L’ONU a Ginevra?

Poiché la tradizionale politica estera della Svizzera è neutrale, è una scelta molto migliore ospitare le Nazioni Unite rispetto a New York. John Bolton, consigliere per la sicurezza nazionale recentemente licenziato da Trump, che era anche stato un ex ambasciatore americano presso le Nazioni Unite, una volta aveva fantasticato sulla demolizione dei primi dieci piani dell’edificio del Segretariato delle Nazioni Unite. L’avvocato personale di Trump, l’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani, usava abitualmente il dipartimento di polizia di New York per molestare i delegati delle Nazioni Unite da paesi che non gli piacevano. Ai delegati e personale provenienti da Russia, Bielorussia, Corea del Nord, Laos, Iraq, Costa d’Avorio, Indonesia, Messico, Egitto, Kazakistan, Cina, Cuba, Cipro, Zaire e altri paesi sono stati regolarmente emessi biglietti di parcheggio e sono stati trainati e sequestrati i loro veicoli. Nel ventesimo anniversario, alcuni leaders furono espulsi da un concerto speciale Filarmonica di New York per i leader mondiali riuniti. Giuliani ha dichiarato che se le Nazioni Unite non apprezzassero le sue molestie nei confronti di dipendenti e diplomatici, potrebbero “lasciare la città”.

Nazioni Unite Sede

Non era stata la prima volta che un sostenitore repubblicano ed estremista israeliano di destra aveva detto alle Nazioni Unite di lasciare New York. Il delegato americano supplente Charles Lichtenstein si rivolse, in un conflitto diplomatico con l’Unione Sovietica nel 1983, quando gli stati di New York e del New Jersey impedirono all’aereo del Ministro degli Esteri sovietico Andrei Gromyko di atterrare all’aeroporto JFK di New York o all’aeroporto internazionale di Newark nel New Jersey. Vi era stata offerta l’alternativa della base aeronautica McGuire nel New Jersey. Tuttavia, il governo sovietico aveva respinto l’offerta in quanto violazione dei diritti dei trattati statunitensi concessi alle Nazioni Unite. Lichtenstein aveva risposto affermando che se gli Stati membri credessero che “non sono trattati con la considerazione ostile che è loro dovuta, dovrebbero considerare di rimuovere se stessi e questa organizzazione dal suolo degli Stati Uniti”, aggiungendo, “Non ostacoleremo la tua strada. I membri della missione degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite scenderanno al molo e vi saluteranno con affetto mentre salpate verso il tramonto. “

È tempo di onorare le richieste di Giuliani e Lichtenstein e spostare le Nazioni Unite da New York a Ginevra o in un’altra località non soggetta ai capricci dei fanatici neocon di destra come Trump, Giuliani, Bolton o il defunto signor Lichtenstein.

Fonte: Strategic Culture

Traduzione: Lisandro Alvarado

https://www.controinformazione.info/e-arrivato-il-momento-di-spostare-la-sede-delle-nazioni-unite-in-svizzera/

