in quel caso, ciccia. Dato che il vaccino non è un farmaco (toh, un pretesto!) si sperimenterà su cavie che firmeranno un foglietto di carta dove sarà scritto che se rifiutano la seconda dose dovranno aspettarsi conseguenze. Di che tipo ancora non si sa, se sanitarie o legali. Ed ecco aprirsi l’ultima scatola della serie, quella che contiene ciò che non si sarebbe voluto vedere. 

Questa sperimentazione sull’Uomo è il pretesto per una serie di imposizioni totalitarie per implementare il transumano: il controllo totale della salute, attraverso la manipolazione del sistema immunitario naturale, la sua progressiva disattivazione allo scopo di creare il paziente permanente, dipendente dai farmaci a vita ed eventualmente sopprimibile a comando. Un sistema immunitario privatizzato, restituito eventualmente in concessione con il contagocce e temporaneamente mediante appositi “vaccini”, secondo comodi piani mensili di abbonamento. Fino a  giungere allo scopo finale, già rivelato a suo tempo dall’ineffabile filantropo occhialuto e presente in bella mostra senza che nessuno lo noti, come la lettera rubata di Poe, in ogni agenda distopica dell’élite, nonché prerequisito fondamentale dell’implementazione della Quarta Rivoluzione Industriale: l’utilizzo del controllo della salute per limitare la popolazione mondiale con un vaccino che sterilizzi ed eventualmente si occupi di disattivare alcune categorie specifiche di soggetti. La categoria delle “vite indegne di essere vissute” a questo punto può estendersi illimitatamente a gruppi etnici, popolazioni di interi stati o razze specifiche.

leggi tutto su http://ilblogdilameduck.blogspot.com/2020/12/il-vaccinismo-magico.html

Ricerca

Ma la soluzione vera, semplice e a portata di mano è nella ricerca e nella prescrizione di farmaci che curano efficacemente il Covid, in tutte le sue mutabili versioni, perché non mancano le scoperte scientifiche e le evidenze cliniche in materia di terapia.E invece no, occultare e contrastare cure, terapie, prevenzioni e farmaci è funzionale a mantenere il clima di terrore, con drammatiche conseguenze sul piano economico, politico e anche antropologico.Il Covid, se non ci fosse, lo inventerebbero, perché serve al Grande Riassetto finanziario e produttivo, che richiede tempo. Perciò i Padroni faranno durare l’emergenza Covid fino al 2025 e, fino ad allora, metteranno in atto provvedimenti restrittivi delle libertà civili.Nel frattempo non daranno nessuna spiegazione scientifica del motivo per cui il virus dovrebbe circolare per altri cinque anni: durata anomala che contrasta con l’osservazione del comportamento storico delle epidemie.É normale che gli esseri umani si infettino ripetutamente da diversi coronavirus stagionali, nessuno dei quali provoca un’immunità completamente protettiva. Tuttavia, per assicurare l’immunità le infezioni naturali sono più efficaci dei vaccini, che presentano rischi di reazioni crociate avverse. Però i Padroni ci annunciano che sarà il loro vaccino a liberare il pianeta dal pompato incubo, dentro il quale dovremo vivere terrorizzati per dare tempo a loro di completare il piano quinquennaleDopo l’iniziale ondata pseudopandemica, le misure di distanziamento fisico delle persone e di allontanamento sociale dei gruppi, come le restrizioni alle riunioni pubbliche, rimarranno in atto per altri cinque anni col pretesto di contenere la diffusione del Covid-19 e dei puntuali prossimi Covid-20/21/22/23/24/25/n , ma in realtà per impedire che qualsiasi attività politica possa disturbare i loro progetti. Siccome i Padroni non rinunceranno a imporre queste dissennate misure, che hanno già spinto l’economia mondiale in recessione, ogni inverno diranno che i nuovi focolai di Sars-Cov-2 si sono senz’altro ripresentati, anche se non sarà vero.I vaccini si riveleranno inefficaci, mentre i ricercatori al soldo stranamente escludono ed escluderanno qualsiasi scoperta farmacologica atta a curare il virus, e inoltre negano e negheranno – pensiero mandriamediatico dominante – la possibilità di trattamenti già esistenti. Infine, da bravi mercenari, sono disposti a mettere in dubbio persino l’efficacia a breve termine dei vaccini e di promettere solo quella a lungo termine, pur di consentire ai Padroni di non interrompere l’imposizione di mascherine, tamponi, distanziamento fisico e confinamento sociale.

