La Russia non fa più sconti

I russi hanno  finalmente compreso la natura dell’alleanza occidentale e del suo impero di bugie: qualsiasi cosa Mosca possa fare per cercare di essere ragionevole verrà sempre e comunque accusata del peggio che i servizi possano imbastire. Così adesso la tempesta di fuoco che si è abbattuta sulle attrezzature portuali ucraine, peraltro spesso usate come depositi di armi, non cambia di una virgola la narrazione di una Russia che affama il terzo mondo non permettendo che il grano ucraino lasci i porti: se non ci fosse stato alcuna azione militare la tesi sarebbe sempre la stessa e in più Mosca dovrebbe sopportare il trasporto di armi sotto il suo naso. Infatti  l’ anno scorso è stata la stessa cosa: Mosca ha fatto un accordo sui corridoi marittimi attraverso cui però sono passati più armi che grano o mais e fu egualmente  accusata di essere affamatrice dell’Africa. Ma le derrate alimentari – com’ è facilmente accertabile attraverso il  sito dell’ONU , che elenca meticolosamente quale nave ha lasciato i porti ucraini e con quale carico – arrivarono quasi esclusivamente in Europa dimostrando la natura menzognera del racconto:  di  438.331 tonnellate di prodotti agricoli la maggior parte, ovvero  360.000 tonnellate di mais di scarsa qualità andarono in Iran, Turchia, Corea del Sud, Irlanda e Gran Bretagna come mangime per animali. Quasi tutto il resto dei prodotti –  costituito da olio di girasole o farina di girasole – arrivarono  in Turchia, Cina e Italia.

Rabbia NATO

Dunque si capisce molto bene la desolazione e la rabbia che covano dentro la Nato: la Russia ha inferto una durissima sconfitta all’esercito ucraino che nel frattempo era diventato anche l’esercito più armato dell’occidente, riuscendo a svuotare  persino gli arsenali Usa. Un calcolo realistico parla di 600 mila tra morti e feriti  inferto da un esercito come quello russo che ha impegnato nel complesso 400 mila soldati. Basta scorrere la tabella qui sotto che riporta gli uomini disponibili per tutti i Paesi della Nato per rendersi conto della scarsissima possibilità che avrebbero contro una Russia che ha già sconfitto il secondo esercito atlantico.

A parte la patetica Finlandia che indica come riserva l’intera popolazione in età di prendere le armi, si vede benissimo che  l’alleanza non ha i numeri sufficienti per poter sperare in una rapida vittoria, ma ha invece tutto ciò che serve per una rapida sconfitta, compresa la ridicola sicumera di generaloni che  hanno combattuto solo  uomini armati di kalashnikov.

Da ormai un anno e mezzo sentiamo dire che la Russia è debole, il suo esercito incapace, la sua industria arretrata, il suo Pil minuscolo, gli arsenali ormai vuoti e tutte queste sciocchezze martellate nella testa della gente ma anche dei decisori hanno completamente obliterato la realtà e indotto ad armare in continuazione l’Ucraina naziforme , aspettandosi tutte le volte che la Russia crollasse come un fico maturo. Un’illusione nella quale ha giocato non solo la potenza di una narrativa unica diretta a convincere i cittadini della sensatezza di armare il regime di Kiev e del suicidio economico in vista di una possibile vittoria, ma l’influsso stratificato e inconscio dell’antislavismo, dell’anticomunismo e del neoliberismo che hanno creato la sinergia nella quale è stato possibile innestare la falsa immagine di un Ucraina vittoriosa dopo ogni evidente sconfitta. Così oggi a Vilnius si riuniscono i capi della Nato, consapevolmente perdenti, ma ancora increduli e incapaci di accettare questa realtà. Il momento è molto simile a quello della seconda guerra mondiale: leggendo i diari dei massimi esponenti del nazismo o le documentazioni delle riunioni con Hitler ci si rende conto che il peggior nemico della Germania è stata la sottovalutazione della Russia.