Acqua libica

La Libia si trova su una risorsa più preziosa del petrolio, la Nubian Sandstone Aquifer, la più grande fonte sotterranea di acqua dolce del mondo. Il sistema acquifero dell’acqua fossile si formò circa 20000 anni fa e contiene 150000 chilometri cubi di acqua dolce. Gheddafi aveva investito 25 miliardi di dollari nel Great Man-Made River Project, un complesso acuquedotto lungo 4000 km sepolto nel deserto e che poteva trasportare due milioni di metri cubi di acqua al giorno. Un tale schema monumentale di distribuzione dell’acqua stava per trasformare la Libia, nazione al 95 per cento desertica, in un’oasi autosufficiente e coltivatbile. Oggi, le megasocietà globali della Francia, come Suez, Ondeo e Saur, controllano oltre il 45% del mercato idrico del pianeta, un’industria globale da 400 miliardi di dollari. Per la Francia, la rivoluzione del 2011 in Libia riguardava controllo e privatizzazione delle sorprendenti risorse idriche della Libia. Mesi prima che il presidente Obama iniziasse a sganciare bombe sulla Libia, la Central Intelligence Agency avvertì sulla “… futura “guerra idrologica” in cui fiumi, laghi e falde acquifere diventeranno beni della sicurezza nazionale per cui combattere…” o controllati da eserciti per procura e Stati clienti. La rivoluzione del cambio di regime in Libia fu il principale esempio di guerra idrologica imperialista.
Ora che i profitti idrici della Libia fluiscono verso occidente, non sorprende che le regioni occidentali della Libia stiano esaurendo l’acqua potabile. A causa dell’avidità aziendale e della negligenza, i due terzi dei principali condotti idrici della nazione non funzionano più. Mustafa Umar, portavoce dell’UNICEF per la Libia, stima che in futuro circa quattro milioni di libici potrebbero essere privati dell’accesso all’acqua potabile provocando un focolaio di epatite A, colera e altre malattie della diarrea, nonostante la più grande falda acquifera del mondo sotto la casa.
Per l’Italia, il sostegno alla rivoluzione del 2011 fu alimentato dalla sete di petrolio e gas dell’ex colonia. La Libia ha le maggiori riserve di petrolio in Africa e sotto Gheddafi, l’85% delle esportazioni erano dirette in Europa. Prima di Gheddafi, re Idris lasciava che la Standard Oil scrivesse le leggi sul petrolio della Libia. Gheddafi pose fine a tutto ciò. Il denaro dai proventi del petrolio fu depositato direttamente sul conto bancario di ogni cittadino libico. Non sorprende che le compagnie petrolifere italiane abbiano fermato questa nobile pratica. Il petrolio della Libia è molto importante per l’Italia per la vicinanza, la facilità dell’estrazione e la leggerezza del greggio. La maggior parte delle raffinerie in Italia e altrove sono costruite per far lavorare il greggio libico, e non possono lavorare facilmente il greggio saudita più pesante e che ha sostituito il deficit della produzione libica. La Libia ha riserve di gas naturale per oltre 52,7 trilioni di piedi cubi e vaste aree devono ancora essere sondate. Con forniture garantite disponibili dalla Libia, l’Italia è meno dipendente dalle forniture della Russia che, sul fronte energetico, sempre più flette i muscoli e mette naso nell’Europa continentale. Il colosso petrolifero italiano, ENI, aveva acquistato una partecipazione di controllo delle attività libiche di British Petroleum ed ha un accordo col regime libico per estrarre giornalmente 760 milioni di piedi cubi di gas naturale. Col bottino di guerra del mercato idrico della Libia goduto dai francesi e petrolio e gas naturale in gran parte destinati agli italiani, di conseguenza gli USA appoggiarono la rivoluzione del 2011 per un altro mercato: le armi.
Nel giugno 2019 il New York Times riferì che furono trovate armi pesanti statunitensi in un arsenale dei ribelli sostenuti dagli statunitensi in Libia. Il New York Times dichiarò che “i segni sulle casse dei missili identificano il loro produttore, i giganti delle armi Raytheon e Lockheed Martin, e un numero di contratto che corrisponde a un ordine da 115 milioni di dollari per missili Javelin”. La Libia è ora la manna per i rivenditori di armi statunitensi e sede del più grande deposito di armi disperse del mondo. Dal petrolio all’acqua, dalle armi al gas naturale, la rivoluzione del 2011 in Libia fece incassare miliardi di dollari all’occidente e prodotto solo miseria e guerra civile infinita ai libici. La rivoluzione di Gheddafi cinquant’anni fa fu completamente diversa.