Luciano Del Vecchio

Università

Ma vengo all’Università. Dove va registrato, per le aspettative che si sarebbero potute avere, il punto nevralgico del decadimento.I Dipartimenti dell’Alma Mater/Università di Bologna, dove io lavoro, sembrano oggi bracci isolati di Alcatraz o San Quentin.Via tutte le sedie. Seguire il flusso indicato dalle frecce. Disinfettarsi. Indossare sempre le mascherine. Divieto di conversare. Biblioteche inaccessibili. Monitoraggio dei buoni comportamenti. Invito a segnalare comportamenti non consoni. QR code su ogni porta che si valica.Sto parlando dell’Università, della sede del libero pensiero.Ho letto con attenzione Agamben, qualche mese fa, quando paragonava noi universitari che accettiamo queste limitazioni sproporzionate a quelli (il 99%) che non si rifiutarono di aderire al Fascismo cent’anni fa. L’ho letto e mi ha messo in crisi. La penso come lui.Confesso di essere un vigliacco.Penso che chi ha una vaga coscienza della sproporzione delle misure adottate dovrebbe rifiutarsi di essere parte di questo scempio.Io dico la mia nei Consigli di Dipartimento e di Corso di Laurea. Ho sempre detto come la penso. Alcuni colleghi e alcune colleghe mi scrivono privatamente per confessare che la pensano come me. Ma quando si tratta di decidere (didattica mista, didattica a distanza, misure di questo o quel tipo) non intervengono mai. Come a dire che a esprimere un’opinione, a esercitare il primo diritto che dovrebbe governare il pensiero universitario – quello alla dissidenza consapevole – deve essere sempre e solo qualcuno (altro n.d.r)

da Facebook

Wu -Ming

Fonte: Wu Ming

«Visto? Il contagio rallenta. La curva flette. Erre con zero alla meno due: vai di zona gialla. Però non dappertutto. Serve un monito. Memento Abruzzi! Se fate i cattivi, finite come l’Abruzzo, branco di irresponsabili. Chiama i giornalisti, digli che salviamo i consumi, salviamo il Natale. Forza, diamoci dentro col cashback. Uniti! Però non esageriamo. Il troppo stroppia, ce lo dice la Scienza. Non così, perdio! Come osate? Assembramenti ovunque. Qua si balla sul ponte del Titanic. La terza ondata sarà disastrosa. Bastardi. Allora sapete che c’è? Niente pranzo di Natale in famiglia. Ben vi sta. Non si esce dal comune. Come dici? A Roccasecca non c’è manco una tabaccheria? E chissenefrega, vi fumate la merda secca. Servono sacrifici. Però dai, coraggio, se fate i bravi, forse tra qualche giorno permettiamo gli spostamenti dentro la Regione. E siccome siamo per la meritocrazia, i più fortunati possono vincere la lotteria degli scontrini e 5 mascherine in regalo col giornale. No, ma che vi salta in testa? Avete frainteso. Est virtus in aurea medio stat rebus! Tanta fatica per niente. Assembramenti anche a Roccasecca. La gente non capiscono. Siamo in guerra. Mai tanti morti dal ’44. Era il ’44, no? O il ’24? Boh, comunque sia, ve la siete voluta: niente pranzo di Natale, zona rossa a Capodanno, si esce solo con la giustificazione firmata dalla Befana. Lo sappiamo: avevate già in mente di eludere i robocop e i tracciamenti. Come “quali tracciamenti”? Ma che domande fate, lo vedete che siete negazionisti? Che delusione. In compenso, c’è tempo fino all’antivigilia per accumulare scontrini e combattere l’evasione. Guardate che poi ci ringrazierete, perché così il Natale è più autentico, davvero lo abbiamo salvato, giusto Francesco? Avanti, sbrigatevi a comprare tutto entro il 22. Stipatevi sui treni nel fine settimana del 19/20. Prendete d’assalto i negozi, sorridete ai fotografi. Fateci vedere cosa sapete fare. Così poi si ricomincia, non è divertentissimo? No, bastardi, è la guerra! Non avete capito. Tortellini proibiti dopo le 12.30 e dieci Avemarie. Vediamo se adesso vi pentite davvero!»

