Pompeo ha affermato che i Balcani “rimangono un’area di competizione strategica”, candidabili insomma alle destabilizzazioni e primavere democratiche contro la zona d’influenza che vi ha Mosca. Sia nei Balcani, sia ad Atene, il segretario di Stato ha attaccato in termini inauditi “la Repubblica islamica dell’Iran, i cui terroristi hanno destabilizzato il Medio Oriente, trasformato il Libano in un paese cliente e contribuito a provocare la crisi dei rifugiati che continua a danneggiare la Grecia in questo momento”.
Insomma ha incolpato l’Iran di tutte le conseguenze dei tre decenni di guerre NATO nella regione e del conseguente spargimento di sangue e per i conflitti provocati, giù giù fino alle ondate di rifugiati – che invece ha prodotto la sua destabilizzazione dell’area secondo il piano Kivunim israeliano, e il ripetuto tentativo di smembrare la Siria e farne un califfato ISIS.
Pompeo non ha mancato, ovviamente, di denunciare “ l’influenza dannosa della Russia, in Grecia e nei paesi circostanti “, nonché la Cina che “usa i mezzi economici per costringere i paesi a concludere accordi svantaggiosi a beneficio di Pechino e lasciare i propri clienti fortemente indebitati “. Ossia ciò che da sempre ha fatto l’imperialismo americano, tramite il Fondo Monetario.
Che bisogno c’era di una alleanza americano-ellenica? La Grecia è già un membro della NATO. Ma per decenni trascurato da Washington che poteva contare sulla Turchia e la sua forza militare nell’Alleanza. Ora però con la destabilizzazione della Siria e il suo smembramento non riuscito per l’intervento russo e iraniano, e l’oscillazione di Erdogan come “alleato”, la Grecia – che ha una forza militare più notevole e preparata di quel che si crede, per storica diffidenza verso la Turchia – è ridiventata utile.
Lo ha detto chiaramente Geffrey Pyatt, l’ambasciatore Usa ad Atene: “Gli stati Uniti hanno “dato per scontato” Mediterraneo orientale per decenni. Ora lo stanno rimettendo al centro della loro riflessione, nella visione globale su come far avanzare gli interessi degli Stati Uniti …Nell’attuale fase di rinnovata competizione tra le maggiori potenze e con le più grandi scoperte di idrocarburi dell’ultimo decennio, questo crocevia globale di Europa, Asia e Africa è tornato in prima linea nel pensiero strategico americano”.
L’accenno alle grandi scoperte di idrocarburi si riferisce ai giacimenti scoperti al largo di Cipro, il cui sfruttamento avverrà in condominio con Sion. Bisogna ricordare che Erdogan ha minacciosamente preteso la parte per la Turchia, mandando navi da guerra a minacciare bellicamente (fra l’altro l’ENI).

Ad Atene, Pompeo ha preso apertamente le parti della Grecia (ed Israele) su questa questione: “Abbiamo detto ai turchi che la perforazione illegale è inaccettabile. Abbiamo chiarito che le operazioni in acque internazionali sono regolate da una serie di regole”.
Insomma, mentre Trump lascia che Erdogan si ritagli sul territorio della Siria la fetta che gli era stata promessa fin dall’inizio della guerra (combattuta per procura coi finanziamenti sauditi e degli sceicchi, armando Daesh e gli altri islamisti tagliagole e i curdi ) per rovesciare Assad, voltando le spalle ai curdi ormai inutili, Washington si riposiziona militarmente in Grecia, adottandola come base per le future operazioni.
Il tutto, nel palese disprezzo degli “alleati europei” nella NATO. Come nota giustamente WSW, Pompeo è venuto in Europa e non ha visitato le tre più grandi capitali: né Berlino, né Parigi, e nemmeno Londra. In compenso è andato in Macedonia per esortare il governicchio locale di abbandonare il progetto di autostrada finanziato dai cinesi nel quadro della Belt and Road Initiative (BRI, la nuova Via della Seta) di Pechino, ed è venuto a Roma per ordinare al governicchio locale di rigettare gli accordi con Huawei e piantarla con l’adesione al BRI.
Nel nuovo concetto americano, l’Italia conta meno della Grecia perché noi siamo imbelli e disarmati, mentre appunto, la Grecia è militarmente più forte (per esempio ha mantenuto la leva obbligatoria di massa), è nemica storica della Turchia, e – grazie al “trattamento tedesco” subito dai greci – la Cina ha fatto acquisti importanti in Grecia. Strategici. Il porto del Pireo.
A luglio, il già sullodato ambasciatore degli Stati Uniti, Geoffrey Pyatt, ha dichiarato a Stars and Stripes che la base navale americana nella baia di Souda, in Grecia, utilizzata durante la guerra in Siria, è “praticamente satura“. I militari statunitensi non hanno visto di buon occhio gli investimenti cinesi nel porto del Pireo ad Atene: “Se vogliamo far attraccare una nostra nave da guerra al Pireo, la Cina può dire di no.”
Per l’America, è una tentazione strategica incoercibile tentare di assestare un colpo bellico mortale alla Cina prima che diventi troppo potente per essere sconfitta; “far pagare il prezzo “ alla Russia della sua vittoria politica in Siria; riconfigurare la NATO in termini di massima aggressione contro Mosca, puntando sui nuovi alleati come la Polonia e i baltici. Adesso o mai più: sanno bene, i pensatoi americani legati alla speculazione, che il sistema economico globale e liberista che hanno imposto, con cui hanno ciecamente reso potente la Cina, e dominato dalla finanza e dai suoi profitti usurari è al capolinea, e si regge solo con le banche centrali che creano trilioni a tasso sottozero, per mantenere gonfia la bolla, e in vita le varie imprese e banche zombi che – se aumentassero i tassi d’interesse – collasserebbero, indebitate come sono.
Fra un anno o tre, se non fra qualche mese, potrebbe essere troppo tardi. Adesso o mai più.
MIKE POMPEO HA PREPARATO LA GRECIA ALLA GUERRA. Contro Russia, Iran, Cina….
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Quelli che si alleano con gli Stati Uniti nelle loro battaglie, incursioni e guerre per il dominio globale devono sapere che saranno cestinati come spazzatura, una volta che gli Stati Uniti avranno deciso di passar oltre, dopo aver provocato il livello desiderato di distruzione su qualche nazione che aveva mostrato la temerarietà di rifiutare lo status di vassallo americano.
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