Per oltre 40 anni Gheddafi promosse la democrazia economica e utilizzò la ricchezza petrolifera nazionalizzata per sostenere programmi progressisti di assistenza sociale per tutti i libici. Sotto il governo di Gheddafi, i libici non solo godevano di assistenza sanitaria ed istruzione gratuite, ma anche di prestiti senza interessi e lucegratis. Ora, grazie all’espulsione NATO di Gheddafi, i black out elettrici sono comuni nella Tripoli un tempo fiorente, il settore sanitario è sull’orlo del collasso mentre migliaia di operatori sanitari filippini fuggono dal Paese e le istituzioni dell’istruzione superiore in tutto l’est del paese sono chiuse. Un gruppo che ha sofferto immensamente dalla rivoluzione del 2011 appoggiata dall’occidente sono le donne della nazione. A differenza di molte altre nazioni arabe, le donne della Libia di Gheddafi avevano il diritto a istruzione, lavorare, divorziare, detenere proprietà ed avere un reddito. Anche il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite elogiò Gheddafi per la promozione dei diritti delle donne. Quando Gheddafi prese il controllo nel 1969, pochissime donne andavano all’università. Poco prima che l’aeronautica militare statunitense iniziasse a bombardare la Libia nel 2011, più della metà degli studenti universitari libici erano donne. Una delle prime leggi che Gheddafi approvò nel 1970 fu la pari retribuzione con la legge sul lavoro. Dopo la rivoluzione del 2011, il nuovo regime libico “democratico” reprime i diritti delle donne. Le nuove tribù dominanti sono fortemente legate alle tradizioni patriarcali. Inoltre, la natura caotica della politica libica post-intervento permisero il libero regno delle forze islamiste che vedono l’uguaglianza di genere come perversione occidentale.
Contrariamente alla credenza popolare, la Libia, che i media occidentali descrivevano abitualmente come “dittatura militare di Gheddafi”, era in realtà uno Stato democratico. Sotto l’esclusivo sistema della democrazia diretta di Gheddafi, le tradizionali istituzioni di governo furono sciolte e abolite e il potere apparteneva al popolo direttamente attraverso vari comitati e congressi. Lungi dal controllo nelle mani di un solo uomo, la Libia era fortemente decentralizzata e divisa in molteplici piccole comunità, essenzialmente “mini-Stati autonomi” nello Stato. Questi Stati autonomi avevano il controllo sui distretti e potevano prendere varie decisioni, incluso come allocare le entrate petrolifere e i fondi di bilancio. In questi mini-Stati autonomi, i tre principali organi della democrazia libica erano i comitati locali, i congressi popolari di base e i consigli rivoluzionari esecutivi. Il Congresso Popolare di Base (BPC), o Mutamar shabi asasi, era essenzialmente l’equivalente libico della Camera dei Comuni nel Regno Unito o della Camera dei Rappresentanti negli Stati Uniti. Tuttavia, gli ottocento Congressi popolari di base della Libia non erano costituiti solo da rappresentanti eletti, invariabilmente ricchi, che facevano le leggi per conto del popolo; piuttosto, il Congresso permise a tutti i libici di partecipare direttamente a questo processo. Nel 2009, Gheddafi invitaò il New York Times in Libia a trascorrere due settimane osservando la democrazia diretta della nazione. Il New York Times, molto critico nei confronti dell’esperimento democratico di Gheddafi, ammise che in Libia l’intenzione era che “tutti siano coinvolti in ogni decisione. Le persone s’incontrano in commissioni e votano di tutto, dai trattati stranieri alla costruzione di scuole”. Lungi dall’essere una dittatura militare, la Libia di Gheddafi era la democrazia più prospera dell’Africa. Nella versione occidentale della “democrazia” in Libia oggi le milizie, variamente locali, tribali, regionali, islamiste o criminali, formavano due fazioni in guerra. La Libia ora ha due governi, entrambi coi proprio Primo Ministro, parlamento ed esercito, alimentando una guerra civile perpetua e distruggendo ogni possibilità di vero Stato democratico. Chiaramente, la rivoluzione di Gheddafi ha creato uno degli esperimenti di maggior successo nella democrazia economica del 21° secolo. In netto contrasto, la controrivoluzione appoggiata dall’occidente nel 2011 che potrebbe entrare nella storia come uno dei pergiori fallimenti sociali e militari del 21° secolo.