L’orizzonte degli eventi

Il covid è il grande evento immunizzatore, nel senso della volontà dell’Unpercento Padrone di immunizzare il pianeta Terra dal virus Uomo, per sostituirlo con il transUmano fabbricato in vitro e modificabile a piacimento in un Adamo remissivo, non più inutilmente intelligente e stavolta privato del libero arbitrio in grado di fargli perdere l’Eden e di una Eva già pervenuta al Male, ovvero la somma parodia blasfema della Creazione condotta attraverso la distruzione ed il rovesciamento di quella originale e sacra.Per far ciò, pare essere necessaria una vaccinazione di massa come mai prima nella storia, intesa come nuovo battesimo, unzione degli adepti e marchiatura del gregge.  E qui rientriamo nella realtà materiale dei fatti. 
La volontà di vaccinazione di massa sarebbe suggerita dai numeri astronomici di dosi di un intruglio da iniettare in milioni di persone, già acquistate dagli autocrati europei; una pozione dall’afflato magico della quale si conosce pochissimo tranne che è basata su una nuova tecnologia ad mRNA sulla cui sicurezza vi è una vera e propria cacofonia di opinioni le più disparate: il vaccino è innocuo, no,  modifica drammaticamente il DNA, è un vero e proprio crack di sistema, no, non è vero, non può farlo,  è sicurissimo.
Un “vaccino” sicuro per il quale le case farmaceutiche hanno però preteso l’assoluta impunità da qualsiasi richiesta di risarcimento alle vittime per eventuali reazioni avverse. Pare strano che vi sia ancora qualcuno che non creda alla continua sadica ma sincera rivelazione alle pecore del “come andrà loro a finire” ma non bisogna mai sottovalutare il valore distraente del materialismo, grazie al quale, se le questioni non sono di bassa ragioneria, si possono anche ignorare.Nemmeno i padiglioni petalosi dove battezzare il giorno di Natale e di fronte alle cattedrali (!!) i nuovi credenti (nella sacra unzione) fanno capire la realtà del progetto di dominio assoluto che alberga nella mente di quel narcisista maligno che è il Padrone. 
Questa immunità dal dissenso non potrà che necessitare di una qualche obbligatorietà di trattamento, che ci verrà prontamente giustificata dal clero scientocratico come inevitabile e giusta. Se non altro perché la presenza di un numero ancora per il momento consistente di pecore nere avrà bisogno di ricercarne l’obbedienza con il tallone di ferro.Ecco quindi l’ipotesi assolutamente da non escludere come democraticamente impossibile del trattamento sanitario obbligatorio, il TSO, che, non so se è noto a tutti, è  un lascito della Legge Basaglia del maggio del 1978, poi inserito nel novero della legge di istituzione del Servizio Sanitario Nazionale del dicembre dello stesso anno.
I credenti nel potere sacro e salvifico della Costituzione ribadiscono che l’art. 32 comunque impedirebbe un atto medico obbligatorio e di massa, che il TSO riguarda eventualmente solo i matti e la sera dormono sonni tranquilli. Noi invece che li abbiamo spesso tormentati da sogni premonitori, ricordiamo che il medesimo art. 32 non esclude che una legge dello Stato possa introdurre, di necessità, l’obbligatorietà di un trattamento. Se è una questione di matti, basterebbe psichiatrizzare il dissenso come già storicamente fatto in altre realtà per far dilagare l’istituto del TSO.L’estensione dell’obbligo vaccinale per i bambini, condotto senza colpo ferire qualche anno fa su dettatura dell’industria, ne è oltretutto illustre precedente e scriteriato fu chi si stancò prematuramente di denunciarne la pericolosità predittiva per inseguire altre questioni distraenti abilmente portate nel frattempo in primo piano. Consideratelo un mea culpa molto personale.  

Barbara Tampieri (lameduck)

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