Temperature medie

Per toccare con mano ciò che voglio dire vi mostro due immagini tratte dalle previsioni del tempo tedesche. La prima risale al 21 giungo 2017 ovvero nell’era ante Greta:

Come potete vedere l’immagine è di colore verde, tipico della normalità e le temperature sono su una media di 3o gradi collocandosi così oltre la media stagionale anche se di poco. La seconda immagine si riverisce invece a cinque anni dopo al 26 giugno 2022:

Qui invece è tutto colorato di rosso, a segnalare che si tratta di un’ondata di caldo, ma andando a vedere le temperature esse sono significativamente minori rispetto a cinque anni prima. Tuttavia chi se lo ricorda e che può rivelare il trucco narrativo? Possono tranquillamente maramaldeggiare sulla scarsa memoria dei cittadini e dunque sul loro futuro.

L’ucranizzazione dell’Europa

D’altro canto le varie politiche di accoglienza e integrazione sono state segnate da atteggiamenti ipocriti, poiché l’apertura alle migrazioni è stato  funzionale alla lotta di classe al contrario, permettendo di abbassare i salari, di comprimere i diritti del lavoro e di far diventare “normale”  la precarietà. In seguito, una volta ottenuto il primo scopo, le forze globaliste hanno trovato un doppio vantaggio nel favorire o anche provocare queste migrazioni: sottraggono braccia e cervelli ai Paesi che sfruttano senza ritegno mentre collaborano a far decadere il senso delle comunità stata e nazionali, provocando quello sradicamento generale che è il presupposto del globalismo. Così è evidente che la seconda grande analogia tra Ucraina ed Europa è che la prima è segnata dalla ribellione dei separatisti russi, la seconda dalla ribellione dei migranti che sono rimasti sostanzialmente estranei alla società in cui vivono. C’è anche una terza analogia: come il regime di Kiev cerca di mettere in scena  l’esistenza di una propria autonomia rispetto agli Usa e alla Nato, anche i pagliacci del milieu politico europeo dell’Europa occidentale fingono di avere voce in capitolo e di volere una guerra che è la rovina dei loro Paesi. In realtà il continente e stato rapito e violentato come narra la mitologia, da chi si crede il re degli dei.

Fine della storia

Un vero peccato che la fine dell’egemonia Usa avvenga in contemporanea con il maggiore dei suoi delitti, ovvero il suicidio economico e politico dell’Europa che sembra l’unica parte di mondo a non aver capito in cambiamenti in atto e ad essere abbarbicata al dopoguerra e alle sue logiche, che invece di affermare finalmente la sua sovranità e soggettività nel momento in cui può farlo, si rifugia dentro un ruolo ancillare.

La Francia brucia

Dunque il fallimento sociale che porta la gente in piazza è al tempo stesso il più grande successo del neoliberismo: quello di aver convinto le persone che non esiste alcuna alternativa ad esso e alle sue logiche di distruzione della democrazia, dello stato e persino dei rapporti interpersonali per lasciare il posto a decisori privati che esercitano una sorta dar credere che la storia si sia fermata e che non non esista alcuna altyra opzione, alcuna altra visione. Lo hanno fatto attraverso il declino della scuola, il rimbambimento dei media , la vacuità dei social diffondendo l’idea che esiste un’unica realtà possibile e che dunque nulla può davvero cambiare anche se lo scenario si muove in maniera vorticosa proponendo ogni giorno nuovi giochi e al tempo stesso nuove cattività. Ma come si può pensare di cambiare qualcosa se non possono essere cambiate le “leggi eterne” dell’economia e non si può travalicare la dimensione meramente individuale? Quanta gente che scende in piazza ha dentro di sé un’idea diversa di società e quanta invece non ritiene che nemmeno possa esserci un alternativa o che non ci ha mai nemmeno pensato?