Garikai Chengu è uno storico dell’Africa antica e aveva studiato ad Harvard, Stanford e Columbia University.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

Muammar Gheddafi contro l’occidente: due rivoluzioni sui lati opposti della storia

La terra promessa

L’ebraico sarà studiato nelle scuole e nelle università ucraine e la lingua ucraina in israeliano.
L’accordo corrispondente, secondo il sito web del presidente dell’Ucraina, è stato firmato durante la visita del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Kiev, dell’ambasciatore israeliano in Ucraina Yoel Lyon e dell’ambasciatore ucraino in Israele Gennady Nadolenko.

La firma dei documenti è avvenuta alla presenza del presidente dell’Ucraina Vladimir Zelensky e del primo ministro dello Stato di Israele Benjamin Netanyahu.
Inoltre, è stato approvato un programma di cooperazione in materia di istruzione, cultura, gioventù e sport tra il Gabinetto dei ministri e il governo di Israele per il periodo 2019-2022.
Notiamo che due anni fa sul giornale Kremenchug, il tenente generale del Servizio di sicurezza dell’Ucraina, un deputato della Verkhovna Rada di cinque convocazioni (1994-2012), che nel 2007 ha ricevuto il titolo di Eroe dell’Ucraina “per meriti personali eccezionali nello stabilire uno stato ucraino indipendente”, Grigory Omelchenko ha avvertito che L’Ucraina si sta trasformando in un “piccolo Israele”.
“Oggi l’Ucraina è il premio principale per il sionismo internazionale. E la lotta si fa per la terra.
È già stato sviluppato un piano per la “nuova Gerusalemme”, che vogliono fare in cinque aree: Zaporizhzhya, Dnipropetrovsk, Nikolaev, Kherson e Odessa. Centro – nella città di Dnipro. La capitale culturale è Odessa “, ha detto il tenente generale.
Secondo lui, è stato pianificato fino al 2020 un referendum con l’adozione di leggi pertinenti: gli abitanti di queste cinque regioni sostengono tale idea della “Gerusalemme ucraina”.
“Ogni abitante di queste regioni riceverà una pensione di 500 euro mensili, indipendentemente dall’esperienza lavorativa e così via.
12 leader di questa nuova repubblica sono già stati formati. Il prossimo anno, 100 mila copie della Torah, la Bibbia ebraica tradotta in ucraino, saranno consegnate in Ucraina ”, ha affermato Omelchenko.
Ha aggiunto che i corsi di ebraico gratuiti si stanno già aprendo in tutte queste città.
Secondo lui, ci sarà un massiccio reinsediamento di ebrei in queste città e fino al 2025 è previsto il reinsediamento di circa 5 milioni di ebrei da Gerusalemme o da altri paesi.
Inoltre, Omelchenko ha “esposto” gli ebrei nel più alto governo ucraino, sia palesi che segreti, mascherati.
“Quando c’era stato l’ultimo censimento (nel 2001 – ndr) c’erano circa l’80% degli ucraini etnici. Ma non capisco perché i non ucraini siano eletti al potere nelle strutture del paese. Gli Ebrei, secondo il censimento, erano il 0,2% … Oggi abbiamo meno del 26% in parlamento. E ricordo l’operazione speciale del 1992, quando fu adottato un decreto che aboliva la colonna “nazionalità” nei passaporti.

Gemellaggio Israele Ucraina

Quindi, parlando approssimativamente, hanno appreso che questi sono i requisiti del Consiglio d’Europa. Ho quindi chiesto (il presidente della Verkhovna Rada nel 1991–1994 e 2000–2002. – Ed.) Ivan Plyushch: “Perché hai fatto questo?” Mi ha confessato che stavano attuando sotto pressioni da due ambasciate: Israele e Stati Uniti “, ha detto Omelchenko
Inoltre, secondo lui, la Banca centrale dell’Ucraina è subordinata alla casa bancaria Rothschild, così come le banche di altri 150 paesi del mondo.

Fonti: Ukranews – Depo.ua.rus

https://www.depo.ua/rus/life/v-ukrainskikh-shkolakh-vikladatimut-ivrit-a-v-izrailskikh-ukrainsku-movu-201908191014662?fbclid=IwAR0JLd8zbaL5Zv1Niy7S5-uNlysKuWTchI01iyA5p_o095uQC7Do1nmK9-U

Traduzione: By Sorbello Giuseppe e bijliana Stojanovic ….

https://www.controinformazione.info/nelle-scuole-e-nelle-universita-ucraine-invece-della-lingua-russa-verra-insegnata-la-lingua-ebraica/

Mario Monti, ho qualcosa da dirti…

Sabato 21 settembre scorso ad Assisi, nell’ambito del festival “Il Cortile di Francesco”, si è svolto un convegno i cui relatori erano Mario Monti ed Alberto Bagnai.
Un noioso confronto pseudo contraddittorio, con un Monti versione “green” preoccupato del futuro dei giovani ed un sostanzialmente sdraiato Alberto Bagnai verso il collega e ciò che rappresenta.
In questo contesto, alla fine del confronto, Daniela Di Marco, strappando il microfono (non era previsto alcun dibattito) ha preso la parola rivolgendo un originale “messaggio d’auguri” al senatore a vita Monti e annunciando la manifestazione di sabato 12 ottobre prossimo venturo a Roma, Liberiamo l’Italia!.
Qui è possibile leggere il testo integrale del suo messaggio, mentre Daniela è stata impossibilitata ad esporlo nella sua interezza a causa della fuga fulminea dei due senatori e del disordine creatosi fra gli organizzatori del convegno…

