Europeismo accanito oltre che insensato e neo antifascismo da barzelletta allineato alle direttive del capitale che considera fascismo tutto ciò che esula dal pensiero unico, sono le stigmate inconfondibili di queste risacche della storia,
Alla festa dell’Unità del 1991 mi riempii di gadget dell’appena scomparsa Unione sovietica, qualche orologio, spille falce e martello, un berretto da capitano dell’aviazione popolare e altre cose di questo tipo diventate cimeli in poche ore visto che la festa ormai del Pds e non più del Pci si era aperta praticamente in contemporanea con l’atto formale di morte dell’Urss. Ciò che è accaduto dopo lo sanno tutti e in un certo senso non lo sa nessuno, ma una cosa è sicura: quei gadgets originali sono rimasti per pochi anni sul mercato, ben presto sostituiti da patacche fabbricate ad hoc chissà dove per speculare sulla nostalghja. Ma lo stesso destino è capitato a molti di quei gruppi e di quelle aree che per qualche tempo hanno continuato caparbiamente a riferirsi al comunismo, poi ostinatamente a un progressismo sempre più vago e collaterale al potere per finire col trasformarsi in neoliberisti…
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dimenticando che, nel fatidico 1978, in pieni cinquantacinque giorni, il socialista Craxi tentò, unico nel mare della fermezza, di salvare la vita del condannato a morte Moro mentre l’estrema sinistra solidarizzava con i carcerieri e qualcuno che era comunista perbene andava a prendere nuovi ordini sul Potomac per il nuovo ordine a venire all’insegna dell’austerità da pan secco che avrebbe sostituito anche in Italia il benessere costruito con il lavoro e le soluzioni economiche espansive. Cambiamento che la morte di Moro avrebbe enormemente facilitato
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