Ambiente come pretesto

Sul tema ambientale si  sono avuti tre passaggi fondamentali: il primo tendente a negare il problema, il secondo ad ammetterlo e a inventare false soluzioni, il terzo quello di porsi alla testa dell’ambientalismo, guidandolo verso una sorta di escatologia priva di qualunque spirito critico. Dal momento che i vari tavoli e conferenze non potevano sortire questo effetto poiché le soluzioni erano criticabili sul piano della ragione oltre ad apparire insufficienti rispetto al problema, si è scelto il modulo emotivo – mistico che prescinde da ogni razionalità, dunque da ogni confronto. Per questa operazione – in un primo momento varata per deviare molti voti di protesta verso le formazioni verdi, consentendo così di salvare il fronte conservatore da una detronizzazione in Europa – si  sono scelti tutti gli ingredienti giusti: dunque una ragazzina, per giunta con problemi di autismo, che grazie a consistenti aiuti provenienti da spin doctor e da organizzazioni finanziate dai Rockfeller, dall’Aspen Institute e da tutti i maggiori inquinatori mondiali tramite   Klimate justice now e Friends of Earth, è diventata in poche settimane la profetessa adottata dal sistema. Peccato che sia lo stesso sistema che negli ultimi anni i sussidi ai combustibili fossili siano aumentati del 12%, rispetto al calo avutosi dopo la crisi e che dopo gli accordi di Parigi, 33 tra le più grandi banche mondiali hanno aumentato i loro investimenti nel settore dei combustibili fossili, portandoli a 1700 finendo per finanziare di fatto i cambiamenti climatici. E  come se questo non bastasse alcuni Paesi europei, per compiacere la scomposta guerra fredda inaugurata dagli Usa contro la Russia, la Germania ha aumentato del 34 % le importazioni di carbone americano, la Gran Bretagna e l’Olanda del 255% , una cifra analoga a quella della Svezia, patria di Greta. Contemporaneamente sono calati gli investimenti in rinnovabili sia in Usa che in Europa e rimangono in crescita esclusivamente grazie alla Cina che all’India.

estratto da https://ilsimplicissimus2.com/2019/09/27/aumenta-la-bolletta-della-camera-a-gas/

Applausi

Fonte: Lucio Rizzica

Ascolto e leggo di tante persone entusiaste del risultato conseguìto dal nuovo governo a Malta nel corso del vertice UE, nel quale l’Italia ha strappato un importante accordo con l’Europa per la ridistribuzione dell’immigrazione anche negli altri Paesi appartenenti all’Unione. E quanti complimenti per il premier Giuseppe Conte e il nuovo ministro degli Interni, Luciana Lamorgese. Bravi bravissimi. Addirittura prime pagine che esaltano l’impresa scandendo forte il nuovo mantra governativo: “Abbiamo visto un premier seduto a trattare a un tavolo europeo e un ministro che finalmente fa il suo lavoro e non gioca sulla pelle degli immigrati facendo a braccio di ferro con le Ong. Si è fatto più in un mese che in un anno”. Applausi? Manco per idea. Da dove incomincio?

Vabbè. Partiamo dal grande successo di Conte, che si è seduto a trattare a un tavolo europeo, un atto importantissimo, da grande statista. Che nessuno gli aveva vietato di compiere anche prima, quando per 14 mesi ha sottoscritto, difeso e avallato tutte le scelte del suo ministro e vice, Matteo Salvini. Eppure nulla gli aveva impedito fra Davos, Strasburgo e Bruxelles di entrare nelle grazie di Angela Merkel, strigere rapporti con Emmanuel Macron e preparare per bene un ribaltone dell’esecutivo. Invece per 14 mesi silenzio assoluto e olio di gomiti per le firme sotto ordinanze e decreti del Viminale.

Si è detto che finalmente c’è un ministro che fa il ministro? Beh, intanto è innegabile che gli sbarchi con Salvini si fossero ridotti e che il suo puntare i piedi era servito già a coinvolgere i Paesi dell’UE e farglieli pure prendere alcuni immigrati (domandare alla Spagna…). Certo che aver votato in Europa la von der Leyen (che era la candidata di Aquisgrana), aver fornito i voti necessari attraverso l’ex Movimento 5 stelle antisistema (divenuto poi nuovo partner organico al sistema, al punto da accettare di governare col Pd e con Renzi), aver capovolto la linea politica italiana mantenendo il premier a qualcosa è servito.

In cambio l’Italia ha ottenuto di sedersi al tavolo per sottoscrivere un accordo, ma a che prezzo? Modico. Ridare il via libera ai traghetti Ong (che non hanno più alcun bisogno di giocare a chi ce l’ha più lungo ignorando scientemente rotte e porti sicuri e trattenendo ormeggiati al largo i migranti per creare ‘i casi’ e attivare le procure. Risultato? Più di 1700 migranti sbarcati tra Lampedusa e Messina in venti giorni. Ovvero, +51% rispetto allo stesso periodo del 2018. Un successone! Porti aperti e ti saluto decreto Sicurezza. Però è vero, in un mese si è fatto più che in un anno. In peggio.

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/immigrazione-di-massa-le-parole-sono-importanti

Verità per ripetizione

Ecco una lista di fondamentali verità che sono vere perché costantemente ripetute da mass media e istituzioni, indipendentemente dalla loro dimostrazione o confutazione oggettiva. Esse vengono così sempre più sentite come fatti oggettivi e scontati anziché opinioni o valutazioni o propaganda.

  1. La democrazia è realizzabile e realizzata, e rende legittimi i regimi in cui viviamo.
  2. La trasparenza politica è realizzabile e realizzata.
  3. L’ eguaglianza è realizzabile e realizzata.
  4. Gli stati occidentali e democratici sono sovrani.
  5. I mercati sono per loro natura efficienti (cioè ottimizzano la distribuzione delle risorse e prevengono o correggono le crisi), quindi devono guidare la politica.
  6. La politica non deve interferire con i banchieri centrali e con i mercati.
  7. La moneta ha costi di produzione; riceve il valore da chi la produce, che perciò ha diritto di esigere un interesse.
  8. La disponibilità di moneta è limitata oggettivamente, quindi per spenderla bisogna prima risparmiarla o prelevarla fiscalmente.
  9. Le autorità di controllo costituite sono indipendenti e non condizionate dagli interessi economici; tutelano la legalità e il bene collettivo.
  10. Tutte le culture e le civiltà hanno pari valore; nessuna è superiore o inferiore a un’altra.
  11. Il clima sta alterandosi rovinosamente e irreversibilmente per effetto delle emissioni umane e non di fattori naturali; nella storia non si sono mai avuti mutamenti climatici simili o maggiori di quelli odierni.
  12. La globalizzazione è benefica e inevitabile, tutela i diritti degli uomini.
  13. Accogliere l’immigrazione di massa è utile o doveroso o inevitabile.
  14. Washington stabilisce quali stati sono canaglia e quali no.
  15. Saddam Hussein aveva molte armi di distruzione di massa e aveva cooperato all’attacco di Al Quaeda alle Torri Gemelle.

Gradisco suggerimenti di ulteriori verità di questo tipo: sto cercando di farne una mappa.

24.09.19 Marco Della Luna

L’interesse nazionale

L’interesse nazionale ha fatto raramente capolino in queste dinamiche ed è comunque sempre stato marginale. Se ne è avuto una specie di succedaneo nel quarto di secolo che va dagli anni ’50 fino alla metà dei ’70, ma solo perché esso in qualche modo coincideva con l’interesse di Washington di evitare la crescita del Partito comunista, ma in realtà non si è mai governato al di fuori dal vincolo esterno che è diventato persino suicida quando ci si è totalmente sguarniti di fronte al doppio e consustanziale attacco dell’ordoliberismo europeo e dell’egemonia tedesca realizzatosi attraverso l’euro. Pazienza i padroni sarebbero stati due e per giunta in accordo tra loro: tutta l’intelligenza di cui è capace il Paese è stata usata al solo scopo di campare alla meno peggio, fra terze generazioni di industrialotti incapaci di pensare e dediti alle pessime imitazioni, di bottegai dell’uovo oggi e un ceto politico raccogliticcio e troppo spesso dedito all’affarismo.

Ritorno all’interesse nazionale

Il vento della dittatura

Davvero emblematica la vicenda che ha colpito il Professore di Storia Contemporanea dell’Unimolise Marco Gervasoni. E’ stato sollevato dall’insegnamento nell’Università confindustriale Luiss. Non per manchevolezze nel suo lavoro ma per i suoi tweet contro l’immigrazione clandestina . Ora, il tema non è quello che pensa questa persona sui più svariati temi ma la facoltà di essere licenziati non per fatti attinenti alla propria condotta nell’ambito dell‘attività professionale ma per aver espresso il proprio pensiero magari via social network. Per ora nelle accademie pubbliche sono al riparo grazie alle guarantigie che riserva l’appartenenza al settore pubblico ma appena le università saranno scisse e fatte gemmare da delle fondazioni (esattamente come fecero con le banche), addio libertà di insegnamento, addio libertà di ricerca e addio libertà di pensiero.
Per tutti gli altri la museruola è stata imbullonata da un bel pezzo: lavoratori dipendenti non ne parliamo neanche, compresi i giornalisti ridotti a trombettieri dei loro editori.

 

Giuseppe Masala FB

Il culo è nostro

Che Washington intenda mettere i missili al confine con la Russia e che si sia ritirato dal Trattato INF per questo unico scopo è ora ovvio. Solo due settimane dopo che Washington ha ritirato il trattato, Washington ha testato un missile la cui ricerca e sviluppo, non solo il dispiegamento, sono stati banditi dal trattato. Se pensi che Washington abbia progettato e prodotto un nuovo missile in due settimane, non sei abbastanza intelligente da leggere questa colonna. Mentre Washington accusava la Russia, era Washington a violare il trattato. Forse questo ulteriore atto di tradimento insegnerà alla leadership russa che è stupido e autodistruttivo fidarsi di Washington per qualsiasi cosa. Ogni paese deve ormai sapere che gli accordi con Washington sono insignificanti.

Sicuramente il governo russo comprende che Washington ha solo due motivi per mettere i missili al confine con la Russia: (1) per consentire a Washington di lanciare un attacco nucleare preventivo che non lascia alla Russia alcun tempo di risposta, o (2) per consentire a Washington di minacciare un tale attacco, costringendo così la Russia alla volontà di Washington. Chiaramente, l’una o l’altra di queste ragioni è di importanza sufficiente per Washington per rischiare un falso allarme che può scatenare una guerra nucleare.

Gli analisti militari possono parlare di “giocatori razionali”, ma se un paese demonizzato e minacciato con missili ostili al suo confine riceve un avvertimento con tempo di risposta quasi zero, contando su di esso come un falso allarme non è più un fatto razionale.

Il trattato del 1988 raggiunto da Reagan e Gorbachev aveva eliminato questa minaccia. A quale scopo serve far risorgere una simile minaccia? Perché il Congresso è silenzioso? Perché l’Europa è silenziosa? Perché i media statunitensi ed europei sono silenziosi? Perché la Romania e la Polonia abilitano questa minaccia consentendo ai missili statunitensi di essere posizionati sul loro territorio?

https://www.controinformazione.info/i-tirapiedi-corrotti-e-irresponsabili-di-polonia-e-romania-rischiano-la-guerra-mondiale-ospitando-missili-nucleari-degli-stati-uniti/

Integrazione

Un 39enne marocchino è stato arrestato per tentato omicidio plurimo per aver aggredito, cercando di strangolarla, una barista e alcune persone che hanno assistito alla scena. È successo nella notte in un bar di Reggio Emilia, frazione Cadè. L’uomo, residente in provincia di Potenza e con precedenti, è entrato nel locale ordinando una birra, ma si è lamentato del fatto che fosse troppo fredda e ha cominciato a insultare la donna dietro al bancone e poi le ha lanciato contro una bottiglia. La barista, cinese, l’ha rincorso con un mattarello, cacciandolo. Ma lui è tornato armato di un’asta metallica e l’ha colpita violentemente per poi arrivare quasi a strangolarla, provocandole lesioni per 40 giorni di prognosi. Diversi avventori hanno tentato di farlo desistere, ma lui li ha aggrediti. Quindi è salito sulla propria auto e ha cercato di investire sia la barista che i clienti. E’ fuggito, ma è stato rintracciato dai carabinieri che lo hanno fermato, non prima che speronasse una pattuglia. (ANSA)

The post Barista rischia di essere strangolata perché ha servito una birra fredda appeared first on SulPanaro | News.

Rotschild e cinesi

L’incontro del 2011
Sir Evelyn Rothschild, Lady Lynn Forester de Rothschild, il Professor Deming Huo, e Sitao Xu, Chief Representative del Gruppo Economist

Il tema era: le imprese a conduzione familiare (sic). Si Evelyn, settimo   discendente  della famiglia, ha ricordato come il capostipite, nella Francoforte del 18 mo secolo, spedì i quattro fratelli a Vienna, Londra, Napoli e Parigi, onde costituire la potente  rete che tutti conosciamo.  Tale prodigiosa durata di  una azienda familiare (non quotata) è dovuta, ha spiegato, al fatto  che “gli affari di famiglia erano quelli di  una comunità o una confraternita, dove le persone si dedicano alla cura e all’aiuto reciproco. Gli individui devono sempre essere consapevoli della propria identità come parte di un gruppo”.  Come del resto iscritto nel motto della famiglia, che Sir Evelyn s’è degnato di condividere coi cinesi: “Concordia, Integritas, Industria” (in latino)

Lady Rotschild ha raccontato che “ quando ha ottenuto il suo primo lavoro, il suo obiettivo era quello di guadagnare quaranta milioni di dollari. Ma il suo datore di lavoro (tale Bill Gates) le ha dato il  migliore dei consigli: “Comincia con un sogno, una visione, e perseguila ogni giorno. I 40 milioni di dollari  prenderanno cura di sé stessi”  – come infatti  è avvenuto”.

Gli astanti erano rapiti. Cinesi ricchi e  figli di ricchi, assetati di apprendere i segreti di tanto mitica ricchezza, erano informati ed entusiasti  delle innovazioni finanziarie e speculative  che i Rotschild hanno portato in Cina: nel  2008, la Compagnie Financiere Edmond de Rothschild, il ramo francese, era sul punto di assicurarsi investimenti della Banca della Cina per 2,3 miliardi di yuan (336 milioni di dollari USA),    ma non ha ottenuto l’approvazione dal governo cinese. Nel 2011, la filiale britannica Rothschild  Partners ha istituito uno dei primi fondi di private equity in Cina per raccogliere renminbi nel paese e investirlo all’estero, con l’obiettivo di accumulare 750 milioni di dollari nel suo primo anno.

Quasi  tutti del resto  avevano letto un best-seller sulle  imprese, astuzie e  invenzioni finanziarie dei Rotschild, “Currency Wars” (2007), di cui è autore Song Hongbing, un cino-americano (vive negli USA dal 1994)  che fra l’altro attribuisce alla dinastia cinque miliardi di dollari  :  600 mila copie vendute i poche settimane. Letto dagli arricchiti ed anche dai membri del Comitato Centrale.

Quando uscì  il libro (molto romanzato) John Benjamin,  esponente della comunità britannica, dichiarò al Financial Times che temeva che l’opera diffondesse “la teoria del complotto antisemita nell’economia emergente più  importante del mondo”.

Non poteva sbagliarsi di più: i nuovi milionari  cinesi vogliono  imparare  dai successi dei Rotschild, e in generale degli ebrei nella finanza, che ammirano perdutamente. A tal punto  che Song Hongbing, cavalcando l’onda del  best-seller, ha pubblicato altri cinque libri ,  intitolati: “Come vincono gli ebrei?”, “Bibbia del Business Ebraico”,  “Insegnamenti ebraici nel commercio”;   “La saggezza degli uomini d’affari ebrei”. L’autore  ha quasi due milioni di followers sul SINA Web

Libri cinesi sulle pratiche commerciali ebraiche, in alto a sinistra, in senso orario: come vincono gli ebrei ?; Jewish Business Bible; La saggezza degli uomini d’affari ebrei; Insegnamenti commerciali ebraici. / Immagini dal China Daily, Douban

Numerosi imitatori   hanno prodotto volumi  con titoli come  “The Legend of Jewish Wealth”, “Jewish Family Education” e “The Illustrated Jewish Wisdom Book” .   Un tale Han Bing,   ha scritto un manuale  di auto-aiuto  psicologico, che  ha titolato “Crack the Talmud”:   ebrei e cinesi, ha dichiarato a Newsweek, sono molto simili –  ammettendo subito dopo di non aver mai visto un ebreo in vita sua.

La  passione dei neo-ricchi cinesi per i Rotschild ha  dato il destro a un britannico che si faceva chiamare Oliver Rotschild di farsi  ricevere dall’università Tsinghua nel  2016, e  tenervi conferenze  retribuite, facendo credere al decano di essere “uno dei successori” nonché   ex capo dell’UNICEF.  La vera famiglia Rotschild  ha dovuto smentire ufficialmente che l’individuo fosse un parente.

Il falso Rotschild che ha ingannato la prima università cinese.

Ancor più  significativa la vera infatuazione  dei nuovi ricchi  per il  Chateau Lafite,   che va a ruba  – anche al costo di 10 mila dollari la bottiglia  – per il  solo fatto che ha scritto sull’etichetta: “Barons de Rotschild”. Secondo  l’agenzia Xinhua,   le bottiglie   vendute in Cina con quel nome  sono in massima parte false, perché i dati  delle vendite nel 2011 nella sola provincia dello Zhejiang superavano  la produzione totale di quell’anno.

 

Che dire?  Resta da lumeggiare la figura di Lady Lynn Forester de Rotschild, che è attivissima –  vera punta avanzata – nella  campagna  di inserimento dei Rotschild in Cina.  E’ anche l’amica più  intima dei Clinton  – al punto che quando sposò Evelyn la coppia fu invitata a passare la luna di miele alla Casa Bianca –   massima finanziatrice e raccoglitrice di fondi per la campagna  di Hillary, nonché ospite frequente del Lolita Express ed intima del (forse) defunto Epstein.  Ma questo richiede un articolo a  parte.

 

L’articolo LA GRANDE AVANZATA DEI ROTSCHILD IN CINA proviene da Blondet & Friends.